“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondoGIOVANNI 6,16-21
+Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.Parola del Signore
Mediti…AMO
Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci si è rivelato un vero fallimento. Il miracolo che segna l’inizio della fine di Gesù, che scardina il suo ottimismo: no, la gente non è pronta a capire.
In questa prospettiva gli evangelisti, dopo il segno, raccontano l’episodio della barca sul mare agitato.
Geograficamente Gesù si trova sullamontagnae i discepoli nella barca.
Nel modo di descrivere i fatti, Giovanni cerca di aiutare le comunità a scoprire il mistero che avvolge la persona di Gesù, e lo fa evocando testi dell’Antico Testamento che alludono all’esodo.
All’epoca in cui Giovanni scrive, la barchetta della comunità doveva affrontare un vento contrario, sia da parte di alcuni giudei convertiti che volevano ridurre il mistero di Gesù a profezie e figure dell’Antico Testamento, sia da parte di alcuni pagani convertiti che pensavano che fosse possibile un’alleanza tra Gesù e l’impero.
Dinanzi alla moltiplicazione dei pani, la gente conclude che Gesù è il messia atteso, perché secondo la speranza della gente dell’epoca, il Messia avrebbe ripetuto il gesto di Mosè: alimentare la gente nel deserto.
Per questo, secondo l’ideologia ufficiale, la moltitudine pensava che Gesù fosse il messia e, per questo, voleva farne di lui un re (Gv 6,14-15).
Questa richiesta della gente era una tentazione sia per Gesù che per i discepoli.
Ragion per cui, nel vangelo di Marco, Gesù obbliga i discepoli a imbarcarsi immediatamente e ad andare all’altro lato del lago (Mc 6,45), da soli. Il Maestro non è con loro, ed “…il mare era agitato, perché soffiava un vento forte”.
Gesù li invia all’altro lato del lago, perchè voleva evitare che i suoi discepoli si contaminassero con l’ideologia dominante.
Segno, questo, che il “fermento di Erode e dei farisei”, era molto forte (Mc 8,15).
Mentre il Signore affronterà questa tentazione con la preghiera sulla montagna.
Ma facciamo bene attenzione, Fratelli e Sorelle, che la traversata del mare di Galilea simboleggia anche il passaggio del Mar Rosso: divenendo in questa prospettiva, un simbolo della Pasqua.
La vita di ciascuno di noi è una Pasqua, che ci fa passare dalla schiavitù del peccato ALLA LIBERTÀ DEI FIGLI DI DIO.
E, per compiere questa traversata, dobbiamo essere una comunità compatta, che, guidata dal proprio Signore, sta su quella barca che è la Chiesa.
Ma, il brano ci dice che era «…venuta intanto la sera» ed «…era ormai buio», e che «il mare era agitato, perché soffiava un forte vento» e «Gesù non li aveva ancora raggiunti», e «…dopo aver remato per circa tre o quattro miglia…ebbero paura».
Chi può dire, in circostanze simili, di non aver mai provato queste sensazioni?
La Scrittura Veterotestamentaria ci ricorda, nel Libro di Isaia (38,10) «…Io dicevo: a metà dei miei giorni me ne vado, sono trattenuto alle porte degli inferiper il resto dei miei anni».
Gesù però non ci abbandona MAI.
Infatti i discepoli vedono Gesù che cammina sulle acque e si avvicina.
Solo Dio può camminare sulle acque perché ha il dominio perfetto sul caos e sulla morte (Gb 9,8 e Sal 77,20 e Is 51,10).
Camminare sulle acque, avere il completo dominio sulla vita e su tutte le sue insidie è il sogno impossibile dell’uomo.
MA IN GESÙ L’IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE.
La paura che attanaglia l’uomo nei momenti critici della vita può essere vinta, se CREDIAMO CHE IL SIGNORE CAMMINA AFFIANCO A NOI.
“…Non temete! Sono io”.
Secondo lo stile Giovanneo, al di là del suo senso immediato e banale, significa “Egò eìmi ho on” “IO SONO”, cioè il nome con cui Dio si è rivelato a Mosè (Es 3,14).
Gesù rivela la sua identità, qui come diverse altre volte nel vangelo di Giovanni (8,24; 58; 13,19; 18,16):
- io sono la pienezza dell’essere,
- sono il principio e la fine,
- io conduco la storia,
- non abbiate paura,
- affidatevi a me.
Ed accolsero Gesù sulla barca “…vollero prenderlo sulla barca”.
Accogliendo volentieri Gesù nella nostra barca e nel nostro cuore, È UN ALTRO MODO -DAVVERO BELLO- PER DESCRIVERE LA FEDE.
Presupposto indispensabile: dobbiamo essere ben convinti che non possiamo farcela da soli… ecco l’umiltà.
Quante volte, lungo i secoli, la Chiesa ha avuto la terribile e netta sensazione di affondare.
Ma è proprio in quei momenti il Signore ci ha raggiunto nel cuore della notte e ci ha invitato a non avere paura.
Fratelli e Sorelle, la barca della Chiesa non può affondare, se ha il coraggio di prendere con sé, come divino timoniere, il proprio Maestro e Signore, che la guiderà in salvo, nonostante sia messa a dura prova dalle procelle del tempo e della storia.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!