13.11.2023 -LUNEDI’ XXXII SETTIMANA P.A. A – LUCA 17,1-6 “…Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 17,1-6
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi riporta tre parole diverse di Gesù:
- una su come evitare di scandalizzare i piccoli,
- l’altra sull’importanza del perdono
- ed una terza sulla fede in Dio che dobbiamo avere.
E’ interessante il contesto di questa esortazione alla misericordia ad oltranza, che viene immediatamente dopo una esortazione molto severa contro gli scandali.
E PROPRIO QUESTO CONTRASTO INGENERA UNA FORTE LUCE SULLA STRADA DA PERCORRERE.
Questa parola di grande clemenza sottolinea una propensione fondamentale dell’identità cristiana: quella a essere misericordiosi com’è misericordioso il Padre nostro celeste.
Diventa dunque d’importanza prioritaria il perdono che, certo, non ha nulla a che vedere con il permissivismo e il lassismo.
In merito agli scandali, Gesù disse ai suoi discepoli “…è inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli“.
LO SCANDALO È CIÒ CHE FA INCIAMPARE E CADERE LA PERSONA.
A LIVELLO DI FEDE SIGNIFICA CIÒ CHE ALLONTANA LA PERSONA DAL BUON CAMMINO.
Scandalizzare i piccoli, essere per loro motivo di allontanarli da Dio e far loro perdere la fede in Lui.
Gesù ha un’espressione molto severa con chi scandalizza, al punto di affermare “è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino al collo e gettato nel più profondo del mare!”
Perché tanta severità?
Perché Gesù si identifica con i piccoli, i poveri (Mt 25,40.45).
Sono i suoi preferiti, i primi destinatari della Buona Novella (Lc 4,18). Chi tocca loro, tocca Gesù!
Lungo i secoli, molte volte, noi cristiani per il nostro modo di vivere la fede siamo stati il motivo per cui i piccoli si sono allontanati dalla Chiesa e sono andati verso altre religioni.
Perchè, a causa nostra, non sono riusciti più a credere, come diceva l’apostolo nella lettera ai romani, citando il profeta Isaia “…infatti, il Nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani” (Rom 2,24 e Is 52,5 e Ez 36,22).
Dice Gesù “…guai a coloro per cui avvengono gli scandali! È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare“. E “…se un tuo fratello pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai”.
Il simbolo settenario indica pienezza: perdonare sette volte al giorno significa dunque impegnarsi a perdonare sempre.
È questo lo stile e la responsabilità del discepolo.
SÌ, CI VUOLE FEDE PER PERDONARE SETTE VOLTE, CIOÈ SEMPRE.
Gesù sottolinea però che il perdono non va inteso come una generica sanatoria che cancella la colpa.
Per questo precisa le condizioni che rendono doveroso il perdono: chi vuole il perdono, lo deve chiedere con umiltà e, così facendo, si prepara ad accoglierlo come una nuova e straordinaria possibilità per dare una svolta alla propria esistenza.
Non è facile trovare un giusto equilibrio tra pentimento e perdono.
L’INSISTENZA SUL PENTIMENTO NON DERIVA DAL DESIDERIO DI UMILIARE CHI HA SBAGLIATO MA NASCE DALL’AMORE: SE INFATTI IL FRATELLO NON PRENDE COSCIENZA DEL PECCATO CHE HA COMMESSO, NON PUÒ NEPPURE LOTTARE CON DECISIONE CONTRO IL MALE E RISCHIA PERCIÒ DI RICADERE NEGLI STESSI ERRORI.
Il pentimento non solo manifesta la coscienza dei propri limiti ma esprime anche una chiara presa di distanza e l’impegno a cambiare strada.
Se manca il pentimento, il perdono rischia di non essere nemmeno compreso e accolto come un dono, cioè un gesto gratuito di carità che ricostruisce la comunione ferita.
“Un uomo può ricevere il perdono dei peccati solo se ad essi rinuncia e si slancia verso l’Altissimo e verso Dio con una vera conversione del cuore” (il vescovo SAN FULGENZIO DI RUSPE 460-533 d.C.).
Oggi i cristiani sono chiamati a diventare anzitutto dei testimoni credibili di perdono, capaci di amare e di donarsi e di guardare con comprensione e misericordia chi sbaglia come noi.
Poi passiamo magari per fessi ma questa è la logica capace di scardinare il mondo…
Un antico Padre della Chiesa, il santo monaco abate MACARIO IL GRANDE (300-391 d.C.), affermava “…Se un fratello ti offende e tu ne sei turbato, custodisci la tua lingua per non dirgli nulla con ira e non lasciare che il tuo cuore si levi contro di lui, ma ricordati che è tuo fratello, come te immagine di Dio, minacciata dal comune nemico”.
Nella vita siamo sempre nella condizione di assumere atteggiamenti contrastanti ED È LA SAPIENZA CHE CI FA COMPIERE IL GIUSTO DISCERNIMENTO.
Altrimenti l’attitudine che ci è naturale è esattamente il contrario di quelle che il Vangelo ci propone.
Naturalmente siamo indulgenti per noi stessi, e anche quando provochiamo scandalo non lo vediamo neppure, ci rassicuriamo dicendo che non c’è assolutamente motivo di scandalizzarsi.
Abbiamo tante buone ragioni per fare quello che vogliamo, che lo scandalo ci sembra una cosa irrilevante.
Ma diventiamo severissimi quando si tratta del nostro interesse, della nostra dignità.
Perchè, Dio non voglia, se qualcuno pecca contro di noi, diventa una cosa dell’altro mondo: non possiamo perdonare, non possiamo dimenticare.
Ecco allora che dobbiamo chiedere -con grande perseveranza- il dono di saper giudicare le cose con il suo metro, perché questa è l’unica strada buona.
Dobbiamo continuamente, correggere il nostro modo di giudicare: questo è fondamentale, perché se sono sbagliati i nostri giudizi continueremo a sbagliare anche le nostre azioni.
Se invece cerchiamo di avere il giudizio del Signore, potremo anche sbagliare, ma ce ne accorgeremo subito e a poco a poco ci correggeremo, con il suo aiuto.
Nel Libro della Sapienza è detto “…la sapienza è uno spirito amico degli uomini” (1,6).
E molto bello: questo spinto guida con soavità e forza e insegna la via per giungere a Dio e per trovare i giusti rapporti con gli altri.
E di ciò ne facciamo esperienza quando riflettiamo davanti al Signore: se ci mettiamo alla scuola della sapienza essa ci ispira cose buone, che magari all’inizio ci sconcertano, ma di cui intuiamo che sono per il nostro vero bene.
La voce di un Padre spirituale russo TEOFANE IL RECLUSO, Vescovo (nato Georgij Vasilievič Govorov 1815-1894):
- “Abituati a vivere la presenza di Dio, mantieniti sotto il suo sguardo fino a che la tua coscienza sarà tutt’uno col pensiero continuo di Lui. Così sarà il suo Spirito a dirigere tutto in te. Sii severo con te stesso e misericordioso verso gli altri. Non offendere nessuno; se qualcuno ti offende, tu perdona sempre”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!