13.07.2022 – MERCOLEDI’ 15 SETTIMANA P.A. C – MATTEO 11,25-27 “Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.”
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo
In quel tempo, Gesù disse: «TI RENDO LODE, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai SAPIENTI e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce IL FIGLIO SE NON IL PADRE, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Parola del Signore
Mediti…AMO
Dopo il discorso missionario rivolto da Gesù ai discepoli (al capitolo 10), nel vangelo secondo Matteo abbiamo visto una sezione narrativa che ci testimonia l’esistenza intorno a Gesù stesso di un clima di tensione e di contraddizioni alla sua persona (Mt 11-12).
Dalla prigione Giovanni il Battista manda i suoi discepoli a chiedergli (Mt 11,3):
• “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
Domanda che esprime non una mancanza di fede MA UN DUBBIO AL QUALE GESÙ RISPONDE RINNOVANDO LA FEDE DI GIOVANNI, PERCEPENDO PERÒ ANCHE CHE DI FRONTE ALLA PROPRIA PAROLA E AL PROPRIO STILE VI È CHI SI INTERROGA.
Nel frattempo Gesù conosce anche il rifiuto da parte di coloro ai quali si sentiva inviato come parola vivente di Dio e si chiede come mai quella generazione che ha rifiutato Giovanni, asceta rigorista, rifiuti anche lui, che invece ha mostrato il volto misericordioso, accogliente e solidale di Dio, verso i peccatori (Mt 11,16-19).
Proprio le città in cui Gesù aveva fatto azioni prodigiose, come Corazìn e Bèthsaida, le “sue città”, da lui evangelizzate, non hanno dato segni di conversione (Mt 11,20-24).
Il contesto è dunque pesante, è un’ora di prova nel ministero di Gesù, un’ora in cui sono possibili, anzi quasi fisiologici, lo scoraggiamento e il senso di fallimento.
Ma Matteo sottolinea che proprio “in quel tempo”, in quell’ora di “crisi”, Gesù fa sgorgare dal suo cuore un inno di lode gioiosa e convinta a Dio:
• “Riconosco, o Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai saggi e agli intellettuali e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché questa è stata cosa gradita davanti a te”.
Non un lamento si alza da Gesù verso Dio, MA UNA CONFESSIONE CHE È LODE E BENEDIZIONE.
Gesù si rivolge a Dio con una confidenza unica: lo chiama in aramaico “Abbà”, “Papà”, PERCHÉ IN QUESTO NOME SONO RACCHIUSI PER GESÙ LA TENEREZZA, L’AMORE E LA MISERICORDIA.
Dio è Creatore e Signore del cielo e della terra, è l’Altissimo, ma il credente lo riconosce in una relazione di intimità paterna, carica di sentimenti d’amore.
PER QUESTO DIO LO SI ADORA COME SIGNORE, LO SI INVOCA E SI PARLA A LUI COME A UN PADRE.
Esulta Gesù. Esulta nello Spirito, la gioia dilaga, parte dal cuore ed esce dalle sue labbra. E si meraviglia della strategia del Padre, della sua logica inattesa: non sono i sapienti, i dotti che scoprono le cose del Regno, ma gli ultimi, i reietti, i semplici.
Sapienti, intelligenti e infanti. I sapienti e gli intelligenti sono coloro che vogliono racchiudere il Creatore nei limiti del proprio intelletto. Ma Dio è libero ed è amore. Egli si fa accessibile come desidera e non secondo i limiti che l’uomo impone. L’infanzia spirituale dei piccoli è la condizione di coloro che riconoscono un grande, il Padre, al quale tendere la mano per lasciarsi condurre (Dt 8,1-5):
• “1 Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi do, perché viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso della terra che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri.
2 Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
3 Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
4 Il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni.
5 Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te”.
E sono proprio i dotti che in Israele, continuano ad erigere barriere intorno al profeta venuto dal Settentrione, dalla Galilea.
Gesù, invece di scoraggiarsi, vede come sono i piccoli, gli emarginati, coloro che erano ritenuti gli scarti della società del suo tempo, ma anche di oggi, ad accogliere con entusiasmo il suo messaggio.
E comprende e così la sua missione prende una direzione completamente diversa, giacché coloro che pensava avrebbero accolto il messaggio lo stavano invece rifiutando.
Mentre coloro che erano guardati con sufficienza e disprezzo dai religiosi del tempo, accolgono con entusiasmo il messaggio del Signore.
Questa è la logica di Dio.
L’Altissimo:
• si occupa di coloro di cui nessuno si occupa.,
• dona non secondo il merito ma secondo la necessità,
• mostra la strada che conduce alla sua presenza solo a coloro che con umiltà riconoscono la propria miseria.
Nel testo inoltre, o sottolineato in maiuscolo alcune parole chiave, che meritano approfondimento:
• LODARE. Questo verbo è la dichiarazione pubblica della conoscenza dei misteri del regno rivelati al Figlio e ai piccoli.
La lode di Gesù è opposta al lamento verso quanti hanno rifiutato o non riconosciuto la sua divinità e messianicità.
In questa preghiera, Gesù prega nel suo ruolo di Mediatore. Notiamo come inizia la sua preghiera.
• “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra….”
Gesù inizia lodando il Padre e chiamandoLo con il titolo di “Signore”. La parola “Signore” vuol dire “padrone”, e quindi, significa “sovrano”, “Colui che controlla e comanda”.
Gesù dichiara che Dio è il “Signore del cielo e della terra”.
Dio è il sovrano di tutto l’universo, anche se gli uomini non vogliono riconoscerlo come sovrano e lo ignorano o, peggio, lo negano.
Però, in realtà, non possono fare nulla se non è permesso da Dio; inoltre, ogni uomo apparirà davanti a Dio per rendere conto della sua vita sulla terra. Dio è pienamente sovrano su tutto.
Spesso, nella Bibbia, troviamo preghiere in cui si riconosce Dio come il Sovrano di tutto. Faremo bene ad includere questa verità come centrale nelle nostre preghiere.
DIO È ASSOLUTAMENTE SOVRANO SU TUTTO L’UNIVERSO.
Infatti, Gesù dichiara. “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra…”
Dio è il Signore del cielo e della terra, ovvero, di tutto e di tutti. Non esiste nulla sul quale Dio non sia sovrano! Volta dopo volta la Bibbia parla della sovranità di Dio su tutto.
Inoltre questa stupenda preghiera ci fa entrare nel suo cuore: Gesù prova gioia. Di cosa gioisce Gesù?
Il Cristo gioisce della benevolenza del Padre, che non resta lontano e immobile nel suo regno, MA CHE SI FA CONOSCERE E INCONTRARE DAI FIGLI.
Dove incontriamo Gesù? Matteo ricorda che lo incontriamo:
o nella frazione del pane, nel bere al suo calice (Mt 26,26-29)
o e nei fratelli da amare, soprattutto nei miseri (Mt 25).
o Quando la comunione all’unico pane e l’amore reciproco sono il fondamento, il Signore è in mezzo a noi (Mt 18,20) e possiamo lodarlo con tutto il cuore (Dt 6; Mt 22,37).
• SAPIENZA. Gesù paragona sé stesso alla Sapienza (11,19), ma solo i piccoli (infanti e i miseri) lo hanno riconosciuto.
o Come la Sapienza riconosce il Padre (Sir 51,1-10)
o così Gesù ha un rapporto unico con Dio;
o egli è nella condizione di perfetta conoscenza della volontà divina. Come un piccolo, riconosce e indica il più grande.
• PADRE-FIGLIO. L’intreccio dei termini Padre (5 volte) e Figlio (3 volte) ha il sapore delle espressioni del Vangelo di Giovanni:
o Gesù è nel Padre e il Padre in lui (Gv 14)
o e questa comunione d’amore è ciò che è venuto a comunicare.
o Stare con Gesù, ci fa unire e assomigliare sempre più a lui.
o Il tono è sapienziale: In Sapienza 2,13 il giusto è colui che si riconosce e chiama sé stesso “figlio del Signore”.
o Che significa essere figli del Signore? Quale novità ci porta Gesù?
o La novità che porta Gesù è il rapporto intimo che abbiamo con Dio, nonostante le distanze che esistono tra il Creatore e la sua creatura.
o Egli si fa fragilità per raggiungere ognuno di noi, come un padre che non si fa forte sul figlio, ma amorevolmente lo conduce per i sentieri della vita (Dt 8; Sal 16,11).
Il versetto 27 richiama infine inizio e conclusione del Vangelo:
• in Mt 4 le tentazioni sono menzogne del diavolo che insinuano che il mondo non sia nelle mani di Dio;
• in Mt 28,18 il risorto invia i discepoli con il potere che si estende nei cieli e sulla terra.
Fratelli e Sorelle carissimi, ricordiamoci quindi che la salvezza arriva a chi cerca Dio, umilmente, e riconosce la gloria e maestà di Gesù Cristo quale unico Salvatore.
Mi piace molto la dedica che fa Antoine de Saint-Exupéry a quel capolavoro della letteratura mondiale che è “IL PICCOLO PRINCIPE”. Dice:
“A Lèon Werth. Chiedo scusa ai bambini per aver dedicato questo libro a un adulto. Ho un buon motivo: questo adulto è il migliore amico che ho al mondo. Ho un altro motivo: questo adulto può capire tutto, anche i libri per bambini. Ho un terzo motivo: questo adulto abita in Francia, dove ha fame e freddo. Ha un gran bisogno di essere consolato. Se tutti questi motivi non bastano, voglio dedicare il libro al bambino che quest’adulto è stato molto tempo fa. Tutti gli adulti sono stati prima di tutto dei bambini. (Ma pochi di loro se lo ricordano). Quindi correggo la dedica: A Léon Werth quando era bambino”.
Ecco, credo che Dio abbia fatto la stessa cosa con noi. Ha dedicato i Misteri della teologia agli uomini, i suoi amici. MA SOLO A QUEI GRANDI CHE SANNO ESSERE ANCORA BAMBINI.
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!