13.02.2024 MARTEDI’ 6’ SETTIMANA P.A. B – MARCO 8,14-21 “Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 8,14-21
+ In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di ieri parlava del malinteso tra Gesù e i farisei.
Il vangelo di oggi, invece, ci parla del malinteso tra Gesù ed i discepoli e mostra che il “lievito dei farisei e di Erode” (religione e governo), si era talmente impossessato del pensiero dei discepoli che impediva loro di udire la Buona Novella.
E la folla chiedeva ulteriori segni, senza accontentarsi del grande segno che È LA PRESENZA STESSA DEL MAESTRO.
Ma anche gli apostoli non scherzano, infatti, non solo non hanno imparato la compassione, ma il livello di incomprensione dei confronti di Gesù è a livelli di guardia.
Gesù chiede loro di guardarsi dal lievito dei farisei: non devono cedere alla tentazione di una fede fatta solo di osservanza esteriore di precetti, di minuzie legali, di ricerca ossessiva della perfezione rituale.
E di guardarsi dal lievito di Erode che usa la religione a fini politici, utilizzandola per il proprio potere, per i proprio scopi. Il discepolo deve fuggire l’esteriorità e il compromesso.
Il Signore li mette in guardia dal ripiegarsi sulla propria visuale, che diventa una falsa linea d’azione.
Ma gli apostoli non capiscono, pensano ancora al miracolo del pane e non sanno entrare nella dimensione interiore del loro Signore.
Che tristezza, Fratelli e Sorelle, prima Gesù si era rattristato vedendo la “durezza di cuore” dei farisei e degli erodiani (Mc 3,5).
Ora, i discepoli stessi hanno il “cuore indurito” (Mc 8,17).
Prima, “quelli di fuori” (Mc 4,11) non capivano le parabole, perché “…hanno occhi e non vedono, ascoltano, ma non intendono” (Mc 4,12).
Ora, sono i discepoli stessi non capiscono più nulla, perché “…hanno occhi e non vedono, ascoltano, ma non intendono” (Mc 8,18).
Inoltre, l’immagine del “cuore indurito” evocava la durezza di cuore del popolo dell’AT che si allontanava sempre dal cammino.
Evocava inoltre il cuore indurito del faraone che opprimeva e perseguitava il popolo (Es 4,21; 7,13; 8,11.15.28; 9,7…).
L’espressione “hanno occhi e non vedono, ascoltano ma non intendono” evocava non solo la gente senza fede, criticata da Isaia (Is 6,9-10), ma anche gli adoratori dei falsi dèi, di cui il salmo dice “…hanno occhi e non vedono, udito e non sentono” (Sal 115,5-6).
Ma come sempre stiamo bene attenti a scandalizzarci del comportamento dei discepoli, perchè noi siamo peggio.
Se vogliamo applicare alla nostra vita questo passo, dobbiamo correggere questo strabismo che spesso anche noi abbiamo: con un occhio essere sì presi da Gesù e dalla sua vita, con l’altro occhio inseguire i nostri piccoli problemi.
Occorre invece fissare bene entrambi gli occhi su Gesù, avere orecchie per lui, cuore aperto su di lui (Mc 8,17-18): contemplare e comprendere il suo agire, per poi incarnarlo nella vita di ogni giorno.
Dobbiamo imparare a vivere quello che diciamo, “A PAPPAGALLO” nel PADRE NOSTRO, ovvero “…come in cielo così in terra”.
Purtroppo, fino a oggi, la terra è ancora il luogo in cui la volontà di Dio viene negata, contraddetta e contrastata. Gli uomini antepongono la “loro volontà” a quella che Dio ha rivelato nella legge morale e in tutta la Scrittura.
Perfino coloro che credono in Dio e che lo amano sono difettosi nella loro ubbidienza e, fino a ora, la volontà di Dio non è fatta sulla terra così come è fatta in cielo, dove gli angeli santi ed eletti lo servono con ardore, prontezza e combattendo le battaglie spirituali in favore di coloro che devono ottenere la salvezza.
Ma questa preghiera esprime anche la continua e fervente richiesta del compimento della speranza cristiana. Infatti, essa ci proietta nel futuro glorioso che attende la chiesa e nell’epoca in cui, come ci è stato promesso, cielo e terra saranno tutt’uno.
Solo quando il NOME DI DIO sarà santificato in terra come lo è in cielo, il suo regno sarà venuto con potenza e gloria e sarà eliminata l’ultima sacca di resistenza dalla faccia della terra.
Quando ogni angolo del pianeta sarà illuminato dalla gloria di Dio, ogni vetta sarà raggiunta dallo splendore del Redentore e ogni abisso sarà colmato dalla presenza del Signore.
Questa preghiera ci fa sognare e presagire il tempo in cui non solo i corpi celesti, mossi dalle leggi della fisica stabilite nel principio dal Creatore, ubbidiranno perfettamente alla sua volontà.
Ma ci fa pregustare anche il tempo in cui ogni cosa e ogni essere vivente saranno felicemente, gioiosamente, prontamente e sinceramente impegnati al massimo delle proprie facoltà e in modo esclusivo a ubbidire a Dio, godendo nel contemplarlo e nel servirlo in comunione con tutti i suoi santi.
PERCHE’ SOLO CONTEMPLANDO IL CRISTO, PAROLA ETERNA, VIVA, INCARNATA, DEL PADRE, eviteremo l’errore di chiuderci sulle nostre preoccupazioni o, peggio, di giudicare il suo agire in base alla nostra visuale, e impareremo ad avere i suoi occhi per contemplare come dall’alto il ricamo divino che il Padre ha ordito per noi e per i nostri fratelli, dove tutto risulta come una splendida trama d’amore (come ci insegnava magistralmente Padre Pio).
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!