«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 8,11-13
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore
Mediti…AMO
Anche Gesù, come avvenne con Mosè nell’Antico Testamento, aveva alimentato la gente affamata nel deserto, con la moltiplicazione dei pani (Mc 8,1-10), presentandosi quindi dinanzi alla gente come un nuovo Mosè.
Ma il Gesù di MARCO è un uomo ormai addolorato per il rifiuto dei farisei e meravigliato e deluso per il comportamento dei discepoli, che ancora non capiscono.
I primi sono totalmente chiusi alla fede. Se chiedono a Gesù un segno, un miracolo, non è perché vogliono credere in lui, ma per tendergli un tranello. Ma Gesù capisce la loro manovra, rifiuta il segno e li abbandona.
La differenza tra i farisei e i discepoli sta nel fatto che questi ultimi non hanno deciso di farlo morire e non l’abbandonano.
E questo non è poco.
Per il resto sono uguali: il loro atteggiamento di incomprensione nei confronti di Gesù è colpevole.
Entrambi hanno il cuore indurito perché si ostinano a non capire e non riflettono su ciò che vedono e odono.
E, in questo contesto, vediamo che “Gesù sospira profondamente“, sentendo disgusto e tristezza dinanzi a tanta cecità e amaramente conclude dicendo che “…nessun segno sarà dato a questa generazione.”
E li lasciò e se ne andò verso l’altra riva del lago.
Fratelli e Sorelle, non serve a nulla mostrare un bel quadro a chi non vuole aprire gli occhi, perché voi sapete bene che chi chiude gli occhi non può vedere.
E nulla nei secoli, sotto il sole è cambiato, chiediamo sempre e solo segni.
Non ci bastano i tantissimi segni che riceviamo, non ci basta la Parola che nutre i nostri cuori, non ci bastano i Sacramenti che rendono la presenza di Cristo reale ed accessibile.
Non ci basta l’esperienza della comunione ecclesiale né la profezia.
Non ci bastano i tantissimi segni quotidiani di attenzione e tenerezza che Dio ci mostra.
Perché vogliamo segni eclatanti, corriamo appresso a miracoli ed apparizioni, a maghi e veggenti.
E Dio tace e non ci dà alcun segno, ci mancherebbe.
D’altronde, se non sappiamo riconoscere la presenza del Signore attorno a noi come potremo mai credere davanti a un qualunque segno?
Ma allora? Di quanti altri segni abbiamo bisogno per credere?
Come se Dio fosse una marionetta al nostro servizio. Come se, per esistere, Dio dovesse continuamente esaudire i nostri desideri, a volte seri, molto più spesso futili ed inutili. Di quanti altri segni ho bisogno per credere che Dio è ed è presente nella nostra quotidianità?
I farisei sapevano benissimo che Gesù era un vero profeta del Dio Altissimo, perché lo attestavano le sue opere, che non potevano essere il frutto di un uomo, ma di un uomo che è vitalmente legato a Dio.
Lo sapevano che il Cristo era da Dio. ma non volevano però che lo fosse e pensarono di sfidarlo chiedendogli un segno dal cielo, ostinandosi a NON VOLER VEDERE che tuttala vita di Gesù era un segno dal cielo.
Lui stesso, nella sua natura e persona divina, veniva dal cielo. Tutte le sue parole venivano dal cielo. Ogni sua opera veniva dal cielo. Ogni sua decisione veniva dal cielo.
In Cristo Gesù tutto è dalla volontà e dal cuore del Padre.
Che Gesù fosse dal cielo, tra l’altro, è evidenza storica.
E il Maestro non fa segni a richiesta per attestare la sua verità.
È la sua vita la sua verità, allo stesso modo che è la vita del cristiano la sua verità.
Il Cristo non deve dimostrare nulla.
A noi deve essere sufficiente osservare la sua vita, che è il segno dei segni.
Come dovrebbe il segno dei segni LA VITA DEL DISCEPOLO DI GESÙ, una vita tutta spirituale, traboccante di carità, amore, compassione, verità, giustizia, piena osservanza della Parola del Vangelo.
Dinanzi ad una vita che è il segno perennemente nuovo che Dio offre all’umanità, non si possono chiedere altri segni.
E il Cristo è venuto sulla nostra terra non per compiere segni, ma per offrire all’uomo l’unico segno vero, IL SUO AMORE CROCIFISSO.
Un uomo che ama dalla croce, che dalla croce riversa lo Spirito Santo sopra l’umanità, non ha altri segni da offrire.
HA OFFERTO TUTTO.
IL NON CREDE È DOVUTO SOLO ALLA CHIUSURA DEL NOSTRO CUORE E DELLA NOSTRA MENTE.
Purtroppo non lo abbiamo compreso, né lo comprenderemo mai.
Anzi, continuiamo a chiedere ininterrottamente a Dio segni e miracoli. La tentazione più grande contro la fede è dire: Perché Dio non interviene?
Perché non si manifesta in modo più evidente?
Perché non entra con più forza nella storia degli uomini, cambiando situazioni ingiuste, liberando gli oppressi, convertendo i cuori induriti?
Noi stessi siamo sempre alle prese con le nostre debolezze e peccati: perché Dio non ci cambia e non ci rende più buoni?
La fede si vive nell’oscurità.
Noi non comprendiamo le vie di Dio, che rimane inaccessibile, incomprensibile, misterioso.
Dio ci dà tanti motivi per credere ed un egual numero di motivi per non credere.
Ci lascia veramente liberi, non vuole imporci nulla né vincerci con la sua forza.
Dio si capisce solo nella fede e nell’amore.
Fede significa anche fiducia completa.
La mancanza di efficacia della fede è la difficoltà maggiore del credere.
Il cristianesimo sembra inefficace nella storia degli uomini: sembra che non cambi nulla, che lasci tutto come prima.
La via evangelica della conversione del cuore e della non violenza appare spesso perdente.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!