12 luglio 2024 venerdi’ 14’ settimana P.A.  B – MATTEO 10,16-23 “..in illo tempore dixit JESUS”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 10,16-23

+ In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come AGNELLI in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Alla comunità dei suoi discepoli, chiamati e radunati intorno a sé, e investiti della sua stessa autorità come collaboratori, Gesù affida loro delle direttive in vista della loro futura missione.

Gesù introduce questa parte del suo discorso con due metafore: quella degli AGNELLI in mezzo ai lupi; e quella in cui ci invita ad essere PRUDENTI COME I SERPENTI, MA SEMPLICI COME LE COLOMBE.

La prima serve a mostrare il contesto difficile e pericoloso nel quale i discepoli sono inviati.

Ma se da un lato viene evidenziata la pericolosa situazione in cui si vengono a trovare i discepoli inviati in missione, dall’altra l’espressione «io vi mando» esprime la protezione divina.

Anche riguardo all’astuzia dei serpenti e alla semplicità delle colombe Gesù sembra connettere due atteggiamenti: fiducia in Dio e riflessione prolungata e attenta nel modo di relazionarsi con gli altri.

Gesù, poi, fa seguire un ordine che a prima vista sembra improntato a un’accentuata sfiducia «…guardatevi dagli uomini...», che in realtà vuol dire state attenti a possibili persecuzioni, ostilità e denunce.

L’espressione «vi consegneranno» non allude solo all’accusa in tribunale ma ha soprattutto un valore teologico: il discepolo che è alla sequela di Gesù potrà sperimentare la stessa esperienza del Maestro di «essere consegnato nelle mani degli uomini».

I discepoli devono essere forti e resistenti «per dare testimonianza», la loro consegna ai tribunali deve diventare testimonianza ai Giudei e ai pagani, è la possibilità di poterli attrarre alla persona e alla causa di Gesù e quindi alla conoscenza del vangelo.

Fratelli e Sorelle, premesso quanto sopra, si capisce bene che la vita del cristiano, troppo spesso, non è facile, porta con se sofferenza, dolore, contrarietà.

Nei nostri giorni, ci muoviamo in un ambiente che non èpiù cristiano, come al tempo degli apostoli. Ma l’ambiente non può essere una scusa per non evangelizzare.

Di fronte a questa situazione, Gesù ci indica la soluzione: DOBBIAMO DARE TESTIMONIANZA.

Ma a volte, noi cristiani ci sentiamo talmente inibiti dalla contrarietà dell’ambiente, che ce ne serviamo come scusa per non evangelizzare.

Gesù sa bene che ci manda in mezzo ai lupi, ma, non smette di volerci suoi testimoni e ci incoraggia a fare il bene, in qualsiasi occasione, buona o non buona.

PERCHÉ LA VIOLENZA È VINTA DALL’AMORE, LA MORTE DALLA VITA.

San Josemaría Escrivà de Balaguer, diceva «…questo deve essere l’impegno e il compito del cristiano: annegare il male nella sovrabbondanza del bene» (in “Solco”, al n.864).

Di conseguenza, questo brano del vangelo rappresenta lo specchio della dolorosa esperienza delle comunità cristiane nel corso dei primi decenni della nostra era: professare la propria fede in Gesù significava spesso persecuzione, isolamento, umiliazione e MORTE.

Per molti cristiani, quello che descrive il Vangelo è ancora oggi la realtà orribile.

FAR PROFESSIONE DELLA NOSTRA FEDE ESIGE MOLTO SPESSO UNA GRANDE DOSE DI CORAGGIO.

In quel tempo Israele, sperimentò sulla propria pelle, la tragica esperienza della distruzione del Tempio di Gerusalemme, che fece implodere il mondo giudaico: e nel tentativo di salvare il salvabile i rabbini esclusero dal resto di Israele anche i seguaci del Nazzareno.

E noi possiamo solo immaginare la reazione dei discepoli ebrei che, a causa della loro fede in Gesù, si ritrovarono scomunicati…

Questo brano di Vangelo potrebbe essere quindi una buona occasione per pensare ai nostri fratelli cristiani, non soltanto pregando, ma chiedendoci che cosa possiamo fare per loro?

Come DEVO, IO PER PRIMO, ma anche dobbiamo chiederci se davvero mettiamo il nostro coraggio al servizio del Vangelo.

Ormai noi cristiani cattolici siamo in minoranza in questa nostra società.

ECCO ALLORA, Fratelli e Sorelle, che dobbiamo porci la domanda giusta: nell’ambito delle nostre relazioni, difendiamo LA NOSTRA FEDE, ogni volta che è necessario, oppure PER OPPORTUNITA’, PER EDUCAZIONE, PER PAURA, PER ESSERE “POLITICALLY CORRECT” TACCIAMO?

E se lo facciamo ci siamo dimenticati di ciò che ci dice la prima lettera di Pietro (1Pt 3,15):

  • Siate sempre pronti a rispondere a tutti coloro che vi chiedono delle spiegazioni riguardo alla speranza che è in voi”.

A questa esortazione, Pietro aggiunge una parola molto importante, CHE MAI DOBBIAMO DIMENTICARE NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI:

  • “…Ma fatelo con dolcezza e rispetto” (1Pt 3,16).

Già la dolcezza e il rispetto… due cose che non abitano ormai la nostra società malata, arrogante ed egoista, all’interno della quale siamo chiamati a testimoniare QUESTI DUE INCOMMENSURABILI VALORI..

Ma da soli non possiamo farlo e non chiediamo aiuto allo SPIRITO SANTO.

Essere coerenti, vivere cristianamente, è una GRAZIA, che dobbiamo chiedere al Signore.

Di fronte a questo apparente paradosso, di essere come agnelli in mezzo ai lupi, Gesù ci fa guardare più lontano.

IL CRISTIANO È SÌ AGNELLO, MA CONTA SULL’AIUTO DELLO SPIRITO SANTO, SULLA FORZA DELLA GRAZIA.

MA DIO È ASSOLUTAMENTE PIÙ POTENTE DI QUALUNQUE BRANCO DI LUPI.

E allora, Fratelli e Sorelle, nei momenti in cui siamo abbattuti dal dolore, dalla cattiva sorte, dalla malattia e, umanamente, perdiamo la visione positiva della vita e ci sentiamo STREMATI, DIRIGIAMO LA NOSTRA PREGHIERA AL CIELO E MANTENIAMO LA FIDUCIA IN DIO CHE HA VINTO IL MONDO.

 

 

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!