12 AGOSTO 2024 LUNEDI’ 19’ SETTIMANA P.A. B – Mt 17,22-27 “…lo uccideranno, ma risorgerà”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…

. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo Mt 17,22-27

+ In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E

Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

I cinque versi del vangelo di oggi parlano di due temi assai diversi tra loro:

  1. Il secondo annuncio della passione, morte e risurrezione di Gesù (Mt 17,22-23);
  2. Informano sulla conversazione di Gesù con Pietro sul pagamento delle tasse e delle imposte al tempio (Mt 17,24-27).

Il brano a prima vista è abbastanza strano e i suoi elementi sono davvero eterogenei.

Come ho detto, prima c’è la seconda edizione della passione e resurrezione di Gesù, messa lì a secco senza nessuna connessione col contesto, e subito dopo il problema del tributo al tempio, se sia da pagare o no.

Il testo, comunque, inizia con l’annuncio della morte e risurrezione di Gesù, annunzio, che aveva prodotto una forte reazione da parte di Pietro, che non voleva sentir parlare ne’ della sofferenza ne’ della croce, a cui il Signore aveva risposto con la stessa forza, dicendo “va dietro a me, satana!”

Mentre nel secondo annuncio, la reazione dei discepoli è più blanda e meno aggressiva, anche se questo annunzio aveva prodotto tristezza, in quanto essi avevano cominciato a comprendere che la croce fa parte del cammino di ognuno.

Anche se Gesù cerca di aiutarli a capire, tutto è reso difficile dalla resistenza di secoli CONTRO L’IDEA INCONCEPIBILE DI UN MESSIA CROCIFISSO.

Si passa poi al secondo tema.

Quando giungono a Cafarnao, gli esattori della tassa del Tempio chiedono a Pietro “Il vostro maestro non paga la tassa per il Tempio?”

Pietro risponde “Sì!”

Fin dai tempi di Neemia (V secolo a.C.), i giudei che erano ritornati dall’esilio in Babilonia, si impegnarono solennemente nell’assemblea a pagare le diverse tasse ed imposte per fare in modo che il Tempio continuasse a funzionare e per curare la manutenzione sia del servizio sacerdotale che dell’edificio del Tempio (Ne 10,33-40).

Da ciò che emerge nella risposta di Pietro, Gesù pagava questa imposta come facevano tutti i giudei.

Il brano, come anticipato, contiele una strana dissertazione che il Signore tiene con Pietro, riguardo ad una imposta da pagare.

Premesso questo, quando fanno ritorno a casa, Gesù chiede “…che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?”

Pietro risponde “Dagli estranei”, e Gesù dice “”Quindi i figli sono esenti!”

Sicuramente qui si rispecchia una discussione esistente tra i giudei-cristiani prima della distruzione del Tempio, nell’anno 70, i quali si chiedevano se dovevano o meno continuare a pagare l’imposta del Tempio, come facevano prima.

Finalmente, grazie alla risposta di Gesù, scoprono che non hanno l’obbligo di pagare questa tassa “I figli sono esenti”.

I figli sono i cristiani, ma pur non avendo l’obbligo di pagare, la raccomandazione di Gesù è quella che debbano farlo, per non provocare scandalo.

Infatti la conclusione della conversazione sul pagamento della tassa e ancora più strana ancora della conversazione, per la soluzione che Gesù dà alla questione, e dice a Pietro:

  • Ma perché non si scandalizzino, va’ al mare, getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te”.

Strano miracolo, come quei 2000 porci che si precipitarono nel mare (Mc 5,13

Pietro, come sempre, risponde precipitosamente.

Ma noi tutti dobbiamo essere riconoscenti a Pietro, poichè anche noi spesso parliamo senza riflettere.

Nella spiegazione, data a Pietro per la sua preparazione, in vista del compito che gli sarebbe stato affidato, di pastore del gregge di Cristo, Gesù mostra che dobbiamo essere pronti a conformarci alla necessità di contribuire al mantenimento delle strutture sociali, di cui comunque facciamo parte.

Ricordiamo ad esempio la decisione del Vaticano di pagare allo Stato Italiano l’imposta sugli edifici di proprietà di quello Stato, e degli edifici di culto, esistenti nel territorio italiano, che ha posto fine ad una verbosa “quaestio” che stava in piedi dalla notte dei tempi.

In un certo senso, è bello che Pietro non esiga esenzioni o facilitazioni per Gesù, il quale aveva voluto condividere la nostra condizione umana sotto ogni aspetto, tranne il peccato.

Ma il modo in cui viene dato il contributo è straordinario.

L’abilità di Pietro come pescatore è il mezzo umano impiegato per “trovare” il denaro, mentre davvero miracolosa è la coincidenza per cui Pietro pesca il pesce che aveva inghiottito proprio la somma necessaria.

E così, nel cammino dei secoli, la nostra fedele obbedienza ci farà sempre uscire in modo onesto dalle difficoltà e dalle controversie che affronteremo lungo il cammino dei secoli.

Ma c’è un particolare stupendo e inconcepibile, a prima vista, allo stesso tempo.

Sta al centro del brano, alla fine del versetto 26, anche se la traduzione italiana non rende il senso, si dice: I figli sono esenti.

Nel testo greco si dice: I figli sono liberi.

Il senso di tutto questo racconto è che i figli sono liberi, è il grosso tema della libertà e della figliolanza.

E la predizione della passione di Gesù, che è il Figlio dell’uomo che si mette nelle mani degli uomini, è ciò che ci rende figli, perché lui si fa nostro fratello e ci rende liberi.

Quindi in quanto liberi non dobbiamo pagare nessun tributo.

Se non l’unico tributo da pagare al Padre celeste, che è l’amore fraterno.

E questo tributo Pietro lo trova stranamente nell’abisso e nel pesce, per sé e per Gesù.

Ma che significa?

Lo si comprende se si riflette e ci si ricorda che, chi è che va nell’abisso, pagando il tributo per tutti, per sè e per gli altri, È GESU’ CRISTO.

CHE CONSEGNANDOSI NELLE MANI DEGLI UOMINI È STATO IL TRIBUTO DELL’AMORE FRATERNO, DELL’AMORE DI DIO STESSO, CHE DIO STESSO HA PAGATO ALL’UOMO PER RENDERLO FIGLIO.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!