«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 6,12-19
+ In quei giorni, Gesù se ne andò SUL MONTE a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore
Mediti…AMO
QUESTO BRANO HA SEMPRE SCONVOLTO LA MIA VISIONE DEL MONDO E DELLA SCELTA “MANAGERIALE”, DIREMMO OGGI, DEI NOSTRI COLLABORATORI.
Siamo molto attenti a fare “screening” o “casting”, o “colloqui mirati”, per valutare efficienza, competenze ed attitudini, nonché bella presenza e qualità oratorie del candidato.
Sennò “...vada a farsi benedire”.
Luca è l’unico che aggiunge questo particolare, e non di poco conto: prima di scegliere il gruppo dei dodici Gesù ha passato l’intera notte a pregare.
Un gruppo che avrebbe dovuto seguirlo più da vicino, essere istruito, aiutarlo, preparagli la strada dell’annuncio.
Gli evangelisti non sono concordi nella lista dei nomi, quello che conta è che siano dodici, richiamando le tribù di Israele, come ad indicare un nuovo Israele.
Ma il dettaglio della PREGHIERA, piuttosto caratteristico in Luca che spesso racconta l’atteggiamento orante di Cristo prima delle decisioni più importanti, ci sbalordisce.
Diremmo noi… ma come… dopo un’intera notte di preghiera Gesù sceglie proprio “quei dodici”?
Alcuni di loro li conosciamo bene.
Alcuni sono persone diverse per cultura e temperamento, alcuni del tutto impreparati, altri abituati più al lavoro manuale che alla predicazione…
Gesù mette insieme pescatori con pubblicani, atei con credenti zelanti, progressisti con conservatori.
E tutti, DA SUBITO, MOSTRERANNO IL LORO EVIDENTE LIMITE, LA LORO FATICA, IL LORO PECCATO, LA LORO UMANA INCAPACITÀ.
Allora umanamente, mi viene spontaneo chiedermi: o Gesù ha fatto fiasco con la sua preghiera, oppure, CERTAMENTE, IO CREDO, CHE DOBBIAMO RIVEDERE QUELLA NOSTRA IRREALE IDEA DI CHIESA CHE CI SIAMO COSTRUITI “A NOSTRA IMMAGINE”…
Ma cerchiamo di entrare nel testo evangelico odierno, che ci parla di due fatti:
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descrive la scelta dei dodici apostoli (Lc 6,12-16)
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informa che c’era una folla immensa che voleva incontrare Gesù per ascoltarlo, toccarlo ed essere guarita (Lc 6,17-19).
Prima della scelta definitiva dei dodici apostoli, Gesù sale sulla montagna e vi trascorre una notte intera in preghiera, per condividere col Padre suo e Nostro, chi scegliere.
Spesso Gesù si ritirava in preghiera in luoghi solitari.
Io vagamente riesco ad immaginare l’intimità di comunione che Egli riusciva a stabilire con il Padre celeste.
E in questo contesto, si fa più intensa e prolungata la preghiera, che Gesù fa prima di compiere le sue scelte più importanti.
Noi sappiamo che il Maestro ha pregato nel deserto per quaranta giorni prima di iniziare la sua vita pubblica.
E oggi trascorre la notte in orazione prima di scegliere i Dodici.
Quindi sceglie i Dodici, i cui nomi sono indicati nei vangeli, dando loro il titolo di “apostolo”, che significa “inviato”, cioè missionario.
Perché essi sono stati chiamati a svolgere quella stessa missione che Gesù ha ricevuto dal Padre (Gv 20,21).
Marco entra nel dettaglio e specifica la missione e dice che Gesù li chiamò per stare con lui e mandarli in missione (Mc 3,14).
I nomi dei dodici apostoli.
Con piccole differenze i nomi dei Dodici sono uguali nei vangeli di Matteo (Mt 10,2-4), Marco (Mc 3,16-19) e Luca (Lc 6,14-16), che provengono dall’Antico Testamento:
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Simeone è il nome di uno dei figli del patriarca Giacobbe (Gn 29,33).
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Giacomo è il nome stesso di Giacobbe (Gen 25,26).
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Giuda è il nome dell’altro figlio di Giacobbe (Gen 35,23).
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Matteo anche aveva il nome di Levi (Mc 2,14), l’altro figlio di Giacobbe (Gen 35,23).
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Dei dodici apostoli, sette hanno il nome che viene dal tempo dei patriarchi:
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due volte Simone,
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due volte Giacomo,
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due volte Giuda,
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ed una volta Levi.
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Alla luce di quanto accennato possiamo dire che i Dodici, chiamati da Gesù per formare con Lui la prima comunità, non erano santi.
Erano persone comuni, come tutti noi.
Avevano le loro virtù ed i loro difetti. I vangeli informano molto poco sul temperamento e il carattere di ciascuna di loro.
Ma ciò che dicono, anche se poco, è per noi motivo di consolazione.
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PIETRO era una persona generosa e piena di entusiasmo (Mc 14,29.31; Mt 14,28-29), ma nel momento del pericolo e della decisione, il suo cuore diventa piccolo e fa marcia indietro (Mt 14,30; Mc 14,66-72). Giunge ad essere satana per Gesù (Mc 8,33). Gesù lo chiama “Kephàs” “Pietra” (da cui Pietro). Pietro di per sé non era affatto di Pietra, ma diventerà pietra (roccia), perché Gesù prega per lui (Lc 22,31-32).
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GIACOMO e GIOVANNI sono disposti a soffrire con e per Gesù (Mc 10,39), ma erano molto violenti (Lc 9, 54). Gesù li chiama “Boanerghès” ovvero “figli del tuono” (Mc 3,17). Giovanni sembrava avere una certa invidia. Voleva Gesù solo per il suo gruppo (Mc 9,38).
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FILIPPO aveva un modo di fare accogliente. Sapeva mettere gli altri a contatto con Gesù (Gv 1,45-46), ma non era molto pratico nel risolvere i problemi (Gv 12,20-22; 6,7). A volte, era molto ingenuo. Ci fu un momento in cui Gesù perse la pazienza con lui e gli disse “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?” (Gv 14,8-9)
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ANDREA, fratello di Simon Pietro ed amico di Filippo, era più pratico. Filippo ricorre a lui per risolvere i problemi (Gv 12,21-22). Andrea chiama Pietro (Gv 1,40-41), ed era sempre Andrea che trovò il fanciullo con cinque pani e due pesci (Gv 6,8-9).
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BARTOLOMEO sembra essere lo stesso che NATANAELE. Costui era di lì e non poteva certamente mai ammettere che qualcosa di buono potesse venire da Nàzareth (Gv 1,46).
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TOMMASO fu capace di sostenere la sua opinione, una settimana intera, contro la testimonianza di tutti gli altri (Gv 20,24-25). Ma quando vide che si era sbagliato non ebbe paura di riconoscere il suo errore (Gv 20,26-28). Era generoso, disposto a morire con Gesù (Gv 11,16).
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MATTEO o LEVI era pubblicano, esattore, come Zaccheo (Mt 9,9 e Lc 19,2), era una persona impegnata nel sistema oppressore dell’epoca, al servizio dei romani.
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SIMONE, invece, sembra che appartenesse al movimento che si opponeva radicalmente al sistema che l’impero romano imponeva al popolo giudeo. Per questo lo chiamavano anche Zelota (Lc 6,15), gruppo che giunse a provocare una rivolta armata contro i romani.
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GIUDA ISCARIOTA era colui che si occupava del denaro nel gruppo (Gv 13,29), diremmo il tesoriere. Tradisce Gesù.
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C’erano poi GIACOMO DI ALFEO e GIUDA TADDEO, di cui vangeli non dicono nulla, salvo il nome.
Vorrei anche spendere due parole su un verbo che ho scritto in maiuscolo e sottolineato alll’inizio del brano evangelico, che indica UN MOVIMENTO, UNA AZIONE IMPORTANTE CHE GESU’ COMPIE.
SALIRE sul monte significa entrare nel mistero di Dio, immergersi nella luce che purifica e risana il cuore.
DISCENDERE dal monte significa condividere le vicende della storia, il cammino faticoso dell’umanità.
E voi sapete bene che non possiamo discendere se prima non siamo saliti: se non viviamo l’esperienza delle altezze, nelle quali Dio si rivela in tutta la sua bellezza, come potremmo abbracciare -QUI, NEL MONDO, le miserie dell’umanità, riconoscendo nelle sue molteplici imperfezioni LA PRESENZA LUMINOSA DI DIO, che ha fatto bene ogni cosa e che per mezzo del suo Santo Spirito FA NUOVA OGNI COSA CHE ABBIAMO SVIATO?
Solo chi ha imparato a contemplare Dio, potrà riconoscerlo nel volto dei fratelli, anche di quelli più umili, SOPRATTUTTO DI QUELLI CHE SONO VESTITI DI PECCATO, che stanno PARTICOLARMENTE A CUORE A DIO.
Dobbiamo imparare a salire sul monte per ricevere quella Parola che, fedelmente, andremo a donare ai fratelli.
Se non abbiamo accolto la Parola di Dio, agli altri daremo solo parole umane, esortazioni che nascono dal buon senso, suggerimenti che non hanno la forza di sanare il cuore.
Se vogliamo stare in mezzo alla moltitudine, IN NOME DI DIO, dobbiamo prima imparare a frequentare le altitudini.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!