12.02.2024 LUNEDI’ 6’ SETTIMANA P.A.  B– MARCO 8,11-13 “Perché questa generazione chiede un segno?”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 8,11-13

+ In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

Mediti…AMO

Il Signore sospira davanti all’incredulità della folla che, davanti ai segni straordinaria grandezza che egli compie, ancora chiede segni, mai sazia, mai convinta, mai definitivamente convertita.

Non sono bastate le guarigioni, la condivisione del pane, i miracoli. Servono altri segni, sempre.

Gesù ha appena sfamato 4000 persone, partendo da una manciata di pani e di pesci.

Muti e sordi, ciechi e storpi, lebbrosi e paralitici, contravvenendo all’ordine del Signore, gridano forte al mondo di essere stati guariti.

Molti di più hanno trovato nelle sue parole lo specchio di una vita diversa, e il volto di un Dio inatteso e tanto desiderato.

Ma torniamo al testo.

Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova”.

Da una parte la folla che si accosta con fiducia e dall’altra i farisei, diffidenti oltre ogni ragionevole limite.

Hanno visto o saputo dei tanti miracoli compiuti da Gesù, l’ultimo è stato appena raccontato (8,1-10), eppure chiedono ancora “un segno dal cielo” (8,11), cioè qualcosa che attesti in modo incontrovertibile che sia proprio Lui l’Inviato di Dio.

Non è una richiesta, MA UNA VERA E PROPRIA SFIDA, non una domanda carica di fiducia ma una tentazione.

I farisei non vogliono credere, che il segno più importante, È PROPRIO LA VITA STESSA DI GESÙ, CHE CON LE SUE PAROLE E I SUOI ATTI MANIFESTA LA BONTÀ E LA POTENZA DI DIO.

Essi pretendono un segnale inconfondibile, che vada al di là di ogni guarigione, ogni miracolo finora compiuti.

Il segno che essi chiedono dovrà essere talmente eclatante da lasciarli quasi senza respiro.

Vogliono una vera opera di magia e per di più fuori di ogni saggezza ed intelligenza divina.

Ma noi sappiamo che Dio compie segni e prodigi solo per la sua eterna misericordia, e per la pietas che nutre verso la sua creatura.

E, cerchiamo di non meravigliarci, perchè anche noi siamo sempre alla ricerca di ulteriori conferme, di gesti eclatanti.

Non ci basta la rivelazione giunta fino a noi attraverso la luminosa testimonianza degli apostoli: abbiamo bisogno di veggenti che stupiscono, che aggiungono, che svelano.

Abbiamo bisogno di statue che piangono lacrime, olio o sangue.

Abbiamo bisogni di apparizioni straordinarie.

E ci dimentichiamo che la tentazione più grande contro la fede è dire:

  • Perché Dio non interviene?
  • Perché non si manifesta in modo più evidente?
  • Perché non entra con più forza nella storia degli uomini, cambiando situazioni ingiuste, liberando gli oppressi, convertendo i cuori induriti?
  • Noi stessi siamo sempre alle prese con le nostre debolezze e peccati: perché Dio non ci cambia e non ci rende più buoni?

Fratelli e Sorelle, la fede si vive nell’oscurità.

Noi non comprendiamo le vie di Dio, che rimane inaccessibile, incomprensibile, misterioso.

Dio ci dà tanti motivi per credere ed un egual numero di motivi per non credere, per renderci veramente liberi, perchè non vuole imporci nulla né vincerci con la sua forza.

A DIO SI ARRIVA A CREDERE SOLO NELLA FEDE E NELL’AMORE.

E aver Fede equivale ad aver fiducia completa. Infatti la mancanza di efficacia della fede è la difficoltà maggiore del credere.

Il cristianesimo sembra inefficace nella storia degli uomini: sembra che non cambi nulla, che lasci tutto come prima.

Tanto che la via evangelica, della conversione del cuore e della non violenza, appare spesso perdente.

Giovanni Paolo II, commentando quest’episodio della vita di Gesù Cristo, dice: «Gesù invita al discernimento oltre le parole e le opere che testimoniano (sono “segni di”) l’arrivo del regno del Padre».

NON CI BASTA IL MIRACOLO QUOTIDIANO DELLA VITA: ABBIAMO BISOGNO DI DIMOSTRAZIONI CONTINUE DELLA PRESENZA DI DIO NELLE MINUZIE CHE VIVIAMO.

NON CI BASTA LA PAROLA CHE NUTRE I NOSTRI CUORI, NÉ I SACRAMENTI CHE RENDONO LA PRESENZA DI CRISTO REALE ED ACCESSIBILE.

NON CI BASTA L’ESPERIENZA DELLA COMUNIONE ECCLESIALE NÉ LA PROFEZIA.

Ma occorre un segno, che è una garanzia ulteriore che vogliamo, perché non ci basta la promessa e non ci fidmoia della PAROLA data.

MA CI DIMENTICHIAMO CHE DIO NON FA RUMORE.

Come ci ricorda il profeta Elia, nel primo Libro dei Re, che riconobbe Dio in una brezza leggera:

  • “Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore»” (1Re 19,11-14).

Purtroppo, Fratelli e Sorelle carissimi, nemmeno CI BASTANO I TANTISSIMI SEGNI QUOTIDIANI DI ATTENZIONE E TENEREZZA CHE DIO CI MOSTRA.

Per cui, ogni domanda di un segno, altro non è che UNA ATTESTAZIONE DI SFIDUCIA NEL SIGNORE.

Ma, davanti a tali richieste, il Signore, semplicemente, se ne va, si allontana.

Dio è esasperato dalla nostra mancanza di fiducia, dalla nostra ottusità, come se dovesse continuamente dimostrarci qualcosa, come se dovesse continuamente combattere per dimostrare che è ed è presente.

Vi scongiuro, Fratelli e Sorelle!

Non corriamo il rischio di perdere il Signore perché il nostro cuore non sa stupirsi della sua presenza!

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!