11 maggio 2024 SABATO 6’ SETTIMANA DI PASQUA B – GIOVANNI 16,23-28 “Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 16,23-28

+ In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Gesù continua ad aprirsi con i suoi nei giorni che precedono la passione, per anticipare le realtà sublimi che otterrà, per i suoi, attraverso la sua morte e la sua risurrezione.

Incarnandosi, Cristo, Mediatore tra Dio e gli uomini, ha reso possibile che ci fosse una sola famiglia nel cielo e sulla terra, la famiglia dei figli di Dio.

Ed ha fatto si che il Padre Suo è divenntato anche il nostro Padre, e possiamo partecipare, della sua vita divina, attraverso la risurrezione.

Grazie a cio, possiamo anche noi, far nostre le parole del Signore e dire “…il Padre mi ama”.

È in questo nuovo ordine che la preghiera cristiana trova il suo posto.

Noi prima non sapevamo chiedere, e non potevamo farlo.

Non si tratta di pregare ma “di avere una relazione di amicizia con Colui che noi lo sappiamo, ci ama” (Teresa di Gesù, Vita 8).

Noi, prima, non sapevamo domandare e non potevamo farlo.

Leggiamo innfatti tra le righe, di questo brano, un invito alla preghiera, nella sua forma prima e più spontanea.

Il chiedere orienta la preghiera stessa.

Bisogna imparare a chiedere, qualunque cosa, ma con insistenza, come la vedova importuna del vangelo.

Il chiedere educa in noi la domanda, ma anche orienta la capacità di attenzione alla vita, agli altri.

Lentamente il chiedere diventa intercedere, mediare, riconoscere l’errore, convertirsi, adorare, aspettare, ringraziare.

La preghiera è la comunicazione di chi è in ricerca, di chi sta interrogandosi sulle radici della propria gioia, di chi sta sintonizzandosi con la volontà di Dio, per desiderare ed amare come Lui.

E siamo certi che saremo ascoltati se facciamo nostra la nostra preghiera di Cristo.

Così terminano le preghiere della liturgia e così deve terminare la nostra: “per Cristo, Tuo Figlio, e nostro Signore”.

In Gesù Cristo, Dio si è fatto vicino, più intimo a noi di noi stessi.

Ora possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo “Padre” (Rm 8,15) perché non siamo più servi ma amici.

È questa la cornice in cui prende forma quella preghiera, alla quale Dio non sa resistere.

Pregare non consiste nel chiedere qualcosa come estranei che desiderano ottenere un favore, ma presentarsi come figli che sono uniti NEL FIGLIO.

Pregare “NEL NOME DI GESÙ” non significa utilizzare una formula particolare, ma entrare in quell’amicizia così intima con l’Altissimo, che ci permette di chiedere solo quello che Gesù stesso chiede “…Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16).

Mai dobbiamo dimenticare che camminiamo in questa vita, come poveri che hanno bisogno di tutto.

MA QUI STA IL CENTRO DEL PROBLEMA.

Non dobbiamo chiedere di darci ciò che nella vita materiale non possediamo.

Gesù ci insegna a non chiedere cose MA AD INVOCARE LO SPIRITO.

Abbiamo bisogno di Dio per non cedere al male che ci affascina, per affrontare la fatica dei giorni e riempire la vita di quella gioia che nessuno può togliere.

Invocando lo Spirito, manifestiamo la coscienza di dipendere in tutto e per tutto da Dio.

ED È QUESTA LA PREGHIERA PIÙ GRADITA.

Fratelli e Sorelle non dobbiamo mai dimenticare il cardine della questione: proclamare la nostra fede in Cristo, che è il Pontefice tra noi e Dio.

Perché è perché crediamo in Cristo, che facciamo parte del progetto di Dio, che adempiamo a questo progetto.

Ed è in NOME DI GESÙ CRISTO che possiamo chieder,e e che quello che chiederemo ci sarà concesso.

È per l’amore che ci lega a Gesù e al Padre, che nulla ci sarà negato.

Quindi, amare Gesù, sarà quel legame che ci farà amare dal Padre, perché Dio lo ha sacrificato per amore nostro.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!