«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 6,6-11
+ Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore
Mediti…AMO
Siamo così giunti al terzo miracolo operato da Gesù in giorno di sabato, dopo la liberazione dell’indemoniato nella Sinagoga di Capernhaum e della suocera di Simone dalla febbre.
Apparentemente non sappiamo dove avvenne l’episodio, ma poiché Matteo scrive “…andò nella loro sinagoga”, quella cui facevano riferimento i farisei che avevano accusato i discepoli di infrangere il sabato strappando le spighe e mangiando i chicchi di grano, ci lascia ragionevolmente supporre sia stata la stessa.
Il racconto, che armonizzeremo con gli interventi di Marco e Matteo, non trova problemi interpretativi e può considerarsi complementare a quello precedente delle spighe strappate; ciò ci consente di dare qualche cenno sugli scribi, i farisei e gli erodiani, oltre che meditare quanto avvenuto.
Comunque siamo nuovamente di sabato, e nuovamente di fronte ad una norma biblica, che viene travolta e stravolta dal legalismo.
Luca pone davanti a Gesù un uomo dalla mano inaridita, secca, paralizzata.
Nessuno è interessato a chiedere la sua guarigione e tanto meno il diretto interessato.
Eppure la malattia non era solo un problema individuale, perchè i suoi effetti si ripercuotono per tutta la comunità.
Ma nel nostro racconto non emerge tanto il problema della malattia QUANTO IL SUO ASPETTO CON IL SABATO, perchè Gesù viene criticato solo perché ha guarito IN GIORNO DI SABATO.
Nuovamente abbiamo una feroce disputa contro chi crede di essere fedele alla Legge e gradito a Dio e che, invece, ne tradisce il volto.
Scribi e farisei bocciano senza appello l’insegnamento del Rabbì di Nàzareth, perché lo ritengono difforme rispetto alla tradizione.
E il poveraccio con la mano paralizzata, che viene guarito di sabato, è l’occasione ghiotta per iniziare una nuova disputa contro l’eccessiva libertà di interpretazione delle Scritture, da parte di Gesù.
Essi dimenticano che il bene è sempre bene, e che non esistono giorni in cui è bene e dei giorni in cui è male.
Il bene è sempre bene e obbliga sempre.
Se per scribi e farisei è bene salvare un bue, un asino, una pecora caduta di sabato in un pozzo, perché non dovrebbe essere un bene salvare una vita umana?
“…c’era la un uomo…”.
Al centro della scene si incontrano LO SGUARDO DELLA SOFFERENZA UMANA e quello DELLA PIETÀ DIVINA.
Si incontrano LA SUPPLICA e COLUI CHE TUTTO ESAUDISCE, L’ARIDITÀ e LA PIOGGIA.
Quella mano inaridita rappresenta ogni nostro male, fisico e spirituale. E Dio sta sempre bene attento a porre al centro l’uomo e le sue infermità.
Giustamente osserva SANT’AGOSTINO:
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“Il Figlio di Dio assunse la natura umana e in essa sopportò tutto ciò che è umano. È questa per gli uomini una medicina tanto efficace, che più non si può pensare. Quale superbia infatti può guarire, se non guarisce con l’umiltà del Figlio di Dio? Quale avarizia può guarire, se non guarisce con la povertà del Figlio di Dio? Quale iracondia può guarire, se non guarisce può guarire, se non guarisce con la carità del Figlio di Dio? E, infine, quale timidezza può guarire, se non guarisce con la risurrezione di Cristo Signore? ”
Così, mentre la mano inaridita dell’uomo si distende, coloro che giudicano e vogliono prendere il posto di Dio, sono pieni di rabbia e tramano nuove insidie.
E’ la sorte dei superbi: vivere nel rancore. La superbia è il male più insidioso, la madre di ogni altro male, perché pone l’uomo nella condizione di non operare nulla in nome di Dio.
Infatti il Signore è l’unico che fa qualcosa di gradito a Dio: FA ALZARE L’AMMALATO, GLI RESTITUISCE DIGNITÀ, PESANTEMENTE COMPROMESSA IN UNA SOCIETÀ CHE ATTRIBUIVA ALLA PUNIZIONE DIVINA LA MALATTIA, AUMENTANDO A DISMISURA IL SENSO DI COLPA, E LO METTE IN MEZZO.
E così è l’ammalato che viene posto al centro dell’attenzione di Gesù, E NON UNA NORMA LA CUI CATTIVA INTERPRETAZIONE VIENE ATTRIBUITA A DIO.
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“…Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”
La scena si svolge nella sinagoga di Cafàrnao.
La domanda di Gesù chiama in causa tutti i presenti ma in particolare interpella coloro che si considerano i custodi della tradizione.
Lo SHABBÀT è il cuore della religiosità ebraica, appartiene ai comandamenti che Dio ha consegnato a Mosè “….Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro” (Es 20, 9-10).
La sosta da ogni attività ha un valore teologico, manifesta la fede nella sovranità di Dio, dal quale viene tutto ciò che abbiamo e al quale tutto resta sottomesso.
La domanda di Gesù perciò può essere tradotta con queste parole: in che modo l’uomo può rendere lode a Dio?
La domanda cade nel vuoto o forse Gesù non attende alcuna risposta.
Il gesto di guarigione che egli compie in favore dell’uomo che aveva la mano paralizzata è la sua risposta.
In questo modo egli reinterpreta la Legge antica: tutto ciò che manifesta o accresce la dignità dell’uomo rende gloria a Dio.
Colui che ha creato l’uomo a sua immagine gioisce quando vede che la creatura ritrova la sua dignità e realizza se stessa.
L’uomo che Gesù guarisce non era gravato da una malattia grave, anzi possiamo pensare che il suo handicap era in qualche modo compatibile con l’esistenza.
E tuttavia, quella patologia gli impedisce di lavorare e di realizzarsi in tutta la sua pienezza.
La guarigione gli restituisce la sua dignità.
E non è un gesto taumaturgico arbitrario, quello del Signore.
Egli, nel quarto Evangelo dice «...in verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa» (Gv 5,19).
Ed il Padre solamente agisce per amore.
L’amore non s’impone, ma influisce, mobilita, restituendo con pienezza la vita.
Quel comando di Gesù «…alzati e mettiti nel mezzo!» (Lc 6,8), possiede la forza ricreatrice di Colui che ama, e attraverso la PAROLA agisce.
Ancora di più l’altro «...stendi la mano!» (Lc 6,10), che finisce con l’ottenere il miracolo, ristabilisce definitivamente la forza e la vita in chi era debole e morto.
Fratelli e Sorelle, “salvare”, è strappare dalla morte, e questa stessa parola si traduce in “guarire”.
Gesù guarendo salva quanto di morte c’era in quel povero uomo ammalato, e questo è un segno chiaro dell’amore di Dio Padre verso le sue creature.
Così, nella nuova creazione dove il Figlio non fa altro che ciò che vede fare al Padre, la nuova legge che dominerà sarà quella dell’amore che si mette in atto, e non quella di un riposo che “inattiva”, perfino nel fare del bene al fratello bisognoso.
Gesù è addolorato e stupito dalla loro miopia: pensano di rendere gloria a Dio uccidendo l’uomo, non vedono il macroscopico errore che commettono.
E invece di lasciarsi interrogare dalla provocazione di Gesù, finiscono con lo sragionare, la loro rabbia li acceca e, piuttosto di ammettere che stanno sbagliando, deliberano di uccidere il Figlio di Dio.
Essi NON RIESCONO PROPRIO A CAPIRE CHE IL DIO CHE GESÙ CONOSCE E ANNUNCIA È IL DIO CHE HA CREATO IL SABATO PERCHÉ L’UOMO SI RICORDI DI ESSERE LIBERO, DI ESSERE FIGLIO DELCREATORE.
Fratelli e Sorelle, certamente noi non siamo capaci di guarire, come Gesù, ma siamo chiamati a riconoscere la dignità che appartiene ad ogni uomo.
E, se a volte ci sembra di non poter fare molto per aiutare un fratello, è sufficiente che rivolgiamo a tutti un sorriso e diciamo a ciascuno “…Tu sei una creatura amata da Dio”.
e da ultimo, ma non per ultimo ci chiediamo, qual è il significato di questa mano inaridita?
È simbolo della salvezza dell’uomo che viene riportato al suo momento originario, quello della creazione.
La mano destra, poi, esprime l’agire umano.
Gesù restituisce a questo giorno della settimana, il sabato, il significato più profondo: è il giorno della letizia, della restaurazione e non della limitazione.
Quello che Gesù mostra è il sabato messianico e non quello legalistico: le guarigioni che egli opera sono segni del tempo messianico, della restaurazione, della liberazione dell’uomo.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!