«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 20,11-18
+ In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il Vangelo di oggi è molto commovente nella sua meravigliosa semplicità: riappare la dolce figura di Maria di Magdala, che abbiamo già trovato nel Vangelo di Giovanni nella Domenica di Pasqua, a cui rimandiamo.
A proposito di questa santa c’è una bella novità, che è passata sotto silenzio alla maggioranza dei fedeli, contenuta in un recente documento della Congregazione del Culto divino (10 giugno 2016) ha stabilito, per volontà esplicita di Papa Francesco, che la memoria di Santa Maria Maddalena (il 22 luglio) sia elevata al grado di ‘festa’ col titolo di “Apostolorum Apostola” (Apostola degli Apostoli).
Comunque, nell’ora della morte di Gesù, presso la croce vi erano solo alcune donne, tra cui Maria di Magdala, e il discepolo amato, che non riuscivano a credere possibile la fine ignominiosa di quel Rabbi e profeta di Nazareth da loro tanto amato.
Eppure al tramonto di quel venerdì 7 aprile dell’anno 30 la morte “sembrava” proprio aver posto la parola fine sulla vita di Gesù, l’unico “uomo” capace di raccontare in modo unico il volto di Dio (vi rimando alla lettura di Gv 1,18).
E, in questo contesto, all’alba del 9 aprile, Maria di Magdala non si rassegna «…nel giorno dopo il sabato si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio».
Essa non va per ungere il cadavere (Mc 16,1), ma è “spinta solo dall’amore” per quel Gesù che l’aveva liberata da «sette demoni» (Lc 8,2) e restituita alla vita piena.
Certamente siamo di fronte ad un amore tale che non si arresta neppure di fronte alla morte.
E questa donna va alla tomba quando ancora c’è tenebra: è buio non solo intorno a lei ma anche nel suo cuore, VELATO DA QUESTA TENEBRA CHE È COSTITUITA DALLA TRISTEZZA E DALLA NON-FEDE NELL’INAUDITO, DALLA NON-FEDE IN QUELL’EVENTO DELLA RESURREZIONE DI CUI ANCORA NON HA FATTO ESPERIENZA E CHE QUINDI ANCORA NON PUÒ COMPRENDERE…
Ed ecco la novità sconcertante «…vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro».
E, questa donna che ha vissuto con i discepoli il dolore della separazione quando Gesù si è ritrovato solo con le sue sofferenze e con la morte, sta davanti al sepolcro vuoto di Cristo e piange.
La morte del suo grande Maestro spinge la Maddalena a perdere il senso della vita.
Ma ella non si arrende nella ricerca, si reca al sepolcro per incontrare di nuovo Colui che la morte le ha rapito.
Questo suo comportamento ci insegna che ci sono momenti nella vita in cui tutto si sgretola e sembra che tutto sia finito.
Ma in Maria Maddalena l’amore è forte per quel Maestro che l’ha capita fino in fondo e l’ha perdonata.
Come la sposa del Cantico dei Cantici, questa donna ha sfidato la notte, ha corso, ha pianto d’amore e di dolore.
Nonostante la Maddalena abbia conosciuto il Signore, la sua tenerezza e la sua misericordia e che sia stata sua discepola, ora è travolta dalla sofferenza.
Da qui possiamo trarre spunto per comprendere che, al discepolo, la sofferenza non viene evitata, e anche al credente succede di sprofondare nel dolore.
Ma cerchiamo di entrare nel testo. E vediamo che, la sera del venerdì santo, le autorità restituiscono il suo Corpo ormai privo di vita.
E il buon Giuseppe di Arimatea, insieme col vecchio Nicodemo, lo portano alla tomba.
Altro insegnamento: se la sua tomba e il suo corpo dovessero essere tutto quello che resta ai discepoli, e a noi, sarebbero certamente il pegno del ricordo, il luogo della commemorazione e il centro di una comunità religiosa che “fa perno” su una reliquia.
In questo scenario, Maria di Magdala è in lacrime vicino alla tomba.
Non percepisce nulla dell’esultanza pasquale, né della risurrezione e quasi nemmeno nota gli angeli seduti, uno al posto della testa e l’altro al posto dei piedi di Gesù.
Il dolore terribile e lo sconforto fanno sì che la povera donna non veda altro che lo spazio vuoto tra i messaggeri di Dio “…hanno portato via il mio Signore…”, ecco la sua pena.
E vuole sapere, a tutti i costi, dove lo hanno portato, per tenerlo per sempre con lei e restare vicino a lui…
Ma è in questo momento che i suoi occhi si aprono. Ella sente il timbro di quella voce familiare che glielo fa riconoscere vivo.
La Maddalena deve convertirsi alla FEDE PASQUALE: il problema sta nel fatto che ella sta cercando un morto, un cadavere, MA NON LE È CHIARO CHE DEVE CERCARE UN VIVENTE!
E soltanto il Risorto può operare questa conversione, ma prima è necessario che chiami per nome la sua ‘pecorella’ “…Maria”. Ed ecco il miracolo.
È il suo Signore, Il Maestro! E la donna risorge con Lui. È pazza di gioia e gli si prostra ai piedi e lo adora.
Fratelli e Sorelle, ci conceda il Signore questa stessa gioia, poiché possiamo camminare, grazie ad essa, NEL SUO NOME.
Ormai è tesa nell’ascolto e il Signore le concede il privilegio di essere “missionaria del Vangelo”.
L’incontro col Cristo Risorto rimette tutto in movimento: e Maria di Magdala, la peccatrice, diviene la prima annunciatrice del Vangelo della Risurrezione agli Apostoli, “l’Apostola degli Apostoli”.
E il Cristo Risorto non le parla del loro passato comune, MA DEL SUO AVVENIRE, che sarà anche l’avvenire dei discepoli se avranno Fede.
LE DICE INFATTI CHE VA VERSO DIO, SUO PADRE, CHE È ANCHE NOSTRO DIO E NOSTRO PADRE.
Nel modo di descrivere l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena si scorgono le tappe del cammino che lei dovette fare, dalla ricerca dolorosa fino al nuovo incontro di Pasqua, che sono anche le tappe PER LE QUALI DOBBIAMO PASSARE TUTTI NOI, LUNGO LA VITA, ALLA RICERCA DI DIO E VIVENDO IL VANGELO:
Maria Maddalena:
- piange, ma cerca.
- parla con Gesù senza riconoscerlo. I discepoli di Emmaus videro Gesù ma non lo riconobbero. Lo stesso succede a Maria Maddalena. Lei vede Gesù, ma non lo riconosce, perché cerca ancora il Gesù del passato, NON IL CRISTO RISORTO. Ed è proprio l’immagine del Gesù del passato, CHE È NEL SUO CUORE, che le impedisce di riconoscere il Gesù vivo, presente dinanzi a lei.
- alla fine riconosce Gesù, quando il Maestro pronuncia il suo nome “…Maria!” È stato il segnale di riconoscimento: la stessa voce, lo stesso modo di pronunciare il nome. E così si compie ciò che diceva la parabola del Buon Pastore “Lui le chiama per nome e loro riconoscono la sua voce […] Io conosco le mie pecore e le mie pecore mi conoscono” (Gv 10,3.4.14).
Ha scritto il Dottore Angelico, San Tommaso d’Aquino, Super Evangelium S. Joannis Lectura cap. 20, lectio 3:
- «È anche da notare che alla Maddalena è stato conferito un triplice privilegio. Anzitutto un privilegio profetico, per il fatto che meritò di vedere degli Angeli: infatti, il profeta è l’interprete fra gli Angeli e il popolo. In secondo luogo il privilegio angelico, perché ha visto Cristo, nel quale gli Angeli bramano di fissare lo sguardo. In terzo luogo il privilegio del ministero apostolico, anzi è diventata lei stessa Apostola degli Apostoli, per il fatto che a lei è affidato il compito di annunciare la Risurrezione del Signore ai discepoli».
“Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva”.
Il racconto evangelico contiene le coordinate del cammino di fede, che trova il suo culmine in quella parola che riassume l’annuncio della Chiesa primitiva “…Ho visto il Signore!”
L’evangelista sottolinea che la premessa e la condizione di questo cammino è la ricerca interiore che si manifesta nel rimanere nei pressi del sepolcro.
Come se attendesse qualcosa o qualcuno. Icona di quell’umanità che, nonostante tutto, cerca e spera.
Maria vive l’assenza di Gesù come una ferita profonda, le lacrime sono il segno di chi ama, sono come il grido di un’anima innamorata.
Maria non può fare nient’altro, il pianto è il segno della radicale impotenza in cui si trova l’uomo, incapace di dare risposte alle domande più profonde del cuore.
L’uomo non può squarciare i cieli, non può arrivare fino a Dio.
Eppure questo grido, che si esprime attraverso le lacrime, rappresenta la condizione per ricevere la luce, non come una conquista dell’intelligenza ma come una GRAZIA INASPETTATA, una sorpresa improvvisa e imprevista.
E poi l’incontro, la gioia, il desiderio di abbracciare l’amore. Ma Gesù invita a mettersi in cammino “…va’ dai miei fratelli e di’ loro”.
La resurrezione è solo il primo passo di una storia che deve arrivare a tutti.
“Ora nessuna nascita è più senza musica, nessuna tomba senza lucerna” (O sensi miei…, 429), cantava David Maria Turoldo.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!