“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 1,40-45
+ In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore
Mediti…AMO
Ancora una domenica da vivere con il cuore traboccante di gioia, ancora una volta Gesù a sconvolgere tutte le regole di convenienza e di convivenza.
E viene a dirci che l’amore per il sofferente e la sua guarigione, viene prima di ogni regola e di ogni precetto, sia esso civile o religioso.
E che non è vero che il lebbroso dovrà vivere fuori del consorzio civile, solo, e che il suo volto dovrà essere velato perché è un maledetto, un castigato da Dio.
Gesù, rivelazione unica e vera del volto e del cuore di Dio, viene a dirci che non è questo che Dio vuole: DIO NON VUOLE FIGLI SACRIFICATI, MA LIBERATI E GUARITI.
In questo contesto, un lebbroso arriva vicino a Gesù, era un escluso, un impuro e doveva essere allontanato, perchè chi lo toccava, diventava impuro.
Ma quel lebbroso ebbe molto coraggio, tanto che trasgredì le norme della religione per poter arrivare vicino a Gesù, e gridò “…se tu vuoi, puoi guarirmi. Non hai bisogno di toccarmi! Basta che tu lo voglia, ed io sarò guarito”!
La frase rivela due mali:
- il male della lebbra che lo rendeva impuro;
- il male della solitudine a cui era condannato dalla società e dalla religione.
Ma rivela anche la grande fede dell’uomo nel potere di Gesù, che pur di guarire, non ebbe timore di poter entrare in contatto con Gesù, pur sapendo di aver trasgredito le norme della Legge..
Il lebbroso infatti:
- SA DI AVER BISOGNO. E’ cosciente che è un essere bisognoso di aiuto, che non basta a se stesso, che per stare bene deve uscire da se stesso e cercare FUORI DI SE’ la risposta al suo bisogno essenziale. Il lebbroso deve decentrarsi.
- NON SI ARRENDE AI FATTI DELLA VITA. Non lascia che le situazioni della vita condizionino la sua libertà, e la libertà più grande è di avere ancora speranza. Nessuno, nemmeno la situazione più critica, nemmeno il tunnel che sembra senza uscita, può togliere la speranza.
- SCEGLIE DI USCIRE DA SE STESSO E DI ANDARE VERSO COLUI CHE LUI IDENTIFICA COME “COLUI CHE TUTTO PUÒ. Non può andare da chiunque: il suo bisogno non può essere soddisfatto da qualsiasi persona. La lebbra era considerata una malattia inguaribile. Il suo andare manifesta una profonda fede in un potere sovraumano. Il lebbroso riconosce in Gesù un guaritore, un uomo con poteri straordinari.
LA FEDE È IL MOVENTE per questa sua iniziativa “…se vuoi, puoi guarirmi”. C’è una potenza enorme in questa domanda così mite da parte dell’uomo lebbroso, dell’uomo dalla vita e dalla carne ferita.
A nome nostro, a nome di tutti i sofferenti della terra, quest’uomo sta chiedendo a Dio ”…Signore….qual’è la tua volontà? Cosa vuoi veramente, da questa mia vita malata, cosa vuoi veramente da questo fiume vivente di lacrime?”
Eppure i dottori di ogni tempo e di ogni religione, questo insegnano che la croce, la malattia, la lebbra, il cancro, il fallimento della vita, la solitudine amara di chi si sente tradito e abbandonato, di chi si sente condannato all’esclusione, sarebbero volontà di Dio che ci purifica attraverso la prova.
E Gesù lo sa bene. E ne fu profondamente commosso e, a quell’uomo, guarì i due mali.
In primo luogo, per curare la solitudine, toccò il lebbroso dicendo nel suo cuore “…per me, tu non sei un escluso. Io ti accolgo come un fratello!”
Fratelli e Sorelle, il nostro Dio ci ha insegnato in Cristo, che ogni ferita toccata con amore e per amore, in qualche modo guarisce.
Infatti Gesù ci rivela il volto di un Dio che non ci guarisce con un decreto, ma con una carezza, con un abbraccio, con un bacio.
E, in virtù di ciò, Gesù curò il lebbroso dicendo “…lo voglio! Sii purificato”.
IL SIGNORE AMA L’INAMABILE, TOCCA L’INTOCCABILE, GUARISCE IL MALEDETTO, PERCHÉ NON ESISTE NEL CUORE DI DIO UNO CHE NON SIA DA LUI BENEDETTO.
Accogliendo e guarendo il lebbroso, Gesù rivelò un nuovo volto di Dio, che “…è venuto per guarire i malati e non i sani” (Mt.9,9-13), e “…per fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore” (Isaia 61,1-3.6.8-9).
Fratelli e Sorelle, abbiamo visto e commentato che, il cuore di Cristo, manifesta la compassione paterna di Dio per quell’uomo, avvicinandosi a lui e toccandolo.
E questo particolare è molto importante. Gesù «tese la mano, lo toccò… e subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato».
La misericordia di Dio supera ogni barriera e la mano di Gesù tocca il lebbroso.
Il Cristo non si pone a distanza di sicurezza e non agisce per delega, ma si espone direttamente al contagio del nostro male; e così proprio il nostro male diventa il luogo del contatto: Lui, Gesù, prende da noi la nostra umanità malata e noi prendiamo da Lui la sua umanità sana e risanante.
Questo avviene ogni volta che riceviamo con fede un Sacramento: il Signore Gesù ci “tocca” e ci dona la sua GRAZIA.
Pensiamo ad esempio AL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE, che ci guarisce dalla lebbra del peccato.
Ancora una volta il Vangelo ci mostra che cosa fa Dio di fronte al nostro male: NON VIENE A “TENERE UNA LEZIONE” SUL DOLORE.
COME NON VIENE AD ELIMINARE DAL MONDO LA SOFFERENZA E LA MORTE.
Ma viene a prendere su di sé il peso della nostra condizione umana, a portarla fino in fondo, per liberarci in modo radicale e definitivo.
Così Cristo combatte i mali e le sofferenze del mondo: facendosene carico e vincendoli con la forza della misericordia di Dio.
Che dire allora, Fratelli e Sorelle?
Che dobbiamo uscire dalla paura, andare incontro agli altri, regaliamo un po’ di tempo possibile all’incontro dei lebbrosi del nostro tempo.
Che dobbiamo ritrovare la gioia di fare ciò che è bene.
Di avere un po’ di tempo per chi è solo, di avere uno sguardo benevolo verso il fallito e il barbone, un gesto di tenerezza per chi è portatore di ferite.
E troveremo, IN NOI, E FAREMO NOSTRA, la risposta di Gesù al lebbroso.
Forse non lo sapremo guarire, COME HA FATTO IL SIGNORE, ma sicuramente impareremo ad amare chi è nella sofferenza, perchè è di questo che ha bisogno: di un volto amico, di una mano sincera, di una carezza, di asciugare le lacrime, e di qualcuno con cui fare un po’ di strada insieme.
SOLO QUESTA E’ LA CARITA’!!!
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!