«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 8,1-10
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore
Mediti…AMO
Continua il nostro cammino.
Siamo ancora in territorio pagano e una immensa folla si raduna intorno a Gesù. Ed è commovente vedere con quale attenzione queste persone, pur non appartenendo alla religione ebraica, ascoltano le sue parole.
Egli stesso, commosso per l’attenzione che pongono nell’ascoltarlo, si prende cura di loro, a tutto tondo, perché non tornino a casa senza mangiare.
- “Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino”.
E mi scalda il mio povero vecchio cuore vedere questa folla che segue il Maestro di Nàzareth, desiderosa di ascoltare la sua Parola, fino al punto da dimenticare tutto il resto.
Anche il mangiare, per essi, passa in secondo piano.
Questo racconto evangelico rimanda all’esperienza vissuta nel deserto, quando a più riprese gli israeliti lamentavano la mancanza di cibo.
Il Signore ascoltò il loro grido:
- “fece piovere su di loro la manna per cibo / e diede loro pane del cielo: / l’uomo mangiò il pane dei forti; /diede loro cibo in abbondanza” (Sal 78, 24-25).
In questo caso, invece, la gente non pretende nulla, anzi neppure chiede.
È Gesù stesso che si preoccupa per loro, perché non guarda questa gente con l’indifferenza di un maestro che si limita a insegnare una dottrina.
Ma li guarda con la compassione di un PADRE che si preoccupa di non far mancare il pane ai suoi figli.
EGLI È DAVVERO L’IMMAGINE DEL PADRE CELESTE CHE ACCOMPAGNA CON AMORE IL CAMMINO DEL SUO POPOLO E NON FA MANCARE L’ESSENZIALE.
Anzi, dona con straordinaria abbondanza, come si evince dalle sette sporte avanzate (8,8).
Ma ancora una volta si scontra con la “ragionevole” incapacità dei discepoli, che continuano a dire che non è possibile sfamare tanta gente.
E questo perché essi si affidano solo alla loro saggezza, e non alle parole di Gesù.
Eppure Gesù li aveva rassicurati spesso dicendo loro che “…tutto è possibile a chi crede”.
E anche se non rammentassero queste parole, come capita anche a noi di dimenticare il Vangelo, AVREBBERO PERÒ DOVUTO PENSARE AL MIRACOLO DELLA MOLTIPLICAZIONE COMPIUTA IN PRECEDENZA.
Ma, ancora una volta Gesù è costretto a prendere l’iniziativa. Ed è lui che prende nelle mani quei sette pani e sfama tutti.
Come dicevo poc’anzi, è la seconda volta che Marco riporta la moltiplicazione dei pani (il primo miracolo della moltiplicazione era stato compiuto in Galilea).
QUESTA VOLTA GESU’ LO COMPIE IN TERRITORIO PAGANO, PER INSEGNARE –A TUTTI– CHE IL PANE VA MOLTIPLICATO IN OGNI TEMPO ED IN OGNI TERRA.
Ma c’è anche un altro aspetto simbolico.
IL FILO DI UNIONE DEI DIVERSI EPISODI DI QUESTA PARTE DEL VANGELO DI MARCO È L’ALIMENTO, IL PANE.
Dopo il banchetto di morte (Mc 6,17-29), viene il banchetto della vita (Mc 6,30-44).
Durante la traversata del lago, i discepoli hanno paura, perché non hanno capito nulla del pane moltiplicato nel deserto (Mc 6,51-52).
Poi Gesù dichiara puri tutti gli alimenti (Mc 7,1-23). Nella conversazione di Gesù con la donna cananea, i pagani mangiano le briciole che cadono dal tavolo dei figli (Mc 7,24-30).
E nel vangelo di oggi, Marco racconta la seconda moltiplicazione del pane (Mc 8,1-10), per mostrarci CHE IL SIGNORE HA SEMPRE COMPASSIONE DELLA FOLLA.
Come ho accennato, questo miracolo del pane è preceduto dalla guarigione della figlia di una donna pagana e dalla guarigione di un uomo sordo e incapace di parlare correttamente.
Solo chi è guarito, chi ascolta e parla (e quindi ANNUNZIA) può capire la sfida di Gesù che moltiplica il pane perché tu lo distribuisca.
Solo chi è guarito capisce che Gesù ha compassione dell’uomo, perché sa bene che la vita è un cammino difficoltoso, sa bene che, se siamo lontani da Lui, possiamo mancare per strada, perdere il sentiero, smarrire la direzione giusta.
E allora, nel suo infinito Amore di PASTORE BUONO, ci offre un pane per il cammino, il nutrimento per tornare alle nostre case, al luogo del nostro definitivo ristoro, alla quella nostra meta ultima, che è la casa del Padre.
Esso è “un pane del cammino” che si moltiplica a partire da ciò che i discepoli mettono a disposizione, con il cuore.
Il Signore amplifica la nostra generosità, il pane del cammino altro non è che il nostro pane condiviso e, perciò, moltiplicato.
Perché siamo noi discepoli, che camminano sulle strade del tempo, a sfamare la folla, a permettere ad ogni uomo di affrontare con la forza giusta il cammino del ritorno verso casa.
Ma tutto questo richiede una precisa condizione: siamo chiamati a mettere in gioco tutto quello che siamo, fino alla fine, fino al nostro ultimo respiro.
CHE DEVE ESSERE –SEMPRE E SOLO– UN RESPIRO D’AMORE.
Un ultimo particolare, non ultimo di importanza.
Marco annota che questo miracolo della moltiplicazione dei pani, avviene nel terzo giorno:
“ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare”.
Non è un dettaglio casuale, scritto tanto per….
Nelle Scritture Sacre nulla viene annotato marginalmente o per caso.
IL TERZO GIORNO:
- RIMANDA A QUELLO IN CUI DIO SI MANIFESTA SUL MONTE SINAI (Es 19,11)
- È IL GIORNO IN CUI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO, RISORGE DALLA MORTE E APRE LA STRADA ALL’UOMO, VERSO LA VITA ETERNA (Mc 8,31).
IL MIRACOLO DEI PANI RIMANDA ALLORA ALLA RESURREZIONE e fa pensare alla MENSA EUCARISTICA IN CUI DIO STESSO DIVENTA PER NOI “PANE DI VITA”.
Ma attenzione! Se il miracolo dei pani è solo un episodio straordinario circoscritto nel tempo, l’Eucaristia accompagna LA VITA DEGLI UOMINI, TUTTI I GIORNI NEL CAMMINO SULLE STRADE DELLA STORIA.
Nutriti con questo PANE possiamo affrontare il cammino e le asperità della vita, avendo LA CERTEZZA DI POTER CONTARE SULLA PRESENZA PROVVIDENZIALE DI DIO.
Ha detto Isacco di Ninive:
- “Vuoi con la mente riposare in Dio? Cerca di essere misericordioso nella stessa misura con la quale il Padre Celeste è misericordioso con te”.
Curiosità.
- “Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.”
Di questa città non sappiamo nulla, ne’ mai viene ricordata altrove nei testi sacri. Non ne parlano nemmeno fonti extrabibliche. È un luogo della regione fuori Israele, del quale non vi è più memoria storico-geografica. Di essa si è persa traccia.
Nel Mare di Galilea sono stati trovati i resti di un’antica città, che potrebbe trattarsi di DALMANÙTA, il luogo visitato da Gesù.
Ma questo dato ci autorizza a credere –e il mio vecchio cuore gioisce nel farlo– che Gesù usa questo sconosciuto toponimo geografico per dirmi che SALPA PER RAGGIUNGERE ME, OVUNQUE IO MI TROVI.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!