11.01.2022 MARTEDI’ 1′ SETT. T.O. – Marco 1,21-28 “Gesù insegnava come uno che ha autorità”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafarnao, insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. ED ECCO, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Oggi ci viene descritta nel vangelo, la giornata-tipo di Gesù.

È un sabato, lo “Shabbàt”, giorno sacro per il popolo ebraico, al quale Gesù apparteneva.

Siamo in un luogo nodale di transito, per quell’epoca, Cafàrnao, dove, tra le altre cose, Gesù risiedeva.

Cafarnao, il paese di Pietro – “città della consolazione” – località di confine, sull’antica strada che da Damasco conduce al mare.

E siamo all’interno della sinagoga del luogo. È sabato, giorno del Signore, in cui la popolazione si raccoglie per ascoltare la lettura della Sacra Scrittura e la spiegazione. Questa può essere offerta da qualsiasi adulto.

Ed anche Gesù si inserisce di conseguenza nella vita della comunità e nella sinagoga. E dunque insegna, come poteva fare chiunque.

Ma provoca stupore, non tanto per ciò che dice, quanto per il modo: insegna “come uno che ha autorità e non come gli scribi”.

Attenzione. Occorre aver ben chiara la differenza tra Tempio ebraico e Sinagoga:

  • i Gesù i sacrifici ed il culto ufficiale erano svolti esclusivamente al Tempio di Gerusalemme,
  • ma per la lettura e la preghiera di Shabbàt venivano utilizzate le sinagoghe. E qui, dopo la lettura di un brano della Torah di Mosè (parashah) e di una pericope dei Profeti (haftarah), un uomo adulto poteva prendere la parola e commentare quanto era stato proclamato.

Ebbene nello Shabbàt, giorno del riposo, giorno in cui la manna [Es 16,11-30] è quella raccolta il giorno precedente, il giorno in cui si gode del frutto del raccolto, come del riposo, della gratuità dell’Onnipotente, finalmente, Dio evoca la sua profezia in mezzo agli uomini.

Era la stessa che avevano già avuto, la stessa Parola che avevano già ascoltato in altri sabati, in altre sinagoghe.

Ma questa volta si accorgono che, mentre Gesù parla, insegna, questa profezia quasi quasi cambia, questo modo di parlare è diverso e, infatti, esclamano: ma che cosa è, che modo nuovo di parlare… “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità”.

La stessa parola, la stessa dottrina, insegnata in modo rinnovato, autorevole.

E dall’evangelista ci viene presentato un esorcismo – il “primo” nel vangelo secondo Marco – compiuto da Gesù.

E ciò che ci racconta l’evangelo di Marco, mette i brividi. Gesù libera un indemoniato STRANISSIMO:

  • abituale frequentatore della sinagoga,
  • della cui natura nessuno se ne è mai accorto,
  • tanto che questo indemoniato partecipa tranquillamente alla liturgia, come se niente fosse,
  • quest’uomo era un pio ebreo che mai aveva dato segno della sua lontananza da Dio.

EPPURE LA SUA FEDE È DEMONIACA. Tanto che pensa che Gesù non c’entri nulla con la sua vita, sa chi è Gesù ma non lo segue, pensa che Dio voglia rovinarlo.

E qui sta il primo insegnamento che oggi ci viene donato.

Il secondo evangelista sta scrivendo alla sua comunità e ricorda loro che la prima conversione da fare, il primo miracolo da compiere riguarda proprio noi, proprio NOI che abitualmente frequentiamo il tempio.

Siamo chiamati ad essere docili all’azione della sua PAROLA. Perché in essa è presente Gesù. Ed è solo la presenza di Gesù che può veramente cambiare la nostra vita, rendendoci più attenti alla Sua Parola e dandoci la forza della concretezza nel testimoniare nella vita quanto Egli ci dice.

Perché è una parola TOTALMENTE NUOVA, che non è parola di uomini. Tanto è vero che in questo bramo abbiamo contezza della potenza della PAROLA DI GESU’.

Essa è Parola del Verbo fatto carne. È una parola che, “detta” da Gesù, attraverso il commento alla Torah, caccia i demòni.

E raggiunge questo obiettivo perché in essa è presente DIO STESSO CHE OPERA CON POTENZA e conferisce al Maestro un’autorità che va oltre la persona stessa di Gesù.

Gesù, quale rivela, manifesta, esprime Dio nella sua PAROLA e nella sua AZIONE, cioè in sé stesso. L’autorevolezza della sua PAROLA è garantita dalla sua azione divina.

E QUESTO PERCHÉ LA SUA AZIONE DIVINA È MOTIVATA, SPIEGATA DALLA SUA PAROLA.

Persino il male non può non riconoscere la verità e la potenza della PAROLA ETERNA, INCARNATA, DI DIO.

E similmente a chi è abituato al buio non sopporta la luce, così Gesù è fastidioso a chi è abituato a vivere nella menzogna, nelle bugie, nei compromessi e nelle ipocrisie.

Meraviglia delle meraviglie, Fratelli e Sorelle carissimi… “E GESÙ LO SGRIDÒ: «TACI! ESCI DA QUELL’UOMO». E LO SPIRITO IMMONDO, STRAZIANDOLO E GRIDANDO FORTE, USCÌ DA LUI”.

Con il sopraggiungere di Gesù e, con Lui, il sopraggiungere della redenzione dal peccato, arriva la fine del regno di Satana.

Infatti Gesù lo sgrida intimandogli di lasciare quell’uomo.

“TACI!” E “ESCI!”. Due imperativi soltanto, mediante i quali Gesù toglie al demonio la parola e l’azione, perché è giunto il tempo della PAROLA DI DIO INCARNATA, nel quale DIO ATTRAVERSO DI ESSA LIBERA DAL MALE.

La liberazione che ci porta il Signore, a volte è dolorosa, esige dei tagli che fanno male. Ma se l’unica maniera di estirpare il male radicato in noi è attaccarlo con potenza, allora non dobbiamo avere paura di questa santa fatica, perché ben sappiamo che “…Chi mi ama viene alla luce”.

Dirà il Papa Benedetto XVI’ che:

  • …l’esortazione apostolica postsinodale sulla PAROLA DI DIO, la “Verbum Domini”, da lui promulgata il 30 settembre 2010, al n. 12, dice: “Cristo, Parola di Dio incarnata, crocifissa e risorta, è Signore di tutte le cose; egli è il Vincitore e tutte le cose sono così ricapitolate per sempre in Lui (Ef 1,10). Cristo, dunque, è «la luce del mondo» (Gv 8,12), quella luce che «splende nelle tenebre» (Gv 1,5) e che le tenebre non hanno vinto (Gv 1,5). Qui comprendiamo pienamente il significato del Salmo 119: «lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino»; la Parola che risorge è questa luce definitiva sulla nostra strada. I cristiani fin dall’inizio hanno avuto coscienza che in Cristo la Parola di Dio è presente come Persona. La Parola di Dio è la vera luce di cui l’uomo ha bisogno.

Ma all’epoca in cui Gesù è venuto nel mondo, tutto era diverso.

Dice il Talmud, il libro sacro degli ebrei, che le decisioni e le parole degli scribi erano superiori alla Torah. Essi rappresentavano pertanto il magistero infallibile dell’epoca.

L’INSEGNAMENTO DEGLI SCRIBI ERA LA STESSA PAROLA DI DIO, ANZI ERA SUPERIORE PERCHÉ IN CASO DI CONTROVERSIA BISOGNAVA CREDERE AGLI SCRIBI.

Ebbene, quando Gesù arriva a Cafarnao e si mette a insegnare, la gente è stupita, perché sente un insegnamento diverso.

E questo perché il messaggio di Gesù è la risposta di Dio al desiderio di pienezza di vita che ogni uomo si porta dentro.

MENTRE IL MESSAGGIO DEGLI SCRIBI, IN REALTÀ ERA COSTITUITO SOLO DA PRECETTI D’UOMINI.

Questa discutibile genìa contrabbandava come insegnamento divino la propria volontà, per dominare il popolo.

Vi sono diversi modi di spiegare le Scritture. Il primo modo, che è il più comune, è quello costringere la Parola a servire il nostro pensiero.

Ed è questo il modo usato dagli scribi e dai farisei DI TUTTI I TEMPI.

Sia Geremia che Gesù denunciano questa modalità satanica:

  • Come potete dire: Noi siamo saggi, perché abbiamo la legge del Signore?? A menzogna l’ha ridotta lo stilo menzognero degli scribi! I saggi restano confusi, sconcertati e presi come in un laccio. Ecco, hanno rigettato la parola del Signore: quale sapienza possono avere” (Ger 8,8-9).

Quindi gli scribi per il proprio potere, per il proprio dominio, per la propria convenienza, hanno deturpato la legge di Dio.

E insegnano precetti di uomini annullando la PAROLA DI DIO.

Il modo UNICO E VERO di proclamare e spiegare le Scritture è dato dalla piena obbedienza alla loro verità e al loro comando.

Gesù con la sua Parola illumina i cuori con la luce di verità e di giustizia che emana da esse.

Gesù spiega le Scritture, mostrando CHE LUI è LA PAROLA VIVENTE DI DIO. Nel modo di spiegare di Gesù avvertivano la presenza della novità assoluta di Dio, una novità qualitativa, “creatrice”, che non proveniva dall’esterno, ma dall’interno, che purificava e ringiovaniva.

L’insegnamento degli scribi invece, mutuava la propria autorità dall’esterno, era puramente ripetitivo, perché rimandava all’autorità di qualche scuola del passato o di qualche celebre rabbì.

Non così la Parola di Gesù: una parola diretta, che attinge in sé la sua forza chiara, trasparente e inaspettata, senza bisogno di argomenti esteriori che la rafforzino. La Parola del Maestro di Nazareth non è come quella dell’uomo.

Delle Scrittura Lui dona la somma luce. Nessuna luce è simile alla sua. Lui, il Crocifisso e il Risorto, Illumina con il mistero della sua Crocifissione e con la gloria della Risurrezione la vita di ogni uomo che crede in Lui.

La salvezza viene dall’ascolto della Parola di Dio.

Se questa è data nella sua purezza e integrità, produce sempre frutti di conversione, redenzione, santità.

Se invece viene alterata, contraffatta, trasformata, se ad essa si aggiunge e si toglie, non essendo più PAROLA DI DIO, non potrà produrre alcun frutto di vera salvezza e l’uomo soccombe sotto il peso dei suoi peccati, della sua trasgressione, della sua debole umanità.

Ogni profeta ha lamentato la grande menzogna nella trasmissione della Parola di Dio da parte di coloro che per ministero, missione, erano chiamati a svolgere questo ufficio di vera vita in seno al popolo del Signore.

Invece altro accade nel contesto del brano evangelico odierno.

La gente poté verificare subito la forza sanatrice e liberatrice di Gesù. La SUA autorevolezza si mostrò subito in un atto di liberazione.

Inaspettatamente, un uomo presente, che era posseduto da un demonio, interruppe l’insegnamento del Giovane Rabbi di Nazareth gridando a gran voce.

Non sopportava il suo messaggio, infatti era atterrito e gridava «Sei venuto a rovinarci?».

Da sottolineare che quest’uomo era tranquillo mentre ascoltava l’insegnamento degli scribi, PERCHÉ’ ERA COSTITUITO DA PAROLE VUOTE E PROVE DI SIGNIFICAZIONE.

Ma il messaggio di Gesù lo AVEVA MESSO DI FRONTE ALLA PROPRIA FINE.

Ovviamente Gesù non era venuto per rovinare nessuno. Anzi: la sua “autorità” era quella di dare la vita alle persone. Il suo insegnamento umanizzava e liberava dalla schiavitù. Le sue parole invitavano a credere in Dio.

Paradossalmente il messaggio di Gesù era la migliore notizia che l’uomo tormentato potesse sentire.

E GESU’ LO LIBERA PER SEMPRE!

E vi lascio con le parole di un Santo vescovo, Padre Apostolico e Padre della Chiesa, Ignazio di Antiochia, MARTIRE SBRANATO DAI LEONI, che nella propria Lettera agli Efesini n.15,1 (ATTENZIONE NON È LA LETTERA OMONIMA DI SAN PAOLO!), scrive:

  • “È meglio tacere ed essere che parlare e non essere. Insegnare è bello se chi parla fa. Uno solo è il Maestro che disse e fu fatto, e le cose che egli ha fatto nel silenzio, sono degne del Padre”.

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!