10 ottobre 2024 giovedì 27’ settimana p.a. B – LUCA 11,5-13 “Chiedete e vi sarà dato”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 11,5-13

+ In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

Mediti…AMO

Il contesto immediato di questa parabola è costituito da una serie di episodi e di precetti sulla preghiera.

Gesù dava priorità alla preghiera e come era solito fare, “…va in disparte per pregare” (Marco 1,35; Matteo 14,23; Luca 5,16; 6,12;9,18); egli sentiva il bisogno di avere comunione con il Padre.

Gesù non trascurava la preghiera, perché conosceva l’importanza di questo prezioso strumento.

E se Gesù, il Figlio di Dio, pregava tanto, noi non lo dovremmo fare a maggior ragione?

Abbiamo visto nel testo evangelico di ieri che quando Gesù ebbe finito di pregare, un discepolo gli chiese di insegnare anche a loro, a pregare.

Questa parabola, infatti, s’inserisce proprio tra il modello che Gesù dà della preghiera, cioè il PADRE NOSTRO, e la promessa dell’esaudimento alle richieste (vv.9-11).

Questa parabola sottolinea la libertà e la persistenza nella preghiera, ed è quindi un incentivo a pregare, a chiedere.

Certamente come per Gesù, anche noi dobbiamo dare alla preghiera, la priorità nella nostra vita e pertanto dedicare a essa il nostro tempo.

E questo perchè:

  1. Dio, vuole che noi preghiamo (1 Tessalonicesi 5,17; Luca 18,1).
  2. la preghiera è l’aspetto più importante della nostra vita cristiana, dal momento che tramite essa abbiamo comunione con l’Iddio vivente e vero, Creatore del cielo e della terra che si è rivelato a noi tramite il Signore nostro, Gesù Cristo.
  3. ne abbiamo bisogno; noi abbiamo bisogno di Dio in tutti gli aspetti della nostra vita materiale e spirituale.

Inoltre, sappiamo bene che le risposte a tutte le nostre necessità, tutte le cose buone e utili che ci servono quotidianamente, non si trovano in noi stessi, ma si trovano in Dio e nel Suo Figlio Gesù Cristo, nel quale il Padre ha affidato la pienezza delle Sue benedizioni (Deuteronomio 28-30; Efesini 1,3; Giacomo 1,17).

GIOVANNI CALVINO (umanista e teologo francese. Calvino è stato, con Lutero, il massimo riformatore religioso del cristianesimo protestante europeo degli anni venti e trenta del Cinquecento) dicevaLa preghiera è il principale esercizio della fede; per mezzo di essa riceviamo quotidianamente i benefici di Dio”.

Ma vediamo bene il testo.

Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”

Registrando questa affermazione di Gesù, l’evangelista Matteo non dice “lo Spirito Santo” ma “cose buone (Mt. 7,11).

In effetti Luca è più “onnicomprensivo”, perché se il Padre dà, a chi glielo chiede, lo Spirito Santo che è il dono per eccellenza, indispensabile a un’autentica vita cristiana, certo darà insieme ogni altra “vera” cosa buona.

Questa è la nostra fede!

Tutto il brano del Vangelo di oggi è ricco di due significati importantissimi:

  1. la qualità della nostra preghiera è in diretta relazione col rapporto di fede-fiducia che abbiamo col Padre. E’ il grande abbandono in Lui che ci ottiene lo Spirito Santo con tutte le sue energie per una vita vera e serena.
  2. La nostra preghiera è autentica se è perseverante. Dio non funziona con dei gettoni-preghiera per soddisfare le nostre richieste, perché non è un impiegato, ma un innamorato. Per questo ciò che ci chiede è una relazione. Il cuore impara a contattarlo per qualunque necessità nella consapevolezza che Egli è l’Amore. Pregarlo ogni giorno, anzi ad ogni momento è il “respiro” che conta e fa vivere

E Gesù ci assicura che la nostra preghiera sarà esaudita. E noi ben sappiamo che l’insistenza paga.

Ma non dobbiamo mai, nemmeno dimenticare che, lo scopo della nostra esistenza, deve essere quello di portare gloria a Dio e, pertanto, ciò significa che quando noi facciamo delle richieste a Dio, IL BENEFICIO CHE NE RICEVIAMO DEVE ESSERE IN OGNI CASO QUELLO DI PORTARE GLORIA A DIO (Isaia 43,7; 1 Corinzi 10,31; Efesini 1,6,12,14.)

Fratelli e Sorelle, io capisco bene la delusione che spesso umanamente, TUTTI PROVIAMO.

A volte la preghiera porta molto frutto, ma a volte ci sembra che stiamo parlando al vento, e di essere soli in un deserto sconfinato.

IN OGNI CASO, PERÒ, STIAMO COSTRUENDO UNA RELAZIONE CON L’AMORE STESSO, CHE CI CHIEDE DI SEDERCI UN ATTIMO E, SEMPLICEMENTE, DI “STARE”.

Se riusciamo a vincere il desiderio di essere soddisfatti, di provare chissà quali emozioni, di sentirci bene per forza… allora la nostra preghiera diventa paziente attesa, palestra di ascolto, vittoria su noi stessi. In questo modo pregare è una crescita entusiasmante, una vera e propria sfida ai ritmi del nostro tempo.

Ricordiamoci sempre che, prima ancora di essere una richiesta, la PREGHIERA deve diventare SILENZIO, ACCETTARE DI STARE, SENZA IMBARAZZO, IN UN ABBRACCIO TRA INNAMORATI.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!