10 giugno 2024 LUNEDI’ 10^ SETTIMANA TEMPO P.A – MATTEO 5,1-12 “Beati i poveri in spirito”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 5,1-12
+ In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore
Mediti…AMO
Ma… “Beato”, …chi…?
“Beati pauperes spiritu” è una frase tratta dal Vangelo secondo Matteo, al brano odierno (versetto 3) tratto dal capitolo 5 – «μακάριοι οἱ πτωχοὶ τῶ πνεύματι» – che, tradotta letteralmente, significa “Beati i poveri di spirito“.
È una delle beatitudini pronunziate da Gesù nel famoso discorso della montagna.
È lo “sguardo amorevole di Dio sui suoi figli più poveri e bisognosi”.
È forse la più bella pagina Vangelo, ma assolutamente quella che è più difficilmente realizzabile, nella logica di questo mondo, impantanata nell’egoismo più becero e sfrenato.
In essa il Signore proclama beati coloro che noi immaginiamo sconfitti, che solitamente etichettiamo come “perdenti”.
E la sua parola è così tagliente da obbligarci a cambiare radicalmente prospettiva: la felicità non consiste certo nell’essere tristi o perseguitati MA NEL NON FERMARSI ALLE LACRIME O ALLA PERSECUZIONE, CERCANDO IN DIO UNA CHIAVE DI INTERPRETAZIONE CHE IL MONDO NON HA.
Ma… “Beato”, …chi…?
Questa espressione, comune nei Salmi e nei libri sapienziali, torna sulle labbra del Signore all’inizio del suo discorso sulla montagna.
Il salmista e i profeti pensavano che la felicità o la beatitudine fossero concesse ai giusti osservanti della legge, che temevano Dio, che si fidavano di Dio, che adoravano Dio…
Ma sono concesse anche ai misericordiosi, ai provati e ai genitori di famiglie numerose.
Gesù, che non è venuto ad abolire ma a completare, conservando la fondatezza di queste antiche beatitudini, ne aggiunge altre dieci.
Esse danno piuttosto un orientamento al senso della beatitudine.
Se l’Antico Testamento riconosce la beatitudine agli adoratori del vero Dio, Gesù ci dice chi sono i veri adoratori del Dio di Abramo: sono i poveri di spirito, i miti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i cuori puri.
Se l’Antico Testamento chiama “beati” coloro che si rifugiano in Dio, che si affidano a lui, Gesù ci dice chi sono, per eccellenza, quelli che sono attesi da Dio, per essere consolati e protetti.
Ma c’è un’altra cosa da non far passare inosservata…
Quando in ebraico o in aramaico un aggettivo o un sostantivo sono seguiti dalla parola «spirito», significa che si sta parlando di una condizione o di un atteggiamento interiore.
Attenzione che è scritto con l’iniziale minuscola.
Quindi NON SI RIFERISCE ALLA TERZA PERSONA DELLA TRINITA’ SANTISSIMA.
E, Il passo dell’Antico Testamento che più si avvicina al concetto di povertà in spirito è sicuranente Isaia 66,2b:
- «Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola».
Letteralmente, coloro che sono beneficiati dallo sguardo di Dio sono i «poveri e affranti in spirito»: perché SONO SOLO I POVERI IN SPIRITO, COLORO CHE SI UMILIANO DAVANTI A DIO SOTTOMETTENDOSI ALLA SUA PAROLA.
Semplificando, quindi, la povertà in spirito corrisponde all’umiltà e alla docilità di fronte a Dio e alla sua volontà.
“Ab converso”, al contrario, l’opposto della povertà in spirito È L’ORGOGLIO E IL SENSO DI AUTOSUFFICIENZA, che poi non è che il vecchio peccato di hybris.
Per questo san Francesco d’Assisi spiega così la prima beatitudine:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Ci sono molti che, applicandosi insistentemente a preghiere e occupazioni, fanno molte astinenze e mortificazioni corporali, ma per una sola parola che sembri ingiuria verso la loro persona, o per qualche cosa che venga loro tolta, scandalizzati, tosto si irritano. Questi non sono poveri in spirito, poiché chi è veramente povero in spirito odia sé stesso e ama quelli che lo percuotono nella guancia» (Ammonizione XIV).
IL POVERO IN SPIRITO NON HA NIENTE DA DIFENDERE IN QUESTO MONDO PERCHÉ SA DI APPARTENERE AL PADRE CELESTE AL QUALE TUTTO APPARTIENE.
Il povero in spirito non è permaloso o particolarmente suscettibile, perché sa di essere un figlio di Dio e che la sua dignità non è certo misurata dai commenti altrui.
IL POVERO IN SPIRITO È COLUI CHE ENTRA NEL REGNO DEI CIELI, ENTRA CIOÈ A FAR PARTE DELLA FAMIGLIA DI DIO ed e’ colui al quale IL REGNO DEI CIELI GLI APPARTIENE PERCHÉ È LA SUA FAMIGLIA.
Ecco allora che, a questa umanità, accecata dalla brama del successo, da raggiungere “a tutti i costi”, calpestando, prevaricando e sopprimendo chiunque di frappone in questo assurdo cammino, Gesù propone LA LOGICA DI DIO, nella quale VIENE DONATO SECONDO IL BISOGNO, NON SECONDO IL MERITO.
Ed ecco perchè, SOLO NELLA FEDE, è possibile vedere sempre ciò che comunque vi è di bello e non scoraggiarsi, essere assurdamente, agli occhi del mondo, gioiosi pur nella grave afflizione, ABITARE NELLA PACE e poterla, IN NOME DI CRISTO, ancora costruire in un mondo ADUSO ED AVVEZZO ALLE GUERRE FRATRICIDE.
Perché FINCHÈ IL CUORE DI DIO ABITERA’ IN MEZZO AL SUO POPOLO, L’AMORE AVRA’ SEMPRE CITTADINANZA NEL MONDO!
DEO GRATIAS!
Ecco allora perchè dobbiamo ancora osare, e siamo autorizzati acredere che le beatitudini non siano l’illusione pericolosa di un esaltato ma la concretizzazione della vita nuova, vita che solo lo Spirito Santo rende possibile, vita che lui solo può suscitare in noi.
Fratelli e Sorelle, ecco allora che, mediante il dono dello Spirito Santo, è possibile, anche oggi, ma fino alla fine dei secoli, vivere le beatitudini nella nostra giornata e in quella di ogni uomo di buona volontà…
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!