“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,16-21
+ In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il testo che la Liturgia oggi regala alla nostra attenzione, è il piccolo frammento finale del dialogo tra Nicodemo e Gesù (Gv 3,1-21).
Il vangelo di Giovanni è come un tessuto fatto di tre fili diversi, ma simili, che si combinano così bene tra di loro che, a volte, non si riesce a capire quando si passa da un filo all’altro.
- Il primo filo sono i fatti e le parole di Gesù degli anni trenta, conservati dalle testimonianze oculari che guardavano le cose che Gesù fece ed insegnò.
- Il secondo filo sono i fatti della vita delle comunità. Per la loro fede in Gesù e convinte della sua presenza in mezzo a loro, le comunità illuminavano il loro cammino con le parole e i gesti di Gesù. Questo ha un’incidenza sulla descrizione dei fatti. Per esempio, il conflitto delle comunità con i farisei della fine del primo secolo segna il modo di descrivere i conflitti di Gesù con i farisei.
- Il terzo filo sono i commenti fatti dall’evangelista. In certi passaggi, è difficile percepire quando Gesù smette di parlare e l’evangelista comincia ad intrecciare i suoi commenti. Il testo del vangelo di oggi, per esempio, è una riflessione bella e profonda dell’evangelista sull’azione di Gesù. La gente quasi non percepisce la differenza tra il parlare di Gesù e quello dell’evangelista. Comunque, sia l’una che l’altra, sono parole di Dio.
Ma diciamo due parole sul contenuto del testo.
Il Dio di cui parla il nostro brano evangelico di oggi, non ha niente di comune con gli antichi dei, perchè Dio ha effettivamente amato il mondo. E non solamente il mondo ebraico, ma tutto il mondo.
La parola mondo è una delle parole più frequenti nel vangelo di Giovanni. Infatti è citata ben 78 volte.
Ed ha vari significati. In primo luogo “mondo” può significare:
- la terra, lo spazio abitato dagli esseri umani (Gv 11,9; 21,25)
- l’universo creato (Gv 17,5.24)
- le persone che abitano questa terra, tutta l’umanità (Gv 1,9; 3,16; 4,42; 6,14; 8,12)
- un gruppo grande, un gruppo numeroso di persone, come quando parliamo di “tutto il mondo” (Gv 12,19; 14,27).
Nel testo che staiamo offrendo alla nostra meditazione, la parola mondo ha il senso di UMANITÀ, che comprende ogni essere umano, a cui Dio dona il suo figlio unico.
E, A CHI ACCETTA CHE DIO GIUNGA FINO A NOI IN GESÙ, È GIÀ PASSATO PER LA MORTE ED HA LA VITA ETERNA, perchè Dio Padre manda il suo Unigenito Figlio, non per giudicare e condannare il mondo, ma affinché il mondo si salvi per mezzo del Suo Sacrificio.
E chi crede in Gesù e lo accetta come rivelazione di Dio, non è giudicato, perché già è accettato da Dio.
Non importa che chi crede sia santo, perchè l’amore di Dio fluisce anche su coloro che non sono membri della sua comunità, tra i quali CI SONO ANCHE QUEGLI UOMINI CHE RESISTONO AL BENE, in quanto “avversari” o “oppositori” (Gv 7,4.7; 8,23.26; 9,39; 12,25).
Questo “mondo” contrario alla pratica di libertà di Gesù è comandato dall’Avversario o Satana, chiamato anche “principe di questo mondo” (Gv 14,30; 16,11).
Ma anche al tempo di Gesù, il mondo, con le sue implicazioni morali, politiche e religiose, era un mondo che allontanava Gesù dalla sua sfera di influenza, perché non sopportava che Dio si intromettesse nei suoi affari.
San Giovanni dice che Dio ha amato anche tutti coloro che facevano il male, perchè non si limita quindi a rendere migliori coloro che sono già buoni.
Il nostro Dio non prende le distanze nei confronti del male, non osserva dall’alto tutte le cose così poco appetitose che sono nel mondo.
Ma entra nel mondo incline al male e lo trasforma con la sua Luce, perchè lo ama senza freni, senza calcolo, senza limiti, senza rimpianti.
Allo stesso modo di un innamorato, di una madre, con un amore ed una gioia che travalicano i confini del cuore. Per questo motivo, Dio ama talmente l’uomo, da mandare il suo figlio unigenito a morire per lui, per redimere questo povero uomo che ha in se la sua immagine e somiglianza.
Dio sa che per redimere il mondo dovrà pagare un prezzo, che è pari alla vita stessa del Suo Figlio, vale tutta la sua vita divina, tutto il Suo amore.
Fratelli e Sorelle, nelle profondità insondabili del cuore di Cristo, Figlio di Dio, c’è la rivelazione di un amore che paga di persona il prezzo del peccato e del male, per comunicare al mondo un amore più grande.
Mai dobbiamo dimenticare l’immensità dell’amore di Dio per il mondo, che si è manifestata dall’aver mandato il Figlio unigenito nel mondo “perché chiunque crede in lui non vada perduto ma abbia la vita eterna”.
Premesso questo, è assolutamente necessario ricordare che, non sono le nostre “opere buone” che determineranno la nostra salvezza, MA LA FEDE NEL FIGLIO DI DIO.
Infatti Paolo do Tarso ci ricorda che “PER GRAZIA infatti siete stati salvati mediante la FEDE” (Ef 2,4-10).
La salvezza, dunque, viene a noi “PER GRAZIA”.
Da soli non riusciremo mai ad arrivare lì dove Dio ci attende, ragion per cui Dio ci chiede solo quello che possiamo fare (niente di più, niente di meno.).
E ci chiede di credere “…chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
È RICHIESTA QUINDI UNA FEDE OPEROSA.
BISOGNA DARSI DA FARE PER IL REGNO DI DIO, PER RENDERLO PRESENTE GIA’ QUI ED ORA!
Ha detto un grande Vescovo e Martire dell’Oriente, Ignazio di Antiochia, nella sua epistola agli Efesini (15, 1):
- «Insegnare è bello, SE CHI PARLA FA. Uno solo è il maestro, che disse e fu fatto (cfr. Sal 32,9) e le cose che egli ha fatto nel silenzio sono degne del Padre».
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!