10.12.2022 – SABATO 2′ SETTIMANA AVVENTO A – MATTEO 17,10-13 “Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto”.
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MATTEO 17,10-13
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il brano del Vangelo che oggi la Liturgia ci regala, si situa appena dopo l’esperienza luminosa della Trasfigurazione del Signore.
Sul Tabor i discepoli avevano visto Mosè ed Elia che conversavano con Gesù (17,3).
Essi conoscevano bene la tradizione. Sapevano bene che Elia era stato rapito in Cielo e che sarebbe tornato per preparare il popolo ad accogliere il Messia.
Ai loro occhi Gesù appariva indiscutibilmente come l’Inviato di Dio, questa verità è ancora più evidente dopo l’esperienza vissuta sul monte.
Allora i discepoli vogliono sapere: “Cosa significa l’insegnamento dei dottori della Legge, quando dicono che Elia deve venire prima?” Poiché Gesù, il messia, era già lì, era già arrivato, ed Elia non era ancora venuto. Qual è il valore di questo insegnamento del ritorno di Elia?
l Profeta Malachia (siamo nel 450 circa a.C.) è il primo che profetizza la venuta di Elia per preparare il giorno del Signore.
La sua profezia si riveste di tinte fortemente apocalittici. La venuta di Elia precederebbe il giudizio finale del Signore sull’umanità. Infatti si parla di un giorno grande e terribile del Signore, che può essere solo quello del giudizio finale. ELIA VERREBBE PER PREPARARE I CUORI AD AFFRONTARE QUESTO GIORNO:
- “Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio” (Mal 3,22-224).
Il Libro del Siracide (siamo nel 130 circa a. C.) riprende la profezia, la spoglia delle tinte apocalittiche, facendo divenire la venuta di Elia un ritorno sulla nostra terra per compiere una portentosa opera di missione in ordine alla conversione del suo popolo.
C’è un giudizio di Dio imminente sul suo popolo ed Elia con la sua predicazione deve impedirlo, riconducendo ogni cuore al suo Dio. Cambia totalmente la prospettiva della sua venuta. Lui viene per gridare ad ogni uomo di ritornare al suo Signore e Padre.
- ”Allora sorse Elia profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola. Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi. Per la parola del Signore chiuse il cielo e così fece scendere per tre volte il fuoco. Come ti rendesti glorioso, Elia, con i tuoi prodigi! E chi può vantarsi di esserti uguale? Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo; tu hai fatto precipitare re nella perdizione, e uomini gloriosi dal loro letto. Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero, sull’Oreb sentenze di condanna. Hai unto re per la vendetta e profeti come tuoi successori. Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco, su un carro di cavalli di fuoco; tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, per placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il cuore del padre verso il figlio e ristabilire le tribù di Giacobbe. Beati coloro che ti hanno visto e si sono addormentati nell’amore, perché è certo che anche noi vivremo” (Sir 48,1-11).
L’Angelo RAFFAELE, annunziando la nascita di Giovanni il Battista, porta la definitiva verità sulla venuta di Elia. Non è la persona di Elia che ritorna. Dio riveste invece del suo Spirito di Fortezza il figlio che nascerà da Zaccaria ed Elisabetta.
Sarà questo figlio che preparerà la strada al Signore, non però al Signore che viene per il giudizio, ma al Messia del Signore che verrà per dare compimento definitivo ad ogni promessa di Dio. Giovanni con tutta la potenza dello Spirito di Elia dovrà predicare la conversione, preparando ogni cuore ad accogliere il suo Salvatore, il suo Signore, il suo Dio.
Gesù conferma che la parola di Malachia, del Siracide, dell’Angeli Raffaele si è compiuta perfettamente in Giovanni il Battista.
Gesù dice anche che lo hanno trattato come hanno voluto, decapitandolo.
MA LA STESSA SORTE TOCCHERÀ ANCHE AL FIGLIO DELL’UOMO, CHE PERÒ NON SARÀ DECAPITATO, MA VERRÀ CONSEGNATO AI PAGANI PER ESSERE CROCIFISSO.
Gesù conferma quindi la tradizione rabbinica ma aggiunge che quella promessa si è già realizzata, Elia è già venuto ma il popolo non lo ha riconosciuto, anzi “hanno fatto di lui quello che hanno voluto” (17,12).
Elia, vissuto in tempi di paganesimo dilagante, si era trovato solo a difendere la strada della fedeltà all’Alleanza con vicende alterne; a quei tempi andava molto di moda l’idolatria e i nuovissimi Baal, divinità cananee importate da Gezabele, regina di Israele.
La sfida lanciata da Elia ai 400 sacerdoti di Baal per dimostrare quale fosse il Dio autentico davanti al popolo, si era risolta con una schiacciante vittoria di Elia il quale – però – si era poi lasciato prendere la mano compiendo una carneficina dei falsi profeti pagani passati a fil di spada.
Fuggito dall’ira di Gezabele, rifugiatosi sul monte di Dio, l’Oreb, si ritrovò solo e abbandonato, deluso dalla propria eccessiva violenza e lì, davanti alla silenziosa e discreta apparizione di Dio come una brezza del mattino, aveva riconosciuto il vero volto del Dio che non è nel tuono o nel terremoto…
Eliseo, suo discepolo, dovrà raccogliere oltre che il mantello, la pesante eredità di Elia scomparso tra le nubi su di un carro di fuoco.
Questo profeta passionale e pieno di zelo, sofferente e tragico – dunque – era scomparso, non morto, e si attendeva la sua venuta per preparare la strada al Messia.
Gesù ci dona una sconcertante chiave di lettura: l’Elia atteso, in realtà, era già venuto: si trattava di Giovanni il battezzatore, come Elia pieno di zelo e di rabbia contro il malcostume del popolo.
Ma, ammonisce Gesù, Elia non è stato riconosciuto, il Battista è stato visto come un fenomeno da baraccone, per poco tempo ci si è lasciati illuminare dalla sua predicazione.
Tragico destino dei profeti di ieri e di oggi, dei santi di tutti i tempi, troppe volte scambiati per fenomeni da baraccone, ignorati e non accolti, suscitano stupore e ammirazione senza produrre conversione e, spesse volte, vengono messi da parte.
In quel contesto in cui c’era la dominazione romana, che disintegrava il clan e la convivenza familiare, la gente si aspettava che Elia ritornasse per ricostruire le comunità: per ricondurre il cuore dei genitori verso i figli ed il cuore dei figli verso i genitori.
Mentre invece avrebbero dovuto capire che il martirio di Giovanni il Battista, annuncia quello del Messia.
Giovanni il Battista incarna lo spirito e la forza che avevano contraddistinto il profeta Elia quand’era in vita.
Infatti entrambi porteranno avanti una predicazione dai toni forti, accesi, una predicazione fatta di conversione e penitenza, di essenzialità e di deserto che si pone contro la falsità, la doppiezza, la corruzione. Elia/ Giovanni Battista: figura del precursore che prepara “la strada” a Gesù.
Ecco allora che il riferimento a Giovanni offre a Gesù l’occasione per ribadire che la sua missione si compirà nella sofferenza.
Una puntualizzazione che sembra contrastare con l’esperienza gloriosa che i discepoli hanno appena vissuto.
Ma proprio per questo tanto più necessario per sradicare illusioni di un successo misurato secondo i nostri canoni abituali.
Dio non smette MAI di sorprenderCI.
Il mistero di Cristo Gesù non è solamente pura gloria, esaltazione, trionfo, innalzamento.
È mistero di croce, sofferenza, dolore, persecuzione, rifiuto, consegna ai pagani.
E, il Natale è il primo passo verso il calvario.
Tutte le profezie lo annunziano uomo dei dolori che ben conosce il patire.
Non vi è stata sofferenza che non si sia abbattuta sopra di Lui. Lui ha preso su di sé tutte le colpe dell’umanità.
Ha espiato tutte le pene dovute ai peccati senza misura e senza limite degli uomini.
È sufficiente meditare un brano delle Lamentazioni e tutta la sofferenza di Gesù ci viene dinanzi agli occhi.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!