10.04.2023 LUNEDI’ FRA L’OTTAVA DI PASQUA – MATTEO 28,8-15 “Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 28,8-15

+In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Fratelli e Sorelle, se la Quaresima è durata 40 giorni, IL TEMPO PASQUALE ne dura 50, durante i quali la Chiesa, nella sua immensa saggezza, ci dona la possibilità di convertirci alla grande notizia che abbiamo ricevuto.

Da oggi in poi, leggeremo e mediteremo I VANGELI DELLA RESURREZIONE, a partire da questo lunedì, detto “lunedì dell’angelo” grazie alla splendida lettura che abbiamo ascoltato.

Abbandoniamo allora in fretta il sepolcro, con gioia e timore e corriamo dai nostri fratelli a dir loro che Gesù è vivo e presente in mezzo a no.!

Come ha detto Papa Francesco, è a partire dalla gioia che possiamo convertire la Chiesa e il mondo, e noi stessi.

Abbandoniamo il sepolcro e tutti gli atteggiamenti terreni che caratterizzano la nostra misera fede.

Ricordiamoci che il nostro è il Dio della vita, il Dio della resurrezione, il Dio della gioia.

DAVVERO IL SIGNORE È RISORTO ED È ACCANTO A NOI!

Ma cerchiamo di capire bene, cosa accade.

Nessun evangelista descrive la risurrezione di Gesù.

L’immagine classica tradizionale conosciuta del Cristo trionfante, che esce dalla tomba, non appartiene infatti ai vangeli, MA AD UN APOCRIFO DEL II SECOLO, CHIAMATO IL VANGELO DI PIETRO.

Ma tutti gli evangelisti, concordemente, danno indicazioni su come incontrare il Cristo vivente.

L’esperienza del Cristo risorto, infatti, non è stato un privilegio concesso duemila anni fa ad un piccolo gruppo di persone, MA UNA POSSIBILITÀ OFFERTA AI CREDENTI DI TUTTI I TEMPI.

Vediamo cosa ci dice al riguardo Matteo, nel capitolo 28, il capitolo della risurrezione.

Dopo il sabato”, ecco l’evangelista inizia con una notazione: l’osservanza del precetto del sabato ha ritardato la comunità primitiva di fare esperienza del Cristo risorto.

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno”, il primo giorno richiama il primo giorno della creazione, perché in Gesù si realizza la nuova definitiva creazione della settimana.

Il primo giorno della settimana, È IL GIORNO OTTAVO, e il numero 8, nella chiesa primitiva, sarà il numero che avrà il significato del Cristo risorto, ed è il numero infatti delle beatitudini.

Ma vorrei analizzare anche un altro particolare che mi piace davvero, sotto due punti di vista.

Primo punto di vista.

Nell’Antico testamento la figura delle donne davvero è marginale. Ma non nel pensiero di Dio, ovviamente.

E oggi, Dio, ci mostra che esse sono segno di continuità, tra la vita terrena di Gesù di Nazareth, la sua morte in croce, la sua deposizione e la sua resurrezione.

Esse non fuggono di fronte al dolore, alla morte, NON TRADISCONO.

Sono presenti e sono TESTIMONI CREDIBILI DEL GRANDE MISTERO:

  • Nel momento della sepoltura sono rimaste sedute dinanzi al sepolcro.
  • Nel mattino di Pasqua sono di nuovo davanti alla pietra ribaltata e sono le prime a cogliere i segni della Risurrezione.

Proprio per questo loro restare diventano testimoni del più grande e meraviglioso evento della storia.

Allora è Gesù stesso che va loro incontro ed esse si gettano ai piedi del Maestro, lo adorano e ricevono, per mandato del Signore, l’investitura di “apostole dell’Evangelo e annunziatrici della Risurrezione:

  • «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

È il dono del Risorto al quale le donne rispondono abbracciando i suoi piedi in segno di venerazione, di omaggio e di sottomissione.

Le donne si erano recate al sepolcro con la tristezza nel cuore. Ma proprio in quel luogo, dove la vita sembrava aver perso la sua ultima battaglia, ricevettero l’annunzio CHE IL SIGNORE HA VINTO LA MORTE.

E così, quello che era il confine ultimo dell’umana esistenza diventa la sorgente di una luce nuova che nessuno potrà MAI PIU’ SPEGNERE.

Ed esse compresero che non c’era più tempo da perdere:

  • “Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli”.

E, lungo la via, prima di entrare nella Città santa, incontrarono lo stesso Gesù che disse loro: “Salute a voi!” [kaírete].

È lo stesso verbo con il quale l’angelo ebbe a salutare la Vergine, nell’Annunciazione (Lc 1,28). Non è dunque un semplice saluto.

Le donne, giustamente impaurite, sono tranquillizzate dal Maestro, che le invita ad abbandonare ogni timore.

Infatti, quel “Rallegratevi” non è un augurio, ma è la prima parola, il primo dono, della resurrezione. È la gioia della Pasqua, è la gioia la prima parola che dobbiamo comunicare.

E grazie a questo dono DELLA GIOIA, ora, finalmente, ANCHE LE DONNE -considerate gli esseri più lontani da Dio, in realtà divengono gli esseri più vicini, perché compiono la stessa funzione degli angeli- potranno raccontare e insegnare.

Secondo punto di vista.

Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba”, manca una donna. Ricordate che, alla crocifissione di Gesù, erano tre le donne presenti:

  1. Maria di Magdala,
  2. l’altra Maria, la madre di Giacomo e Giuseppe,
  3. ma c’era anche la madre dei figli di Zebedeo.

Nel brano odierno LA MADRE DEI FIGLI DI ZEBEDEO, non c’è più, perché?

Io credo perché questa donna, AMBIZIOSA, che voleva la gloria, il successo per i suoi figli, quando vede che il suo Messia muore definitivamente, perde ogni speranza.

Ecco la ragione per la quale NON SARÀ TESTIMONE DELLA RISURREZIONE.

Ma cerchiamo di vedere anche i particolari del contesto geografico:

  • «…andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

La Galilea è il luogo degli inizi, la terra in cui Gesù aveva avviato la sua missione. La sede in cui aveva stabilito la propria iniziale residenza una volta lasciata Nazareth:

  • «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!» (Mt 4, 15).

Sebbene fosse abitata in gran parte da israeliti e avesse una chiara identità giudaica, si trattava di una terra di confine, a ridosso dei territori dei pagani.

Era quindi una regione di passaggio, per i traffici che scorrevano dall’Egitto all’Oriente e viceversa.

Un territorio travagliato come tutti quelli che appartengono a una frontiera.

E questa «Galilea delle genti» è un luogo di contatto tra stranieri, di contaminazione tra culture, di scontro di mentalità, di mescolanza di lingue, di scambi commerciali, di esperienza della varietà.

E non dobbiamo mai dimenticare che il Vangelo, seppur inizialmente annunciato ad Israele, FIN DAL SUO PRINCIPIO HA UNA PORTATA UNIVERSALE E UNA SPINTA che lo porta ad INTRECCIARSI CON TUTTI I POPOLI DELLA TERRA.

APPUNTO DALLA GALILEA RAPPRESENTATI.

Questo è il luogo di incontro con il Risorto e il punto di partenza designato per la missione di evangelizzazione che gli apostoli dovranno compiere.

Di là dovrà RIPARTIRE anche il Vangelo della Risurrezione.

È questo un invito che vale per tutti i discepoli di Cristo.

OGNI GENERAZIONE DEVE RAGGIUNGERE LA PROPRIA GALILEA PER INCONTRARE IL RISORTO, PER ANNUNCIARE A TUTTI, IL MESSAGGIO CHE IL SIGNORE E’ RISORTO, PERCHÉ TUTTI LO POSSANO INCONTRARE.

Mai dimenticando che solo il messaggio di Dio sulla risurrezione di Gesù consente di varcare la soglia del grande mistero.

Un messaggio “angolaresul quale si fonda il martirio di tanti cristiani, PERCHÉ GENERA UNA FEDE CAPACE DI VINCERE LA STESSA PAURA DELLA MORTE.

Ha detto un Vescovo e profeta del nostro tempo, Don Tonino Bello:

  • “La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno: una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima…

È il macigno della solitudine, della miseria della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce”.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!