10.03.2024 – DOMENICA 4′ DI QUARESIMA B – GIOVANNI 3,14-21 “…ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo GIOVANNI 3,14-21

+ In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Siamo oltre la metà del pellegrinaggio quaresimale e la liturgia della Chiesa, interrompendo per un momento l’austerità di questo tempo, ci invita a “rallegrarci”.

La liturgia della Chiesa attenua persino il colore dei paramenti liturgici, dal viola passa al “rosaceo”, per sottolineare questo stacco di letizia.

L’invito liturgico, se in passato comportava la sospensione dell’austerità, non voleva comunque spingere verso un senso di spensieratezza o di superficiale e ottimistico senso della vita.

Al contrario, la liturgia conoscendo bene le difficoltà e i problemi dei giorni degli uomini, è consapevole del bisogno che abbiamo di un annuncio di letizia vera.

Ed ecco, nel mezzo del cammino quaresimale, l’esortazione a rallegrarsi; il motivo è l’avvicinarsi della Pasqua, ossia la vittoria del bene sul male, della vita sulla morte.

Questo è il vero annuncio di gioia che la liturgia ci porta.

Ma veniamo al testo odierno.

Tutto il Nuovo Testamento si interessa alla dottrina centrale della redenzione, e nel Vangelo di questa domenica, ci viene detto che la risposta alla domanda sul senso della vita è Gesù, morto e risorto.

Anche Nicodemo si sentì rispondere in questo modo con il richiamo all’episodio del serpente innalzato da Mosé nel deserto che salvò la vita degli israeliti morsi dai serpenti velenosi:

  • “Come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbi la vita eterna”.

Il ritorno di ogni uomo e di ogni cosa alla santità, presso il Padre, si compie CON UN ATTO DI FEDE, nel quale si crede che, attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Cristo, possiamo essere redenti.

E, Il Vangelo di Giovanni pone l’accento in particolare sull’incarnazione di Gesù, mandato dal Padre, in un mondo decaduto in cui ha portato luce e vita nuova, attraverso la sua passione, morte e risurrezione, a mezzo delle quali restituisce ogni cosa al Padre e rivela la piena realtà della sua identità di VERBO FATTO CARNE.

E grazie a ciò, tutta la nostra vita nella Chiesa, È IL COMPIMENTO DELLA NOSTRA RISPOSTA A NOSTRO SIGNORE, GESU’ CRISTO.

Sempre dobbiamo ricordare che LA REDENZIONE È STATA REALIZZATA TRAMITE GESÙ CRISTO, MA PER NOI DEVE ESSERE ANCORA REALIZZATA.

E questo perchè, grazie al libero arbitrio, noi possiamo volgerci -DIO NON VOGLIA!- verso le tenebre.

È VERO CHE GRAZIE AL SACRAMENTO DEL BATTESIMO, CRISTO CI AVVOLGE, E NOI SIAMO “INCORPORATI” IN LUI ED ENTRIAMO COSÌ IN UNIONE CON TUTTI I BATTEZZATI NEL CORPO DI CRISTO.

Ma la nostra risposta personale, resa possibile DALLA GRAZIA DI DIO, NECESSITA DEL NOSTRO CONSENSO PERSONALE.

Gesù dice “…bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna“.

Per Gesù, l’accettare di andare a morire in croce è necessario, perché è la dimostrazione che preferisce essere rifiutato dagli uomini, che non rifiutarli; preferisce lasciarsi uccidere, che uccidere.

E FARÀ QUESTO PER DIMOSTRARE QUANTO È GRANDE L’AMORE E LA DISPONIBILITÀ DI DIO NEI NOSTRI CONFRONTI.

Anche noi siamo chiamati a fare una scelta decisiva tra il bene e il male.

Abbiamo davanti due possibilità, due strade: la via della vita eterna, e la via della vita normale.

La prima scaturisce dalla comunione con Dio che Gesù viene ad offrirci, la seconda dal rifiuto di Dio; ma non è una punizione, è una scelta.

Il prototipo del salvato è proprio Nicodemo, che prima si avvicina a Gesù di nascosto, per paura di essere giudicato dalla gente, e poi esce allo scoperto, andando a chiedere il corpo di Gesù a Pilato.

Cos’ è cambiato?

Prima era diviso tra la curiosità e la paura.

Poi, avendo visto Gesù andare incontro ai suoi persecutori per essere crocifisso senza maledirli, capisce che, del Dio che quest’uomo annuncia, non c’è d’aver paura, ANZI, CI SI GUADAGNA LA VITA ETERNA.

Fratelli e Sorelle, nel Gesù “innalzato” sulla croce, nel linguaggio giovanneo, non c’è una immagine tesa a suscitare commiserazione o compassione.

Quell’asta innalzata, quella croce piantata sul monte Calvario, sul Golgota, è la fonte della vita; una fonte generosa e senza limiti, gratuita e abbondante:

  • “…Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Chiunque viene colpito dai morsi velenosi dei serpenti di oggi, basta che rivolga gli occhi verso quell’uomo “innalzato” sulla croce, e trova guarigione.

Gesù stesso dirà più avanti proprio a Gerusalemme “…quando sarò elevato da terra, attrarrò tutti a me“.

LA SALVEZZA COME ANCHE IL SENSO DELLA VITA, NON VIENE DA NOI, MA CI È DONATA DALL’ALTO.

La presenza del male è una realtà pressante che alla lunga, ci porta al fatalismo pessimista.

Con le sole nostre forze, infatti, come potremmo sradicare il male e la sua più terribile conseguenza che è la morte?

Fortunatamente il male nel mondo non è uno sfortunato destino che si abbatte sul mondo, contro cui è impossibile intervenire.

Il male nasce dal principe del male e dai suoi servitori e tra essi anche noi, che continuiano a compiere opere malvage.

L’evangelista Giovanni, nell’episodio di Nicodemo, ripete quasi alla lettera le parole scritte nel Prologo “…la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvage“.

C’è pertanto una responsabilità nell’allargare o nel perpetuare la presenza del male nel mondo che va compresa E QUINDI RECISA.

Agli uomini non è chiesta L’IMPOSSIBILE OPERA DI UN’AUTO LIBERAZIONE DAL MALE.

A noi è chiesto solo di alzare lo sguardo da noi stessi e di guardare un po’ più in alto, di non restare nel buio dell’egocentrismo E ACCOGLIERE QUELLA LUCE CHE DIO HA INVIATO NEL MONDO, DI NON BLOCCARSI NELL’AMORE PER SÉ E ACCORGERSI DI QUELL’AMORE CHE DALL’ALTO È SCESO SULLA TERRA.

Il paradosso della croce di Cristo è l’offerta dell’amore salvifico sconfinato, eterno di Dio a ciascuno di noi.

Gesù crocifisso ci interpella con il suo amore.

Non ci giudica; noi pronunciamo il giudizio sulla nostra vita, decidiamo sul nostro futuro eterno.

Siamo posti davanti a scelte serie, di fronte alle quali non è possibile tergiversare.

Particolarmente in questo tempo quaresimale, dobbiamo chiederci con sincerità se accettiamo veramente Gesù, luce, salvezza, o se lo sfuggiamo perché le nostre “opere sono malvagie”.

Più volgiamo il nostro sguardo a Cristo innalzato sulla croce, più sentiremo il desiderio di essere afferrati, pervasi dall’amore di Dio e vivremo l’impegno di evitare le tenebre del peccato.

PIÙ FISSEREMO I NOSTRI OCCHI, IL NOSTRO CUORE SUL CROCIFISSO, PIÙ COMPRENDEREMO IL VERO SENSO DELLA VITA E DELL’ETERNITÀ, PIÙ SAREMO CAPACI DI “OPERARE LA VERITÀ”, DI MANTENERE LA NOSTRA FEDELTÀ ALL’AMORE DI DIO.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!