10.01.2023 MARTEDI’ 1 SETTIMANA P.A. A – MARCO 1,21-28 “…taci! Esci da lui”.
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 1,21-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il Vangelo di Marco è il più scarno dei quattro Evangeli. Il meno curato dal punto di vista linguistico, il meno ricco di particolari.
Ma è il primo ad essere scritto, e molti dei destinatari dell’epoca hanno conosciuto da vicino, se non Gesù, certamente i suoi primi discepoli, le donne del seguito, la gente dei villaggi dove il Maestro era stato.
Ecco allora perché Marco, visto che molte cose riguardanti l’insegnamento e l’opera di Gesù sono conosciute, va all’essenziale.
E, in questo contesto, la Sacra Scrittura ci presenta i due aspetti di Gesù:
- l’umano
- e il divino.
Agli inizi della Chiesa si sottolineava l’aspetto DIVINO; qualche secolo dopo, con l’arianesimo, si mise in rilievo L’UMANITÀ, negando la divinità del Cristo.
LA CHIESA NON POTEVA RIMANERE IN UNA VISIONE PARZIALE E INSISTETTE SULLE DUE NATURE IN UNA SOLA PERSONA, QUELLA DEL FIGLIO UNICO DI DIO.
L’epistola agli Ebrei sottolinea i due aspetti e il passo di oggi insiste su quello umano “…Che cosa è l’uomo perché ti ricordi di lui? Di poco l’hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore lo hai coronato e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi“.
Gesù è l’uomo ideale, nel quale LA VOCAZIONE DELL’UOMO AL DOMINIO DELL’UNIVERSO SI ATTUA IN MODO PERFETTO.
Nel racconto della creazione si legge che Dio ha costituito l’uomo signore di tutte le creature, ma allo stato attuale delle cose questa vocazione non può essere pienamente realizzata. Soltanto Cristo, con la sua morte e risurrezione, ha ottenuto una umanità rinnovata e può avere il dominio su tutta la creazione.
Comunque il vangelo di ieri ci parlava della prima attività di Gesù: chiamò quattro persone per formare la comunità con lui (Mc 1,16-20).
Il vangelo di oggi descrive l’ammirazione della gente dinanzi all’insegnamento di Gesù ed il primo miracolo, grazie al quale, espelle un demonio.
Il vangelo di domani narrerà la guarigione della suocera di Pietro (Mc 1,29-31), la guarigione di molti malati (Mc 1,32-34) e la preghiera di Gesù in un luogo isolato (Mc 1.35-39).
Marco raccoglie questi episodi, che erano stati trasmessi oralmente nelle comunità e li unisce tra loro come i mattoni, nella costruzione di un edificio.
Nell’anno 70, in cui scrive Marco, le comunità avevano bisogno di orientamento e Marco indica come dovevano fare per annunciare la Buona Novella. Marco fa quindi una catechesi, raccontando alle comunità gli avvenimenti della vita di Gesù e come essi dovevano fare per riattualizzare i gesti del Maestro di Nàzareth.
Quello strano Maestro che sapeva farsi capire così bene da tutti, pur parlando un linguaggio semplicissimo e del quale la cosa che la gente aveva subito intuito era il modo diverso che Gesù aveva di insegnare, rispetto a quello degli scribi e dei farisei.
Non era quindi il contenuto del messaggio annunziato, quanto il modo di proporlo che impressionava favorevolmente.
Per questo suo modo diverso di porsi ed insegnare, Gesù aveva creato una coscienza critica nella gente rispetto alle autorità religiose dell’epoca, tanto che essa diceva “…insegna con autorità, in modo diverso da come fanno gli scribi”.
Egli è la forza che dà autorità, alle parole e ai gesti. Perché ciò che Dio dice, avviene:
- la sua Parola si compie
- l’agire creatore si rinnova e diviene nuovamente un evento, perché Gesù ha l’autorità di Dio.
Gli scribi dell’epoca, infatti, non possedendo né questa forza, né quella autorità, insegnavano limitandosi a citare le autorità, con le quali credevano di dar forza ai loro insegnamenti.
Ma Gesù non cita nessuna autorità, e parla partendo solo dalla sua esperienza di Dio e della sua vita. La sua parola affonda quindi le radici nel Suo Sacro Cuore.
In Marco, il primo miracolo è l’espulsione di un demonio. Gesù combatte ed espelle il potere del male che si impossessava delle persone, alienandole da esse stesse.
L’uomo posseduto dal demonio grida “…Io so chi sei tu: tu sei il Santo di Dio!”
Questa affermazione ci mostra il demonio che ripeteva l’insegnamento ufficiale che presentava il Messia come “Santo di Dio”, cioè, come un Sommo Sacerdote, o come re, o giudice.
Ecco allora quali sono i primi due segnali del sopraggiungere della Buona Novella:
- il suo modo diverso di insegnare le cose di Dio,
- il suo potere sugli spiriti impuri.
E con questo nuovo cammino Gesù si adopera affinché la gente raggiunga la purezza.
In quel tempo, infatti, una persona dichiarata impura non poteva presentarsi davanti a Dio per pregare e per ricevere la benedizione promessa da Dio ad Abramo.
Doveva prima purificarsi.
Queste e molte altre leggi e norme rendevano difficile la vita della gente ed emarginavano molte persone considerate impure, lontane da Dio.
Ora, “lavate” dal contatto con Gesù, quelle persone potevano presentarsi davanti a Dio: ecco ciò che rappresentava per loro la “Buona Novella”.
Ma nel tempo, grazie alla fragilità umana e all’imperversare di satana, questo atteggiamento si è nuovamente perso. E la RICONOSCENZA e la FEDELTA’ AL SIGNORE, pure.
Quante bugie abbiamo raccontato e raccontiamo su di Lui, distorcendo la SUA PAROLA a nostro piacimento.
Quante colpe gli imputiamo, di cui è innocente!
Quante false parole si usano, accusando Lui di altre parole che non ha mai pronunciato… e di gesti che non ha mai compiuto (ma che ci fanno comodo).
Di fronte all’apparente assurdità della vita, Dio è stato ed è spesso messo alla gogna, crocifisso di responsabilità di cui l’uomo -UNICO RESPONSABILE- non ha il coraggio di farsi carico.
COME SE DIO, CHE HA GENERATO LA VITA E SPENDE TUTTO SÉ STESSO PER RICONCILIARE E RESTITUIRE LA VITA ANCHE A CHI È SCHIAVO DEL DEMONIO E DELLA MORTE, FOSSE L’ORIGINE DEGLI ORRORI CHE L’UOMO STESSO, QUANDO RIFIUTA DI ESSERE DALLA PARTE DI DIO, HA COMMESSO CONTRO DI SÉ E CONTRO I FRATELLI.
Basta tener presente ogni tipo di guerra con cui nella storia, L’UOMO HA INSOZZATO E INSOZZA -IN NOME DI SATANA- IL MONDO.
Ecco allora, Fratelli e Sorelle che difendere Dio, CON AUTORITÀ, NELLA VERITA’, è oggi quanto mai necessario, perché Egli possa continuare a mostrare a tutti IL PROPRIO VOLTO DI MISERICORDIA.
QUESTA INSTANCABILE LOTTA –CHE DOBBIAMO PER PRIMI VINCERE IN NOI STESSI- È IL NOSTRO MIGLIORE CONTRIBUTO PERCHÉ IL MONDO NON SCIVOLI NEL BARATRO DELLA DISPERAZIONE, EVITANDO DI LAVORARE PER LENIRE I DRAMMI DELL’UMANITÀ, E PER NON RIMANERE, COME SEMPRE, SCHIACCIATO DALLA FORZA DELL’INDIFFERENZA.
Certamente, Gesù ha cambiato il nostro modo di essere uomini. Ha cambiato il volto di Dio, ha cambiato il modo di vivere e di amare.
“Ha fatto risplendere la vita”, scrive Paolo di Tarso.
Ha restituito l’uomo all’umanità. “Con lui il cristiano è l’uomo finalmente promosso a uomo” scriverà decine di secoli dopo, don Primo Mazzolari.
Ci ha consegnato una sola legge: amare senza inganno e senza violenza, insegnandoci ad avere più paura di una vita sbagliata che della morte terrena.
Se vogliamo parlare seriamente di Cristo agli uomini e alle donne del nostro tempo, dobbiamo sentire che Cristo È ANCORA ALL’OPERA PER LIBERARCI DA OGNI NOSTRA FORMA DI MEDIOCRITÀ e di connivenza con il PECCATO.
Il Cristo di Dio, deve entrare in noi come lievito che ci solleva dall’inerzia del disimpegno e del peccato.
E deve essere come un colpo d’ala che ci tira fuori dalle nostre tane, come spina nella carne, che non ci lascia tranquilli di fronte al dolore e alle attese di vita vera, nostra e degli altri.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!