09 luglio 2024 martedi’ 14’ settimana P.A. B – MATTEO 9,32-38 “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.”
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 9,32-38
+ In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi ci presenta due fatti:
- la guarigione di un indemoniato muto (Mt 9,32-34)
- e un riassunto delle attività di Gesù (Mt 9,35-38).
Questi due episodi terminano la parte narrativa dei capitoli 8 e 9 del vangelo di Matteo in cui l’evangelista cerca di indicare come Gesù metteva in pratica gli insegnamenti dati nel Discorso della Montagna (Mt dal cap.5 al cap.7).
Nel capitolo 10, la cui meditazione inizia nel vangelo di domani, vediamo il secondo grande discorso di Gesù:
- Il Discorso della Missione (Mt 10,1-42).
La guarigione dei due ciechi precede il nostro testo nel Vangelo secondo san Matteo, che tratta la guarigione di un muto.
Tutte e due le pericopi fanno parte del compimento della profezia messianica, annunciata da Isaia (Is 29,19; 35,5-6; 61,1), e confermata nella risposta data a Giovanni Battista che si preoccupa della situazione e delle azioni di Gesù (Mt 11,1-5).
Qualunque sia la possibile diagnosi della malattia del muto, la Bibbia conosce la relazione che esiste tra guarigione e salvezza, e conosce le influenze negative che hanno le persone malate.
E gli uomini di un tempo conoscevano anch’essi il potere di queste influenze negative.
Gesù si avvicina al malato, a quest’uomo che è stato allontanato dalla comunità.
Dio solo sa che cosa gli ha tolto la parola, e il Signore fa ciò che devono fare in questo senso gli uomini che egli ha ispirato: concedere ai malati, ai solitari, agli isolati, il calore di un aiuto umano e far loro sentire così un po’ della presenza salvatrice di Dio.
Gesù guarisce, restituisce salute e dignità, annunciando così la venuta del Regno di Dio.
Fratelli e Sorelle, qui e nei quattro vangeli, viene messa in bella evidenza l’attenzione e l’affetto di Gesù per le persone malate.
Le malattie erano molte, la previdenza sociale, inesistente.
Le malattie non erano solo deficienze corporali: sordità, cecità, paralisi, lebbra e tanti altri mali. In fondo, queste malattie non erano che una manifestazione di un male assai più profondo e vasto che minava la salute della gente, e cioè l’abbandono totale e lo stato deprimente ed inumano in cui era obbligata a vivere.
Le attività e le guarigioni di Gesù si indirizzavano non solo contro i mali corporali, ma anche e soprattutto contro questo male maggiore dell’abbandono materiale e spirituale, in cui la gente era costretta a trascorrere i pochi anni della sua vita.
Poi, oltre allo sfruttamento economico che rubava la metà dello stipendio familiare, la religione ufficiale dell’epoca, in vece di aiutare la gente ad incontrare in Dio una forza per resistere ed avere speranza, insegnava che le malattie erano un castigo di Dio per il peccato.
Aumentava in loro il sentimento di esclusione e di condanna. Gesù faceva il contrario.
L’accoglienza piena di tenerezza e la guarigione dei malati fanno parte dello sforzo di ritessere la relazione umana tra le persone e di ristabilire la convivenza comunitaria e fraterna nei villaggi della Galilea, la sua terra.
La messe è molta, gli operai sono pochi.
Gesù trasmette ai discepoli la preoccupazione e la compassione che lo abitano:
- “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe”.
Ma non basta la sua predicAZIONE: le persone si radunano, affamate e assetate, a migliaia e il Maestro ne prova compassione, e si lascia coinvolgere emotivamente, di fronte a questa moltitudine che cerca una risposta, che cerca la luce interiore.
E chiede ai suoi di pregare perché il Padre mandi operai nella messe.
Immaginate, Fratelli e Sorelle la follia apparente di questa affermazione del Signore.
Davanti allo smarrimento della folla Gesù propone come soluzione la Chiesa, ovvero la comunità dei fratelli che hanno incontrato la misericordia di Dio e ne sono diventati discepoli.
E che ora sono chiamati ad avere la stessa compassione del Signore, ad agire per sostenere l’umanità conducendola verso Dio, nel Nome di Cristo.
Fratelli e Sorelle, che grande dignità che ci ha regalato Dio!
Siamo chiamati addirittura ad essere la consolazione di Dio per le persone che incontreremo lungo il nostro cammino, alle quali dobbiamo mostrare che siamo noi il volto di Dio.
Che siamo chiamati a diventare trasparenza del vangelo, a rendere accessibile Dio ad ogni persona.
E vorrei chiudere parlando di un altro particolare che mi ha stringere il cuore: la compassione di Gesù:
- “Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore”.
Purtroppo coloro che dovevano essere pastori, NON ERANO PASTORI, E NON CURAVANO IL GREGGE.
Solo per essi, Gesù è il pastore (Gv 10,11-14).
Matteo vede in questo la realizzazione della profezia del Servo di Yavé che “ha preso le nostre infermità, si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17 e Is 53,4).
Come lo fu per Gesù, la grande preoccupazione del Servo era “trovare una parola di conforto per coloro che erano scoraggiati“, cantava il grande Profeta Isaia (Is 50,4).
La stessa compassione verso la folla abbandonata, Gesù la mostra in occasione della moltiplicazione dei pani: sono come pecore senza pastore (Mt 15,32).
Il vangelo di Matteo ha una costante preoccupazione nel rivelare ai giudei convertiti delle comunità di Galilea e di Siria, CHE GESÙ È IL MESSIA ANNUNCIATO DAI PROFETI.
ECCO PERCHÉ MATTEO MOSTRA CHE, NELLE ATTIVITÀ DI GESÙ, SI REALIZZANO LE PROFEZIE (Mt 1,23; 2,5.15.17.23; 3,3; 4,14-16).
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!