09 aprile MARTEDI’ 2^ SETTIMANA DI PASQUA – GIOVANNI 3,7-15 “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”.
“Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 3,7-15
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi riporta una conversazione tra Gesù e Nicodemo, il quale aveva sentito parlare delle cose che Gesù faceva, e ne era rimasto colpito.
Volle parlare con Gesù per poterle capire meglio, presupponendo di conoscere le cose di Dio.
Ma il poveretto viveva con un libretto del passato in mano, per vedere se la sua sapienza concordava con la novità annunciata da Gesù.
Purtroppo dobbiamo fare una amara considerazione, Fratelli e Sorelle, tutti noi siamo uguali a Nicodemo (io “in primis” faccio mea culpa).
E dimentichiamo che essendo nati dalla carne, possiamo comprendere ogni senso, solo in funzione del mondo.
Ma se rinasciamo dallo Spirito, possiamo avere una nuova percezione di noi stessi.
Qui, carne significa ciò che nasce solo dalle nostre idee, mentre ciò che nasce da noi ha la nostra misura.
La rinascita è indispensabile, tanto che Gesù dice che è necessario che ciò accada.
E, se siamo docili all’azione dello spirito, attraverso la rivelazione, Dio risponde alla domanda dell’uomo in vista della salvezza, perché l’uomo non può darsi da solo una risposta.
Bisogna che qualche cosa si manifesti nella vita di colui che è nato dallo Spirito: i suoi pensieri e le sue azioni non possono essere colte secondo i criteri del mondo. Il bene che egli fa non proviene da lui stesso.
Lo si percepisce, in qualche modo si può dire conoscerlo, si impara anche a sfruttarlo a proprio favore, MA RESTA ALLA FINE INAFFERRABILE.
Infatti ci rendiamo conto della direzione del vento: sappiamo qual è il vento del Nord o il vento del Sud, ad esempio, ma non sappiamo né controlliamo la causa a partire dalla quale il vento si muove in questa o quella direzione.
Così è lo Spirito.
Ciò che più caratterizza il vento, È LO SPIRITO, È LA LIBERTÀ.
Il vento, e parimenti lo Spirito, sono libero, tanto che non possono essere controllati.
Agiscono sugli altri e nessuno riesce ad agire su di loro.
La loro origine è il mistero, il loro destino è il mistero.
Il pescatore deve, in primo luogo, scoprire la direzione del vento e solo dopo puo volgere le vele secondo quella direzione.
E questo è esattamente ciò che deve fare Nicodemo e ciò che viene chiesto ad ognuno di noi.
L’Evangelista Giovanni gioca sul doppio significato della parola «to’ pneuma» (in greco traduce sia vento, che Spirito) per dirci che lo Spirito con ciò che lo riguarda, appartiene a quel mondo di elementi o esperienze presenti nella vita, che tendono a sfuggire alla nostra presa, benché ne tocchiamo con mano gli effetti reali ed efficaci.
» ha nel quarto vangelo il carattere di COLUI CHE DISCENDE PER RISALIRE, CHE SI ABBASSA E VIENE INNALZATO.
Con Cristo, le «cose del cielo» non sono più un segreto, ma una rivelazione.
E noi ne veniamo messi a parte in Gesù Gesù, che viene da Dio e a Dio fa ritorno.
Per questo è possibile nascere dallo Spirito, grazie alla Sua discesa e al Suo innalzamento.
Ma anche chi, in questo mondo, rimane confinato nella logica della carne, non potrà mai cogliere ciò che lo Spirito sussurra alla sua Chiesa.
come può accadere questo?”
E GESU’ FA NOTARE A NICODEMO CHE E’ ASSURDO IL FATTO CHE, UN MAESTRO DI ISRAELE, NON POSSIEDA LA CHIAVE DELLA PROPRIA SAPIENZA.
Fratelli e Sorelle, i dialoghi, nel vangelo di Giovanni, SONO SPESSO FRUSTRANTI.
La sua tecnica narrativa preferita, infatti, è quella del fraintendimento: Gesù parla di “fischi” e gli altri intendono “fiaschi”.
Così è con la samaritana al pozzo, con il cieco di Bethsatà, così anche con Nicodemo, come possiamo vedere nell’Evangelo di oggi.
Eppure questo fraintendimento – in cui cadiamo facilmente anche noi,in quanto il Signore Gesù sembra non parlare di cose semplici – non nasce dal fatto che l’argomento in questione è difficilissimo, MA, AL CONTRARIO, PERCHÉ È ESTREMAMENTE SEMPLICE.
E sta qui il guaio. Noi non riusciamo a scorgere un dettaglio di qualcosa, quando è sotto gli occhi, è troppo evidente.
Ed è esattamente quello che sosteneva lo scrittore statunitense EGAR ALLA POE: “IL POSTO MIGLIORE PER NASCONDERE QUALSIASI COSA E’ METTERLA SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI”.
E COSI’ CI PERDIAMO LA CHIAVE DELLA VERA GIOIA, PERCHE’ RIMANE NASCOSTA, PUR ESSENDO EVIDENTE IN OGNI DOVE.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!