09.12.2023 – SABATO 1^ SETTIMANA DI AVVENTO B C – MATTEO 9,35-10,1.6-8 “Vedendo le folle, ne sentì compassione”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21)

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 9,35-10,1.6-8

+ In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il Vangelo di oggi celebra L’AMORE GRATUITO DI DIO.

“Vedendo le folle stanche e sfinite” a forza di seguirlo, Gesù “ne sentì compassione”.

In questo brano, ritorna quel verbo assai raro, “rahamìn” che esprime “le viscere di compassione” di una madre verso il figlio.

Ma veniamo al testo.

Percorrendo tutte le città e i villaggi, Gesù si rende conto che c’erano molti malati da curare e molte orecchie desiderose di ascoltare il Vangelo del Regno.

E’ un ritratto vivo della persona di Gesù quello che ci dà l’evangelista.

Non se ne sta rinchiuso attendendo che la gente vada a Lui.

Egli si sposta attraverso città e villaggi, instancabile ricercatore dell’uomo, desideroso di rispondere alla sua fame e sete profonda che è fame e sete di senso, di amore, di gioia, in definitiva è fame e sete di Dio.

Questo instancabile pellegrinaggio rivela l’amore di Dio, il desiderio di incontrare OGNI uomo e TUTTO l’uomo, corpo e spirito.

Il Maestro insegna annunciando a ogni uomo l’Evangelo, cioè la lieta notizia del Regno di Dio che è tutto il suo Amore a cui ognuno può accedere.

E, Matteo ci dice che, vedendo tutta quella gente, il Signore “ne sentì compassione”, “rahamìn”, cioè “ebbe viscere di misericordia”, ed espresse il desiderio di condividere questo sentimento con altri cuori.

Pregate il signore della messe perché mandi operai nella sua messe”, ovvero altre persone che avrebbero potuto aiutarlo, nel cammino dei secoli, a sostenere il peso delle anime.

Una missione che Gesù NON PUÒ e NON VUOLE fare da solo.

In fondo, la sua venuta rappresenta solo l’inizio di una storia che abbraccia tutti i secoli.

Altri dovranno continuare la sua opera “…Chiamati a sé i suoi dodici discepoli …” (10,1).

Gli apostoli fanno esattamente le stesse cose che egli faceva e possono farlo perché hanno ricevuto DA LUI il POTERE “…diede loro potere [exousía] sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità” (10,1).

San Josemaría Escrivà de Balaguèr, in “Amici di Dio”, n. 262, scruve:

  • “È a tutti i battezzati che il Signore chiede di partecipare alla missione di portare il Vangelo con la nostra vita sino ai confini della terra. “Se lottiamo ogni giorno per raggiungere la santità, ciascuno nel suo stato in mezzo al mondo e nell’esercizio della sua professione, il Signore farà anche di noi, nella nostra vita ordinaria, strumenti capaci di operare miracoli, e dei più straordinari, se fosse necessario”.

Ecco allora che, due immagini vengono evocate in questi pochi versetti del Vangelo di Matteo, significative per la cultura pastorale-agricola del tempo di Gesù:

  1. quella del pastore col suo gregge
  2. e quella dell’agricoltore nel suo campo.

Anzi le immagini appaiono dolorosamente incompiute:

  • sembra che il gregge non abbia guida
  • e che il padrone non si prenda abbastanza cura della sua messe.

In realtà l’intento è quello di rivelarci da un lato la coscienza missionaria di Gesù, e di anticiparci dall’altro il significato e lo scopo della chiamata dei discepoli (Mt 10).

E la missione dei discepoli è l’icona luminosa di una Chiesa che s’impegna a manifestare l’amore di Dio per tutti e per ciascuno, una Chiesa che annuncia la speranza e si china sulle piaghe dell’umanità.

Ma, tornando a Gesù, vediamo che Egli, non solo prova compassione, MA È L’INCARNAZIONE DELLA COMPASSIONE DI DIO CHE SI È FATTA PRESENTE NELLA STORIA.

Il soffrire dell’uomo, le sue stanchezze e sfinimenti, destano in Lui compassione, cioè capacità di coinvolgimento emotivo che giunge fino al coinvolgimento totale: QUELLO DEL DARE LA VITA PER COLORO CHE AI SUOI OCCHI SONO COME PECORE SENZA PASTORE.

Gesù accoglie le persone come sono davanti a lui: malate, sfinite, stanche. Lui si comporta come il Servo di Isaia, il cui messaggio centrale consiste in “consolare la gente” (Is 40,1).

L’atteggiamento di Gesù verso la gente era come l’atteggiamento del Servo, la cui missione era così definita:

Non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà la canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (Is 42,2-3).

Come il Servo, anche Gesù si commuove vedendo la situazione della gente “stanca, sfinita e abbattuta, come pecore senza pastore”.

Lui comincia ad essere Pastore identificandosi con il Servo che diceva “…Il Signore mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare lo sfiduciato” (Is 49,4ª).

Come il Servo, Gesù diventa discepolo del Padre e del popolo e dice “…Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati (Is 49,4b).

E dal contatto con il Padre, che Gesù riceve la parola di consolazione da comunicare ai poveri.

Dinanzi all’immensità dell’azione missionaria, la prima cosa che Gesù chiede ai discepoli è di pregare

La “domanda al padrone della messe” di inviare operai nel suo campo è la preghiera terrena che i discepoli devono fare, ma essa è già esaudita nel dono della venuta di Cristo.

Solo perché il Padre ha inviato il suo stesso Figlio, i discepoli possono offrire se stessi, ed essi devono pregare per essere disponibili a un invito che in Cristo stesso li raggiunge e li afferra.

Ha detto il compianto Papa, benedetto XVI:

  • “Corrispondere alla chiamata del Signore comporta affrontare con prudenza e semplicità ogni pericolo e persino le persecuzioni, giacché “un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone” (Mt 10,24). Diventati una cosa sola con il Maestro, i discepoli non sono più soli ad annunciare il Regno dei cieli, ma è lo stesso Gesù ad agire in essi: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40). Ed inoltre, come veri testimoni, “rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24,49), essi predicano “la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,47) a tutte le genti.”

Fratelli e Sorelle, certamente stiamo passando un periodo storico assai buio, come anche fatti assai spiacevoli all’interno della Chiesa.

Non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto.

Nessuna epoca è troppo buia per la misericordia di Dio, come nessuna tempesta potrà scuotere la comunità cristiana, fino a farla sommergere.

Siamo certi che Dio ci ama e non ci abbandona.

Anzi, Egli rinnova sempre il prodigio della sua gratuità salvando la Chiesa nel momento stesso in cui essa pare che stia per affondare.

Aurelio Ambrogio, meglio noto come SANT’AMBROGIO, Vescovo di Milano, ebbe a dire:

  • “Siamo tutti del Signore e Cristo è tutto per noi: se desideri risanare le tue ferite, egli è medico; se sei angustiato dall’arsura della febbre, egli è fonte; se ti trovi oppresso dalla colpa, egli è giustizia; se hai bisogno di aiuto, egli è potenza; se hai paura della morte, egli è vita; se desideri il paradiso, egli è la via; se rifuggi le tenebre, egli è luce.”.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!