09.11.2023 – GIOVEDI’ DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE – GIOVANNI 2,13-22 “…ma Egli parlava del tempio del suo corpo”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo GIOVANNI 2,13-22

+ Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Anche in questa domenica una ricorrenza prevale sul normale andamento del calendario.

Oggi festeggiamo la dedicazione della basilica Lateranense a Roma.

Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312, donò al papa Milziade il palazzo del Laterano, che egli aveva fatto costruire sul Celio per sua moglie Fausta.

Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente.

Essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe.

Consacrata dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata.

Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di San Giovanni in Laterano.

Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici.

Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.

Basilica e cattedrale di Roma, la prima di tutte le chiese del mondo, essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale.

Durante l’era delle persecuzioni, che si estende ai primi tre secoli della storia della Chiesa, ogni manifestazione di fede si rivelava pericolosa e perciò i cristiani non potevano celebrare il loro Dio apertamente.

Per tutti i cristiani reduci dalle “catacombe”, la basilica del Laterano fu il luogo dove potevano finalmente adorare e celebrare pubblicamente Cristo Salvatore.

Quell’edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria, fino ad allora nascosta, della testimonianza dei numerosi martiri.

Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell’eternità.

Come ho detto, ESSA È CONSIDERATA LA MADRE DI TUTTE LE CHIESE DI ROMA E DI TUTTO IL MONDO, ed è SEGNO DI UNIONE E DI COMUNIONE DA PARTE DI TUTTA LA CHIESA.

Ma veniamo al testo evangelico odierno.

In questa terza domenica di Quaresima la chiesa ci offre un racconto tratto dal quarto vangelo, riguardante la prima epifania di Gesù a Gerusalemme, all’inizio del suo ministero pubblico.

Il brano di vangelo scelto per questa ricorrenza è tratto da Giovanni, il quale a differenza dei Sinottici pone la cacciata dei mercanti dal Tempio all’inizio della vita pubblica di Gesù.

Si tratta dunque di un gesto programmatico.

I sacrifici di animali che si compivano nel Tempio saranno sostituiti dall’unico sacrificio di Cristo, il vero agnello, che compirà la vera Pasqua.

Il nostro frequentare la Chiesa sarà partecipare al rinnovarsi di questo sacrificio attraverso i riti della celebrazione eucaristica.

Il testo ci dice che si avvicinava il tempo della Pasqua “dei giudei”, e Gesù salì a Gerusalemme, perchè il Cristo, desidera pregare nel Santo Tempio, desidera incontrarsi con suo Padre nella preghiera per i suoi fratelli.

  • “13Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme”.

E’ questa una delle due feste di Pasqua citate da Giovanni in cui egli ricorda che Gesù salì a Gerusalemme. Il testo parlando poi della risurrezione di Gesù ci invita a sovrapporre la Pasqua cristiana con quella giudaica.

Comunque il pensare alla Pasqua e alla salita a Gerusalemme ci pone in un contesto di festa solenne.

Giunto però al tempio, non trova gente che cerca Dio, ma gente che fa i propri affari: i mercanti di bestiame per l’offerta dei sacrifici; i cambiamonete, i quali scambiano denaro “impuro” recante l’immagine dell’imperatore con monete approvate dall’autorità religiosa per pagare la tassa annuale del tempio.

Allora, il cuore di Gesù, denuncia l’atteggiamento di quelli che hanno trasformato il culto di Dio in commercio.

  • “14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete”.

Il Tempio a quel tempo aveva un perimetro di circa 1500 metri, era stato da poco ricostruito da Erode il Grande, ma sarebbe stato distrutto nel 70 d.C.

Era composto da due parti: un recinto, che si identificava con il Tempio stesso (hieròn), e il santuario propriamente detto (naòs).

In quanto luogo della preghiera, dei sacrifici quotidiani e della celebrazione delle feste liturgiche, il Tempio era il cuore della vita d’Israele; ogni buon giudeo fedele alla Legge vi si recava in pellegrinaggio ogni anno.

Questa prassi religiosa comportava usanze del tutto estranee alla preghiera e cioè la vendita sul posto degli animali destinati ai sacrifici, il cambio della moneta richiesta per l’acquisto degli animali e per le offerte.

E Gesù attacca l’istituzione centrale di Israele, il tempio, simbolo del popolo e della sua elezione, dicendo chiaramente che il tempio -dove pregare il Padre- per israele, da ora in poi, sarà il Suo Corpo.

E compie un’azione, un segno, e dice una parola. In tal modo si mostra come un profeta che denuncia il culto perverso, che con parrhesía, con franchezza, legge la situazione presente e osa dichiarare di fronte a tutti la triste fine fatta da quella che è pur sempre la casa di Dio, suo Padre.

Come aveva già fatto il profeta Geremia, critica la pratica religiosa che il tempio sembrava richiedere a nome di Dio (Ger 7,15); ma si manifesta anche come il Messia, il Figlio di Dio (Sal 2,7), atteso dai giudei quale purificatore e giudice.

Per questo si presenta con una frusta in mano e si proclama Figlio di Dio, definendolo “Padre mio”.

IL CORPO DEL RISORTO, È IL NUOVO TEMPIO E IN LUI OGNI “CARNE UMANA” DIVENTA DIMORA DI DIO TRA GLI UOMINI.

E’ il volto umano di Gesù il luogo in cui ogni uomo può incontrare lo sguardo del Padre, contemplare il Suo volto e ascoltare la Sua parola.

Ognuno è chiamato a diventare “luogo d’incontro con Dio e di Dio” per sé e per gli altri.

E mi piace fare una considerazione che “smonta” il GESU’ CHE CI SIAMO COSTRUITI DENTRO DI NOI: un Gesù smielato e sempre accomodante e pronto a perdonare TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO, PERCHE’ E’ BUONO E TANTO PERDONA SEMPRE TUTTI.

Ma questa nostra idea di Gesù è completamente smentita dal Vangelo.

Non è la giustificazione della violenza, ma la prova che Gesù era uomo fino in fondo, fino al punto di indignarsi e reagire con veemenza davanti allo stravolgimento dell’idea che si ha, della FEDE.

Quest stravolgimento non consiste nel semplice peccare, ma nel trasformare il nostro rapporto con Dio, IN UN COMMERCIO, O IN UN INTERESSE PRIVATO.

Con Dio non si vende e non si compra.

Si comincia ad essere davvero credenti quando ci si mette nella logica dell’amore gratuito e non nell’ottica pagana e troppo umana, DI CHI PENSA CHE, PERSINO L’AMORE VA COMPRATO.

Teologicamente ci convinciamo che l’amore di Dio vada meritato, ma è proprio qui che crolla tutto il cristianesimo che ci costruiamo da soli.

Cristo ci ha insegnato che l’amore del Padre ci precede e ci supera.

Egli ci ha amati per primo, ci ha amati quando non lo meritavamo e ci ama anche se non cambiamo.

Meno commerciale di così si muore.

Per avere una chiara idea della dimensione del problema, al quale Gesù si trova di fronte, basti pensare che ogni anno, a Pasqua, arrivavano a Gerusalemme circa centomila persone, per offrire il tributo al tempio: la didramma.

E, venivano immolati tra i 18 e i 20 mila agnelli.

Inoltre, nel portico del tempio, i cambiavalute guadagnavano cifre assurde, cambiando le monete pagane con altre prive di effigi.

Il tempio era dunque un vero e proprio mercato, oltre che la banca centrale d’Israele, ma simbolicamente esso rappresentava i valori attorno ai quali la società ebraica si strutturava.

E Gesù inizia qui la sua azione, perché il tempio è espressione dell’immagine di Dio e conseguentemente dell’uomo.

La purificazione del tempio è quindi un modo per ristabilire l’immagine corrotta che si era creata di Dio e dell’uomo.

Una vita fondata sull’economia del possesso, dello scambio, distrugge le relazioni umane e le cose perché impostata sul trarre profitto non dal proprio lavoro ma da quello di chi ha prodotto.

E Gesù costruisce un flagello, UN SEGNO PROFETICO CHE INDICA IL CASTIGO DI DIO, NON INFLITTO DAL SIGNORE, MA DETERMINATO DA NOI, PERCHÉ SONO LE NOSTRE AZIONI A DISTRUGGERE IL MONDO, L’UOMO E ANCHE CRISTO STESSO.

Il flagello è il simbolo stesso della morte violenta che Gesù subirà e che fa emergere lo stravolgimento del nostro rapporto con Dio trasformato in transazione economica.

Pensare Dio in termini di obbligo, di castigo, di dovere invece che come amore significa stravolgere la religione: Dio non muore solo per i peccatori, ma anche per i giusti che non si rendono conto di possedere un’immagine religiosa, che tale non è, perchè in realtà sono atei.

Ormai, dunque, il luogo dell’incontro con Dio è il corpo di Gesù, il luogo del vero culto a Dio è Gesù.

Questo significano le sue parole rivolte più avanti a Tommaso e a Filippo:

  • “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me … Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,6.9).

I sacrifici animali sono finiti per sempre, Gesù è la vera vittima del sacrificio: sacrificio secondo Dio, infatti, è “dare la vita per gli altri” (Gv 15,13) e “offrire il proprio corpo per amore” (Rm 12,1).

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!