«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 12,35-37
+ In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri. Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel vangelo dell’altro ieri, Gesù criticava la dottrina dei sadducei (Mc 12,24-27), mentre nel vangelo di oggi, critica l’insegnamento dei dottori della legge.
E questa volta la sua critica non è diretta all’incoerenza della loro vita, ma all’insegnamento che loro trasmettono alla gente.
In un’altra occasione, Gesù aveva criticato la loro incoerenza e aveva detto alla gente:
- “I dottori della Legge e i farisei hanno autorità per interpretare la Legge di Mosè. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno” (Mt 23.2-3).
Ora, il Maestro si mostra riservato riguardo a coloro che insegnavano la speranza messianica, e basa la sua critica su argomenti tratti dalla Bibbia. E mette in discussione l’insegnamento dei dottori, citando un salmo del re Davide:
- “Il Signore disse al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi!” (Sal 110,1)
E aggiunge “…se Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?”
Tale salmo parla del Messia promesso ad Israele. Gran parte degli ascoltatori di Gesù sapevano bene che il Messia sarebbe disceso dal re Davide, quindi, come si usava dire, sarebbe stato figlio di Davide. Eppure in questo salmo Davide parla del Messia chiamandolo suo signore.
In genere nessuno si riferirebbe ad un proprio discendente come suo signore. Gesù fece infatti notare che Davide pronunciò queste strane parole ispirato dallo Spirito Santo.
Gesù, era il Messia, ovvero il Cristo.
Messia e Cristo sono due parole traslitterate in italiano rispettivamente dall’ebraico e dal greco e hanno lo stesso significato, ovvero “unto”.
Il Messia era effettivamente un discendente di Davide dal punto di vista umano, però il fatto che Davide, ispirato dallo Spirito Santo, potesse chiamare un suo discendente “mio Signore” era piuttosto curioso.
Come poteva Davide chiamare suo signore un discendente che non era neanche nato?
Gesù raccoglie una domanda, risponde ad un interrogativo assai diffuso tra la gente: chi è il Messia? Quale volto ha l’inviato di Dio?
La domanda messianica accompagna la storia d’Israele, nella Scrittura vi sono molte tracce, ma resta assai difficile precisare l’identità di Colui che deve venire.
Una cosa è certa: anche se viene dalla terra – in quanto secondo la Scrittura è “figlio di Davide” – il Messia è inviato da Dio, anzi è l’Inviato per eccellenza.
Nessun uomo ha la capacità di spezzare le catene del male e dare pieno compimento alla storia umana.
Solo Dio può farlo e Colui al quale egli dona il suo Spirito, come aveva annunciato il profeta (Is 42,1).
Solo Dio può dare la forza necessaria per portare a compimento l’opera creatrice. Israele vive nell’attesa di una pienezza che solo Dio può dare.
In fondo, credere significa affidare a Dio ogni umana attesa con l’umile consapevolezza che Lui solo può rispondere a quell’ingenua speranza di bene che ogni uomo scopre dentro di sé.
Israele attende un uomo che Dio veste di potenza. Senza svelare il segreto, Gesù annuncia che il Messia è molto di più, tant’è vero che lo stesso Davide lo chiama Signore (12,37).
Non dice altro ma la sua parola conduce oltre.
Certamente gli scribi si aspettavano un Messia figlio di Davide che avrebbe ristabilito il regno di Davide ma Gesù voleva fare capire loro che c’era qualcosa che essi non avevano compreso.
Il Messia poteva essere signore di Davide solo se fosse stato più che umano, solo attraverso l’incarnazione.
Non avrebbe senso chiamare proprio signore un discendente che nascesse diverse centinaia di anni dopo di noi, a meno che quel discendente fosse già esistente in vita al momento della nostra affermazione e fosse un nostro superiore.
Naturalmente Davide non si rendeva conto della portata delle sue parole ma Gesù precisa che tali parole sono state ispirate dallo Spirito Santo.
Gli scribi non avevano compreso la portata delle parole del salmista Davide che avrebbero dovuto farli riflettere sulla natura particolare del Messia.
Il Messia si sarebbe seduto alla destra di Dio (questo sarebbe accaduto dopo la crocifissione e la risurrezione) in attesa che i suoi nemici fossero totalmente sconfitti.
Questo era possibile perché Gesù era figlio di Davide ma anche figlio di Dio.
Marco aggiunge che alla gente piacque la critica di Gesù. Infatti la storia informa che i “poveri di Yavé ” (anawim) erano in attesa del messia non dominatore, ma servo di Dio per l’umanità.
Inoltre Gesù spiega che EGLI È SÌ FIGLIO, cioè discendente di Davide, MA CHE È ANCHE SIGNORE DI DAVIDE, al di sopra del suo antenato.
«Insegnando nel tempio, Gesù diceva «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide?» (Mc 12,35).
I Vangeli Sinottici non sono concordi nel dire quali sono i suoi uditori:
- in Matteo sono i farisei;
- in Luca gli scribi che approvarono la risposta che Gesù ha dato ai sadducei nella discussione riguardante la risurrezione corporale.
- In Marco, questa volta, è un gruppo di persone molto ben disposte: che « lo ascoltava volentieri» (12,37).
Gli avversari si erano già ritirati (12,34).
La tesi degli scribi è questa «il Cristo [che è il Messia] è figlio [cioè discendente] di Davide».
Questa affermazione poteva essere compresa in modi diversi.
Il discendente davidico poteva essere pensato come un condottiero politico in grado di radunare intorno a sé un esercito per farlo poi marciare contro i romani e recuperare la libertà da essi soppressa.
Invece secondo la Bibbia doveva essere compreso come il realizzatore delle grandi promesse messianiche, cantate dal Profeta Isaia:
- «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici» (Is 11,1).
Ma anche dal Profeta Ezechiele:
- Da Iesse, padre di Davide, spunterà un germoglio / un virgulto, cioè un discendente di Davide realizzatore delle promesse divine, Davide redivivo: Ancora. «Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti» (Ez 37,24).
Ovviamente parla del Davide simbolico, messianico. Perché voi sapete che il Re Davide storico era morto 5 secoli prima.
Quest’ultima opinione è la sola che corrisponde alla personalità e la missione di Gesù.
Fratelli e Sorelle, non dimentichiamo che, durante il suo ministero, Gesù si è lasciato acclamare volentieri come Figlio di Divide.
Nella nostra preghiera spesso facciamo posto a qualche invocazione a Gesù “figlio di Davide”.
Spesso ascoltiamo e spesso io faccio mia, l’insistenza fiduciosa di Bartimeo:
- «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!» (10,49).
- Acclamiamo con la folla a Gesù che entra in Gerusalemme: «Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!» (11,10).
Quindi Gesù Maestro, se abbiamo orecchi ben disposti e il cuore docile alla Sua Parola,con parole ed esempi, ci guida verso la conoscenza del Figlio di Dio.
E si presenta, con pazienza, pian piano, per svelarci la sua identità e la sua missione.
Conoscere Gesù è un dono del suo Spirito che, illuminando la nostra mente e il nostro cuore, lo presenta come il Signore, Colui che porterà la vittoria contro i nemici.
Bisogna quindi essere educati dallo Spirito Santo, illuminati da lui per penetrare nel mistero del Figlio di Dio.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!