«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 7,24-30
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel capitolo 7 Marco ci dice che Gesù è veramente il figlio di Dio, mostrandoci alcuni segni messianici.
Nei primi 23 versetti ci presenta il primo segno messianico, ossia l’insegnamento sulla purezza e sull’impurità come compimento della legge. Ora ci presenta il secondo segno messianico, la liberazione dal demonio e la sua sconfitta.
Il testo comincia con la parola “casa”, termina con la parola “casa”: LA CASA È IL LUOGO DELLE RELAZIONI, ED È IL LUOGO DOVE SI VIVE O IL “PANE DEI FIGLI” – LA VITA –.
In esso vediamo come Gesù si occupa di una donna straniera, della quale in Vangelo non mostra il nome, attribuendole così il valore di un modello valido per tutti -ASSOLUTAMENTE DA OSSERVARE- appartenente ad un’altra razza e ad un’altra religione, pur essendo ciò proibito dalla legge religiosa di quell’epoca.
Questa donna, che chiede aiuto al Maestro, era greca, ossia politeista e pertanto pagana; inoltre era di origine siro-fenicia, lontana dalla cultura giudaica.
È una donna davvero singolare. Appena sa che Gesù è là dove anche lei vive, lo va a cercare e si getta ai suoi piedi: questo è sempre l’atteggiamento che precede ogni richiesta di liberazione, È L’ATTEGGIAMENTO DI CHI HA LA CERTEZZA CHE GESÙ È IL FIGLIO DI DIO.
Il gettarsi ai suoi piedi è l’atto con il quale la donna dichiara con questo suo gesto “…ecco… sono alla presenza di Dio”.
Ma come fa quella donna -pagana- ad essere così certa della vera natura di Gesù?
Di lì a poco, un tale, Saulo di Tarso andrà a predicare il Vangelo ai pagani, perché loro lo accoglieranno, mentre i giudei lo rifiutavano:
- “Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio”(At 13,48-50).
Per i pagani non era un problema ricorrere a Gesù. Per i giudei, invece, vivere con i pagani era un grosso problema.
All’inizio Gesù non se ne vuole occupare, perché è fedele alle norme della religione ebraica, e le dice che non è conveniente togliere il pane ai figli per darlo ai cagnolini.
Frase terribile che mutua il paragone dalla vita in famiglia. Ancora oggi, bambini e cani sono ciò che abbonda maggiormente nei quartieri poveri. Gesù afferma una cosa: nessuna madre toglie il pane dalla bocca dei figli per darlo ai cani. In questo caso, I FIGLI ERANO IL POPOLO EBREO e I CAGNOLINI, I PAGANI.
Al tempo dell’AT, a causa di rivalità tra i popoli, la gente soleva chiamare l’altro popolo “cane” (1Sam 17,43).
Negli altri vangeli, Gesù spiega il perché del suo rifiuto “…Sono stato mandato solo per le pecore perdute della casa di Israele!” (Mt 15,24), come a dire “…il Padre non vuole che io mi occupi di questa donna!”
Ma è stupenda la reazione della donna. È d’accordo con Gesù, ma applica sapientemente il paragone al suo caso. E dice “…è vero, ma anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dal tavolo dei figli!”
È come se dicesse “…se sono un cagnolino, allora ho il diritto dei cagnolini”, ovvero “LE BRICIOLE MI APPARTENGONO!”
La FEDE di questa donna è messa alla prova, e la sua pazienza permette a Dio di completare in Lei la sua opera. Essa trae semplicemente le sue conclusioni dalla parabola che Gesù aveva raccontato e DIMOSTRA CHE PERFINO NELLA CASA DI GESÙ, I CAGNOLINI MANGIAVANO LE BRICIOLE CADUTE DAL TAVOLO DEI FIGLI.
E nella “casa di Gesù”, cioè, NELLA COMUNITÀ CRISTIANA, la moltiplicazione dei pani per i figli era talmente abbondante che erano rimasti dodici cesti pieni (Mc 6,42) per i “cagnolini”, cioè PER LEI, PER I PAGANI.
“Le briciole dei figli” non sono, quindi, nel concetto della donna siro-fenicia, quelle che avanzano, MA QUELLE CHE NON SERVONO PIÙ A NIENTE.
Queste briciole, ORMAI INUTILI, non saranno più né mangiate né usate in altro modo dai figli (giudei), perciò possono essere consegnate ai cagnolini (pagani).
Gesù vuole che i discepoli e la gente vadano oltre la visione tradizionale. Nella moltiplicazione dei pani, aveva insistito nella condivisione (Mc 6,30-44), aveva dichiarato puri tutti gli alimenti (Mc 7,1-23).
E, in questo episodio, Gesù, supera le frontiere del territorio nazionale e accoglie una donna straniera, che non apparteneva al suo popolo. Tanto che con essa era proibito anche parlare. Queste iniziative di Gesù, erano estranee alla mentalità della gente dell’epoca. Ma Gesù vuole aiutarla ad uscire dal loro inadeguato modo di sperimentare la presenza di Dio nella propria vita.
Ma viene da chiedersi, cosa ha detto di così importante questa donna per convincere subito Gesù?
Ella ha riconosciuto l’infinita potenza del Dio che è in Gesù. E, sebbene non appartenga alla tradizione giudaica, questa povera donna, non si presenta con arroganza, ma si getta ai Suoi piedi IN ATTO DI UMILE ATTESA DELLA DECISIONE CON LA QUALE GESÙ DARÀ SEGUITO OPPURE NO ALLA SUA RICHIESTA.
Questa povera donna rivela, con il suo atteggiamento, la disponibilità ad accogliere la volontà di Gesù -QUALUNQUE ESSA SIA- e si paragona CON UMILTA’ ESTREMA, a quei cagnolini che stazionano sotto il tavolo, per accontentarsi delle briciole che cadono dalla mensa.
Con grande FEDE, ella attende solo che Gesù le conceda anche solo un soffio della Sua misericordia. È L’ATTEGGIAMENTO DI CHI HA UNA FEDE INCROLLABILE: consegna, abbondono, attesa “…ella dice… resto qui perché sono certa che prima o poi anche solo delle briciole cadranno dal tavolo”.
E Gesù le riconosce questa IMMENSA FEDE “…per questa tua PAROLA, va’”. E apparentemente è strano l’uso del termine “PAROLA”. Nei casi simili Gesù parla piuttosto della “fede” che della “parola” (Mc 5,34 -l’episodio dell’emorroissa- “…Gesù rispose: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”).
QUI, ANCHE SE LA DIMENSIONE DI FEDE NON VIENE PERSA, l’accento si posa SULL’INTELLIGENZA DELLA DONNA CHE SI ESPRIME NELLA COMPRENSIONE DELLE PAROLE DI GESÙ.
Le sue parole, infatti, testimoniano che essa capisce perfettamente la motivazione del rifiuto di Gesù di esaudire la sua richiesta.
Il motivo della comprensione da parte della donna, di ciò che ha detto Gesù, sta nel contrasto con l’incomprensione da parte dei discepoli (vi invito a leggere: 6,52; 7,17; 8,14-21).
Così Marco tocca il tema del discepolato e, questa povera madre, diventa in un certo senso un modello del vero discepolo.
In questa prospettiva è notevole anche un altro tratto caratteristico del comportamento della madre tormentata: essa, avendo capito le parole del rifiuto da parte di Gesù, gentilmente e umilmente, insiste nella sua richiesta.
COSÌ LE SUE PAROLE RIVOLTE A GESÙ DIVENTANO UN ESEMPIO DELLA VERA SUPPLICA, CHE VA FATTA CON FIDUCIA A DIO.
Ha detto Papa Francesco ai giovani riuniti a Cracovia nel 2016:
- “La vita di oggi ci dice che è molto facile fissare l’attenzione su quello che ci divide, su quello che ci separa. Vorrebbero farci credere che chiuderci è il miglior modo di proteggerci da ciò che ci fa male. Oggi noi adulti abbiamo bisogno di voi, per insegnarci a convivere nella diversità, nel dialogo, nel condividere la multiculturalità non come una minaccia ma come un’opportunità: abbiate il coraggio di insegnarci che è più facile costruire ponti che innalzare muri! E tutti insieme chiediamo che esigiate da noi di percorrere le strade della fraternità.”
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!