… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore
Mediti…AMO
“Lui ch’era Re per davvero si fece simile a me, che nemmeno di me stesso sono re. Festeggiò i trent’anni così: Prese un mantello, allacciò i suoi sandali, e disse alla madre una parola d’addio che non sarà conosciuta”.
Così illuminerà col suo pensiero semplice, ma efficace, il grande Mistero dell’INCARNAZIONE, ma anche l’umiltà del Signore del Tempo e della Storia, il drammaturgo francese FRANCOIS MAURIAC (1885-1970), insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1952, con la seguente motivazione “per il profondo spirito e l’intensità artistica con la quale è penetrato, nei suoi romanzi, nel dramma della vita umana”.
Durante la sua vita terrena, Gesù non si mostrerà mai tanto grande come nell’umiltà dei gesti e delle parole.
Vi entrò a bassa voce, in punta di piedi, sottovoce «…non ritenne un privilegio nemmeno l’esser come Dio» e preferì le vesti lacere e logore, i piedi scalzi della gente qualunque, e visse tutti i suoi giorni terreni in «…una condizione di servo» (Fil 2,6-7).
È importante per noi questa lezione, che vediamo le cose in modo tanto diverso. Ci insegna che seguire Cristo significa intraprendere questo cammino di umiltà e di verità.
Contemplare il brano del battesimo di Gesù è far memoria della nostra stessa verità, acquisita col nostro battesimo. Non viviamo più sotto un cielo chiuso e muto, e neppure terribilmente soli e disperati.
E questo perché siamo figli amati e “…concittadini dei santi e familiari di Dio” (dirà Paolo ai cristiani di Efeso al capitolo 2,19).
E a guidare il popolo alla piena comprensione di Cristo, come Figlio di Dio, è Giovanni il Battista, che esercita il suo ministero nel fiume Giordano, dove egli si mette a battezzare.
Ma il suo era un battesimo di acqua e nell’acqua, quello che invece amministrerà Cristo stesso sarà un battesimo nel fuoco e nello Spirito Santo.
E Cristo, VERO DIO E VERO UOMO, infatti, ci insegnerà che per arrivare ad essere il più possibile somiglianti a Lui, e purificati da ogni nostra sozzura, dobbiamo essere Battezzati nell’Acqua e nello Spirito.
Due termini di riferimento per indicare che la consacrazione a Dio ricevuta mediante il Battesimo, che è il Sacramento della FEDE, dona ai credenti IL FUOCO DELLA CARITÀ E DELL’AMORE E SIGILLA IL CAMMINO DI OGNUNO CON LA VENUTA DELLO SPIRITO SANTO.
C’è bisogno di una purificazione completa e di una immersione nello Spirito Santo: come fuoco divoratore lo Spirito di Dio annulla e distrugge in noi ogni peccato, fin dalla radice.
E tutto questo avviene in Cristo e ad opera di Cristo. E ciò permette al battezzato di iniziare il suo cammino di FEDE e di SANTITÀ.
Gesù, infatti, dirà Paolo di Tarso:
- “…ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro” (Lettera a Tito, capitolo 3,5).
- “…affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna” (Lettera a Tito, capitolo 3,7).
Cristo, BUON PASTORE, venuto in mezzo al suo umile gregge, che è la chiesa, “fa pascolare il suo gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».
È il Padre buono e premuroso che pensa alla salute spirituale del gregge affidato alle sue cure e attenzioni E LO CURA E LO ALIMENTA CON LA PAROLA, GLI INSEGNAMENTI E CON I SACRAMENTI.
E, voglio ricordarvi che i simboli della purificazione, che otteniamo attraverso il Sacramento del Battesimo sono proprio l’acqua e il fuoco e il Vangelo di questa domenica richiama proprio questi segni (Lc 3,15-16.21-22).
Il fuoco, quello dello Spirito, che ci viene donato nel Battesimo, riaccende il nostro cuore e lo rende capace di amare, di sentire i bisogni di chi ci è vicino, e di esser capaci di perdonare, di consolare, di esortare. Perché “il nostro vecchio cuore di pietra”, viene sostituito, grazie al Battesimo, da un “cuore di carne”, che:
- non lascia spazio all’orgoglio che distrugge, ma si apre all’altro
- non si ritiene migliore di tutti e permette di crescere edificando
- sa perdonare, sa come consolare perché altri lo hanno fatto con lui
- sa esortare perché vuole che altri possano essere migliori di lui
- è capace di sentire i bisogni altrui perché non è un cuore egoista.
L’acqua è il segno di vita, di speranza, che contraddistingue chi non si lascia fermare dalle brutte vicende della storia e decide di mettercela tutta affinché tutto intorno possa essere migliore.
Ecco allora che lasciarsi purificare dall’acqua del Battesimo significa:
- imparare a essere buono come Gesù
- diventare come Gesù e imitarlo
- aiutare gli altri a crescere
- donare speranza anche quando tutto sembra perso, perché l’ultima parola spetta a Dio non a noi…
ed ecco anche il dono più ambìto e più bello che ci regala il Battesimo: in esso riceviamo l’ADOZIONE A FIGLI, e diventiamo FIGLI DI DIO –NEL FIGLIO-, e diventiamo “sua immagine e somiglianza”.
Paolo dice “diventiamo FIGLI NEL FIGLIO”, perché:
- “Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo” (Gal.3,27)»
MA CHE SIGNIFICA, in “parole povere”?
Dobbiamo meditare un pochino se vogliamo capire bene e ricordare l’ammonimento del papa san Leone Magno: «Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricordati che, strappato dal potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo!… RICORDA CHE IL PREZZO PAGATO PER IL TUO RISCATTO È IL SANGUE DI CRISTO» (tratto dal “Discorso per il Natale” 1, 3).
Per mezzo di questo sangue versato per noi, «CON IL SANTO BATTESIMO DIVENTIAMO FIGLI DI DIO NELL’UNIGENITO SUO FIGLIO, CRISTO GESÙ. Uscendo dalle acque del sacro fonte, il giorno del nostro Battesimo, OGNI CRISTIANO RIASCOLTA LA VOCE CHE UN GIORNO SI È UDITA SULLE RIVE DEL FIUME GIORDANO: “TU SEI IL MIO FIGLIO PREDILETTO, IN TE MI SONO COMPIACIUTO” (Lc.3,22),
e, ci ricorda e sottolinea la Esortazione Apostolica post-sinodale del 30.12.1988 Christifideles laici del Papa Giovanni Paolo II’, al n.11 “CHE È STATO ASSOCIATO AL FIGLIO PREDILETTO, DIVENTANDO FIGLIO DI ADOZIONE (vedete anche la Lettera ai Galati al capitolo 4,4-7) E FRATELLO DI CRISTO”.
SI COMPIE COSÌ NELLA STORIA DI CIASCUNO L’ETERNO DISEGNO DEL PADRE, dirà Paolo di Tarso ai Cristiani di Roma (Lettera ai Romani capitolo 8,29)
- “quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli”.
LA GRANDEZZA DEL BATTESIMO STA NELLA BELLEZZA DI UNA VITA IN CRISTO.
Nel Battesimo è il movimento del Natale che si ripete: Dio scende ancora, entra in me, nasce in me perché io nasca in Lui, nasca nuovo e diverso, e custodisca gelosamente nella mia anima, il respiro del cielo.
Si può fare esperienza di tutto ciò nella preghiera. Scrive il padre benedettino Anselm Grün (1945- ):
- “Gesù si cala nei flutti della colpa, nell’inconscio, nella pulsionalità, negli elementi della terra, come lo rappresentano sempre le icone. Calandosi in essi, prega tanto intensamente che il cielo si apre sopra di lui… È un profondo desiderio anche mio quello di saper pregare in modo tale che il cielo si apra sopra di me, che l’amore di Dio rifulga nel profondo del mio inconscio, negli abissi della mia colpa. E anelo a saper pregare anche per gli altri, in modo tale che il cielo si apra sopra di loro. Pregare significa aprire il cielo sopra le persone, in modo che sia loro consentito di sentire il rapporto con Dio come la loro unica salvezza”.
Noi siamo in continua costruzione e ristrutturazione del nostro essere cristiani, in cammino verso l’eternità.
La nostra meta è nel cielo, ma ci arriviamo costruendo sulla terra il regno di Dio, impegnandoci a vivere secondo il Vangelo, nella Volontà di Dio, che “ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo”.
Questo nuovo stile di vita ci viene RICORDATO IN ETERNO dalla voce autorevole di Giovanni Battista che è nuovamente in scena nei vangeli delle feste natalizie che si concludono qui.
La figura di Giovanni riemerge anche in questa circostanza, non per far ombra al Figlio di Dio, ma per indicare in Gesù, il vero ed unico salvatore.
Leggiamo, infatti, nel testo del Vangelo di Luca “…Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti (…a tutti NOI che camminiamo sulle strade del tempo e della storia!!!!!) dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Il riferimento a Gesù Cristo, è chiaro.
Nella festa del Battesimo di Gesù, tutto questo è confermato dalla voce celeste che indica in Gesù Cristo il Figlio di Dio, l’Eletto, l’AMATISSIMO, nel quale il Padre si è compiaciuto e mediante il quale esercita la sua misericordia nei confronti dell’umanità, bisognosa di salvezza e redenzione.
E Dio ALLO STESSO MODO AMA ME.
MA NON MI AMA PERCHÉ SONO BUONO. MA PERCHÉ AMANDOMI MI RENDE BUONO.
Dio si compiace di me perché vede il capolavoro che sono, l’opera d’arte che posso diventare, la dignità di cui egli mi ha rivestito.
Allora, ma solo allora, potrò guardare al percorso da fare per diventare opera d’arte, alle fatiche che mi frenano, alle fragilità che devo superare.
Il cristianesimo è tutto qui, Dio mi ama per ciò che sono, Dio mi svela in profondità ciò che sono: bene-amato.
Ciascuno di noi è per l’Altissimo un “FIGLIO”: Siamo tutti “figli di Dio nel Figlio”, perché abbiamo Dio nel sangue e nel respiro.
E ognuno di noi è un figlio“AMATO”. E questo amore ci deve far riflettere perchè si tratta di un Amore che anticipa e che prescinde da tutto. È certamente un amore immeritato e che, a me in particolare, DEVE FARMI VERGOGNARE ogni istante, perché Io non l’ho ascoltato e io l’ho anche tradito peccando… ma LUI, nel suo INFINITO e PERFETTO AMORE, continua a sussurrarmi nella leggera brezza della sera “…io ti amo, figlio mio… il mio cure di Padre, batte per te”.
Io allora vorrei che ognuno di noi, ogni mattina, potesse vedere e sentire dall’alto dei cieli Dio che allarga le sue braccia sopra ognuno di noi e ci regala ancora quell’ancestrale soffio di vita e di amore e che sussurra con tenerezza: figlio…. mia gioia… cammina nel nome di Cristo, sicuro, perché la tua vita è al sicuro nelle mie mani. Perché TU sei davvero un figlio prezioso, DAVANTI AI MIEI OCCHI.
E concludo questa lunga riflessione, regalandovi le parole che Papa Francesco ha pronunziato nell’Angelus del 7 gennaio 2018:
- «La festa del Battesimo di Gesù invita ogni cristiano a fare memoria del proprio Battesimo. Io non posso farvi la domanda se voi ricordate il giorno del vostro Battesimo, perché eravate bambini, come me. Ma vi faccio un’altra domanda: voi sapete la data del vostro Battesimo? Conoscete in quale giorno siete stati battezzati? Ognuno ci pensi. Quella data dobbiamo sempre averla nella memoria, perché è una data di festa, è la data della nostra santificazione iniziale, è la data nella quale il Padre ci ha dato lo Spirito Santo che ci spinge a camminare, è la data del grande perdono. Non dimenticatevi. Invochiamo la materna protezione di Maria Santissima, perché tutti i cristiani possano comprendere sempre più il dono del Battesimo e si impegnino a viverlo con coerenza, testimoniando l’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!