08 luglio 2024 lunedi’ 14’ settimana P.A.  B – MATTEO 9,18-26 “Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 9,18-26

+ In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Matteo riprende uno dei racconti dell’evangelista Marco e lo semplifica, mettendo insieme sempre due donne: la ragazzina ammalata e l’emorroissa.

E, al centro di questa pagina troviamo un padre disperato e una donna umiliata e sofferente.

Sono i frammenti di quella storia di dolore che attraverso tutta la vicenda umana, icona di quell’umanità che ogni giorno soffre e lotta.

Un’umanità che rischia di essere travolta dal male, PERCHÉ NON SA COME AFFRONTARLO.

Invece i protagonisti di questo racconto, INCONTRANO GESÙ E RITROVANO LA SPERANZA.

Fratelli e Sorelle, pensiamo invece a quella grandissima parte dell’umanità, che vive nella più cupa rassegnazione, schiacciata sotto il peso del male.

MA AI DUE PROTAGONISTI DELLA PERICOPE EVANGELICA ODIERNA, IL DOLORE NON HA ACCECATO IL LORO SGUARDO, ANZI HA ACCESO UNA FEDE ANCORA PIÙ LIMPIDA.

Ma torniamo al testo.

Ancora una volta Matteo sintetizza due miracoli di Marco, tralasciando molti particolari, come se gli premesse solamente riportare la cronaca, tralasciando, così, tutte le sfumature del racconto marciano.

Badando bene, però, di conservare inalterato tutto l’essenziale: GESÙ È SIGNORE DELLA VITA.

Ma, pur riprendendo Marco, Matteo, aggiunge un particolare, con il quale rende pubblico il pensiero segreto della donna che da tempo soffre di perdite di sangue.

Una malattia invalidante, la sua, che, a causa delle rigide prescrizioni rituali, le impediva di avere qualunque contatto con chicchessia.

Nell’antropologia biblica il sangue contiene la vita e, perciò, toccare il sangue o, peggio, nutrirsene, SIGNIFICA APPROPRIARSI DELLA VITA ALTRUI.

Ragion per cui, una donna, durante il periodo del flusso mestruale, non poteva essere toccata.

Premesso questo, cerchiamo di immaginare una situazione in cui l’emorragia era continua.

Questa donna arriva da Gesù in uno stato di totale solitudine: non ha più una vita affettiva e nemmeno una sociale.

Ma, nonostante questo, ha una fede superiore alla sua disperazione, che la porta a credere che, se riesce a toccare anche solo il lembo del mantello del Signore, sarà guarita.

E così accade.

Ed ecco l’assurdità incomcepibile ai suoi contemporanei: NON È LEI A CONTAMINARE CON LA SUA IMPURITÀ IL MAESTRO, MA È GESÙ A CONTAMINARLA CON LA SUA PURITÀ.

È vero che la Fede della donna si manifesta sotto apparenze magiche, ma Gesù le orienta facendo derivare la guarigione DALLA SUA PAROLA.

LA FEDE TRAE LA SUA FORZA DALLA FIDUCIA IN GESÙ, per cui, guarendo la donna, Gesù le dà la salvezza, salvando tutto il suo essere.

Questa scena, inclusa in quella della risurrezione, che segue, ne accresce la tensione e il dinamismo, e qui tutto è concentrato sul comportamento onnipotente di Gesù.

L’uomo, presentato da Matteo come “uno dei capi”, si avvicina a Gesù con profondo rispetto, prima di parlare si prostra dinanzi a Gesù.

Il verbo “proskinéō” non indica soltanto la doverosa riverenza ma esprime a coscienza di stare dinanzi a Dio.

Nell’AT questo verbo descrive l’atteggiamento dell’uomo dinanzi a Dio (Gen 22,5 ed Es 12,27).

Con lo stesso verbo Matteo annuncia la fede dei Magi quando entrano nella casa dove si trova il Bambino:

  • Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono” (2,11).

Ma questo povero padre, mi fa sognare, perché in questa scena, esprime una richiesta, che contiene una professione di fede nella resurrezione:

  • Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà” (9,18).

Dinanzi alla morte tutti si fermano, ammutoliti dal dolore, quest’uomo, invece, crede fermamente che il profeta di Nazareth è capace di ridare la vita alla sua bambina.

E LA SUA FEDE FORTE E INCROLLABILE, COMMUOVE IL FIGLIO DI DIO, E LO COSTRINGE A INTERVENIRE.

E, anche la frase “…la fanciulla dorme”, che il Signore pronunzia, riprende l’immagine diffusa del “sonno della morte”, MA LA TRASFORMA IN UN ANNUNCIO DI RISURREZIONE.

Tanto che il Signore richiama la fanciulla alla vita.

E qui, contrariamente al racconto di Marco, IL MIRACOLO SORTISCE L’EFFETTO DI DIFFONDERE LA REPUTAZIONE DI GESÙ IN TUTTO IL PAESE.

LA FEDE!

ECCO CIO’ CHE CI E’ RICHIESTO. ESSA SMUOVE LE MONTAGNE.

Allora chiediamo a Dio di aumentare la nostra Fede e di aprire i nostri cuori, a Lui, che tutto può.

Partecipiamo giornalmente al banchetto nunziale della Grazia, perché in quel momento Lui non si fa toccare solo il mantello, ma si unisce a noi.

E SE FACCIAMO COSI’ POSSIAMO FAR NOSTRE LE PAROLE DI PAOLO, che dice ai cristiani della Galazia:

  • “…Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2, 20).

E questa mattina, dall’alto della mia inenarrabile miseria umana, io grido a te o Signore:

Aiutami Gesù mio nei momenti di difficoltà, aiutami quando la Tua luce mi sembra lontana, accetta il mio sforzo quotidiano.

Aiutami a rimanerti fedele quando sprofondo nel deserto della mia iniquità, aiutami a comprendere che proprio lontano dalla confusione, TU SEI PRESENTE PIÙ CHE MAI.

PERCHÉ, QUESTO MISERABILE, INUTILE, DIACONO, PRENDE IN PAROLA LA TUA PROMESSA: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16)…

E IO TI IMPLORO…PARLA AL MIO CUORE, SIGNORE DEL TEMPO E DELLA STORIA, PERCHÉ IO SO CHE TU NON MI DELUDERAI MAI.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!