08.06.2023 – GIOVEDI’ 9 SETTIMANA PA – MARCO 12,28-34 “…non sei lontano dal regno di Dio”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 12,28-34

+ In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il brano evangelico che oggi la Liturgia ci regala, prende in considerazione il centro della Legge: i Comandamenti.

Possiamo suddividere il testo in 4 parti:

  1. La domanda dello scriba (è anche indicato come dottore della legge o rabbì) sul comandamento più grande v.28.
  2. Risposta di Gesù vv. 29-31.
  3. Il dottore approva la risposta di Gesù vv.32-33.
  4. Gesù conferma l’approvazione entusiasta dello scriba (hai detto bene) e lo incoraggia v.34.

Osservando attentamente la contestualizzazione del brano, notiamo che:

  • mentre in Galilea (3,22 e 7,1) gli scribi si erano contrapposti a Gesù affermando che era posseduto dal demonio, qui Gesù relativizza l’osservanza letterale della Legge, modificandola;
  • ora dobbiamo tener presente la situazione dei cristiani intorno al 65 d.C. (data presunta della redazione definitiva del Vangelo).

La vita delle comunità cristiane era, in quel tempo, segnata dall’insicurezza, dovuta all’ambiente sociale ed alle persecuzioni.

Di fronte alla tentazione di cercar sicurezza nell’osservanza dei numerosi precetti della Legge (ben 603), IL DISCORSO DI GESÙ È CENTRATO INVECE SULLA PRATICA CONCRETA E PUNTUALE DELL’AMORE VICENDEVOLE.

La risposta del dottore della legge viene dalla assimilazione di ciò che aveva detto il Profeta Osea al capitolo 6,6 del suo Libro:

Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”.

Ma anche da questi versetti dei salmi: Sal 40,6-8 e Sal 51,16-17.2

Nel Vangelo comunque, gli scribi ed i dottori della Legge vogliono sapere da Gesù qual è il primo di tutti i comandamenti.

Gesù, ha curato e ha guarito anche nel giorno di sabato, e quindi ha sempre ignorato questo comandamento.

La risposta è apparentemente scontata, ma Gesù spiazza tutti.

Lo scriba gli ha chiesto qual è il primo dei comandamenti, ma Gesù nella sua risposta, ignora i comandamenti, perchè Egli è venuto a proporre una nuova alleanza e non gli interessa la vecchia Alleanza, imposta da Mosè al popolo di Israele.

Il primo Comandamento è (e Gesù si rifà a quello che per gli ebrei è il Credo d’Israele: lo “Shemá Israel….”, la preghiera contenuta nel libro del Deuteronomio, che al mattino e alla sera ogni giudeo recitava:

Shema Yisrael, Adonai Eloheinu, shema Yisrael, Adonai echad. Ve’ahavta et Adonai, bekhol, kevod echad, bekhol nafshekha, me’odekha, Adonai echad. Adonai echad, shema, shema Yisrael, shema Yisrael, Adonai, Adonai echad. Shema Adonai, echad Adonai, echad. Shema Yisrael, Adonai Eloheinu, shema Yisrael, Adonai echad

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte”. Deuteronomio 6,4-9

La risposta di Gesù è la professione di fede dell’Israelita. Attraverso questa professione di fede, Gesù ribadisce che l’amore è il centro della fede.

Che Dio va amato con anima, mente, cuore, forza, passione e affettività, cioè con tutte le dimensioni dell’uomo.

La mente, intesa come intelligenza, cioè come dimensione razionale che vuole conoscerlo e scoprirlo. La forza riguarda le opere e le azioni dell’uomo.

È la globalità dell’uomo è chiamata ad amare il Signore. Ma da dove scaturisce questo amore? E come deve fare l’uomo, per viverlo?

Il richiamo ALL’ASCOLTO E ALLA SIGNORIA DI DIO sono le condizioni necessarie affinché questo “comando”; si attui.

L’AMORE INFATTI SCATURISCE DALLA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE AMATI DAL NOSTRO DIO, CHE È L’UNICO SIGNORE.

Gesù risponde quindi, citando un passaggio della Bibbia per dire che il primo tra i comandamenti è “amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza!” (Dt 6,4-5).

Al tempo di Gesù, i giudei pii recitavano questa frase tre volte al giorno: al mattino, a mezzogiorno ed alla sera.

Era così conosciuta tra di loro come tra di noi lo è il Padre Nostro.

E Gesù aggiunge, citando di nuovo la Bibbia:

“Il secondo è: amerai il tuo prossimo come te stesso” (Lev 19,18). Non c’è un altro comandamento più grande di questi due”.

Una meravigliosa risposta, molto breve e profonda, che è il riassunto di tutto ciò che Gesù insegna su Dio e sulla vita (Mt 7,12): l’amore verso Dio è quindi di un valore assoluto.

MA, PER ESSERE AUTENTICO, QUESTO AMORE VERSO DIO DEVE TRADURSI IN AMORE VERSO IL PROSSIMO.

E, inaspettatamente, Gesù unisce un altro comandamento, preso dal libro del Levitico: “…E IL SECONDO È QUESTO: AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. NON C’È ALTRO COMANDAMENTO PIÙ IMPORTANTE DI QUESTI”.

Ma allora, noi possiamo chiederci: e il decalogo, che fine ha fatto?

L’insegnamento di Gesù è rivolto a uno scriba, quindi ai giudei, NON ALLA COMUNITÀ CRISTIANA, cioè l’amore verso Dio è totale e l’amore al prossimo ne è relativo.

Successivamente, quando Gesù, insegnerà ai suoi, chiarirà ulteriormente: NON È PIÙ L’UOMO CHE DEVE DARE A DIO UN AMORE TOTALE, MA È DIO CHE SI DONA ALL’UOMO.

ED È LO STESSO DIO ANNUNCIATO DA GESÙ, CHE NON ASSORBE LE FORZE E LE ENERGIE DEGLI UOMINI, MA È LUI CHE COMUNICA AGLI UOMINI LE SUE.

Il comandamento dell’amore comunicato da Gesù, che poi ritroveremo nel vangelo di Giovanni, diventerà “…amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”.

Se Dio non avesse messo nel cuore dell’uomo l’anelito profondo verso l’amore, il suo comandamento sarebbe veramente stato inutile.

Noi dobbiamo prima ricevere da Dio il dono di amare, per potere poi osservare questo comandamento.

Però esso non è inutile, perché l’amore non è un dinamismo spontaneo: esige la nostra collaborazione, esige che mettiamo al suo servizio tutte le nostre capacità di pensiero, di affetto, di azione.

Amare con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta la forza non ci è dato subito, dobbiamo lentamente crescere nell’amore.

Perché il nostro amore è debole, è limitato, è mescolato a cose che lo inquinano e l’esperienza ce lo conferma continuamente.

È per questa ragione che il comandamento è necessario e che in noi l’amore ha bisogno di tutte le attenzioni e di tutti gli sforzi, come una pianticella fragile ha bisogno di cure per svilupparsi.

Peccato che per lo scriba Gesù non sia stato altro che un esperto da consultare per un problema tecnico, non una guida da seguire.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!