08.03.2024 – VENERDI’ 3′ SETTIMANA DI QUARESIMA B – MARCO 12,28-34 “…shemà Isra’El”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 12,28-34

+ In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Nel Vangelo di oggi, gli scribi ed i dottori della Legge vogliono sapere da Gesù qual è il primo di tutti i comandamenti.

Anche oggi molta gente vuole sapere cosa è più importante nella religione.

Alcuni dicono che è l’essere battezzati.

Altri dicono che è andare a Messa o partecipare alla Messa della domenica.

Altri ancora: amare il prossimo e lottare per un mondo più giusto!

Altri si preoccupano solo delle apparenze o degli incarichi nella Chiesa.

Si deve comunque tener presente che gli scribi, all’epoca di Gesù, erano gli unici capaci ad interpretare correttamente la Parola di Dio.

E la loro autorevolezza era riconosciuta da tutti, in particolare dal popolo che non aveva la possibilità di leggere e studiare.

Bisogna anche premettere che in quel tempo, i giudei avevano un’enorme quantità di norme per regolamentare la pratica e l’osservanza dei Dieci Comandamenti della Legge di Dio.

Alcuni dicevano “…tutte queste norme hanno lo stesso valore, poiché vengono tutte da Dio. Non tocca a noi introdurre distinzioni nelle cose di Dio“.

Altri dicevano “…alcune leggi sono più importanti delle altre e, per questo, obbligano di più!”

E lo scriba vuole sapere cosa ne pensa Gesù.

Ma la sua domanda non sembra una richiesta di chiarimenti, quanto, piuttosto, uno sfoggio di cultura o, peggio, il tentativo di cogliere in fallo quel falegname, che si arrogava il diritto di insegnare senza avere frequentato una delle prestigiose scuole rabbiniche in Gerusalemme, e con ciò che diceva, metteva loro in cattiva luce.

E Marco ci fa ascoltare, per bocca di Gesù, questo nuovo comandamento, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita.

Infatti Gesù risponde citando un passaggio della Bibbia, per dire che il primo tra i comandamenti è “…amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza!” (Dt 6,4-5).

Ed era questa una preghiera che costituiva una professione di Fede, che i giudei pii recitavano tre volte al giorno: al mattino, a mezzogiorno ed alla sera.

Era così conosciuta tra di loro come tra di noi lo è il Padre Nostro.

E Gesù aggiunge, citando di nuovo la Bibbia (Lev 19,18) “…il secondo è: amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è un altro comandamento più grande di questi due“.

Risposta breve e molto profonda, che costituisce il riassunto di tutto ciò che Gesù ci ha insegnato sul PADRE e sulla vita (Mt 7,12).

In questa risposta TUTTO E’ FONDATO SULL’AMORE.

E NOI, MAI DOBBIAMO DIMENTICARE CHE DIO CI HA CREATI PER L’AMORE.

Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare.

Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un esserino indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esserino che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non in fondamentali relazioni d’amore e grazie ad esse.

Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo.

Farlo, richiede ogni sorta di purificazione, e non lo si impara certo sui libri, ma solo imparando a lasciarci amare da Dio.

Poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l’unico Signore ed è “FONS ET CULMEN”, la fonte e il culmine, dell’Amore.

E questo AMORE, che diventa concreto e visibile in Gesù Cristo, deve antrare nella vita e nel cuore, attraverso LA SUA PAROLA ETERNA INCARNATA, che deve essere ascoltata, amata e compresa, e poi condivisa.

Solo così LA PAROLA DEL SIGNORE ci dona il segreto dell’unificazione interiore nella Volontà di Dio: questo è l’AMORE, nelle sue due dimensioni: verso Dio e verso il fratello.

Capire questo e sforzarsi di metterlo in pratica (amando Dio nel fratello e amando il fratello perché LUOGO DELLA PRESENZA DI DIO) è già assaporare e vivere nell’Amore di Gesù, ovvero è non essere lontani dal Regno di Dio.

Ecco alllora che Il comandamento grande si riassume in un verbo: AMERAI.

UN VERBO CHE IL VANGELO ESPRIME AL FUTURO, PER INDICARE UNA AZIONE MAI CONCLUSA, CHE DURERÀ QUANTO IL TEMPO.

Amare non è un dovere, ma una necessità per vivere.

E vivere sempre.

Con queste parole possiamo gettare uno sguardo sulla fede ultima di Gesù: lui crede nell’amore, si fida dell’amore, fonda il mondo su di esso.

La legge tutta è preceduta da un “sei amato” e seguita da un “amerai”. “Sei amato” è la fondazione della legge; “amerai”, il suo compimento

E, concludo sottolineando come inizia Gesù “…SHEMA’ ISRA’EL…Ascolta Israele”, perché dall’ascolto entra la vita, che ci è data dal Signore nostro Dio, che è l’unico Signore.

Ecco, Gesù ci aiuta ad andare alla sorgente viva e zampillante dell’Amore.

Il Signore nostro Dio è l’unico Signore.

Egli è il Signore buono, quello che non ci schiavizza, ma ci libera dai tanti signori che regnano nella nostra vita.

Quanti idoli abbiamo ai quali chiediamo il diritto di esistere?

Forse il denaro, forse il potere, forse una sessualità disordinata, forse delle relazioni malate?

Abbandoniamo la fonte dell’acqua viva per attingere a cisterne screpolate che non contengono acqua, che non dissetano la sete più profonda che abbiamo nel nostro cuore.

È bene domandarci innanzitutto quali siano i signori della nostra vita, perché da ciò che avremo scelto dipendono le nostre azioni, e definiscono la nostra condizione: schiavo o libero figlio di Dio.

 

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!