08.02.2022 – MARTEDI’ 5 SETT. T.O – MARCO 7,1-13 “…ipocriti… voi osservate la tradizione degli uomini”

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo MARCO 7,1-13

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Gesù si scontra frontalmente col modo di pensare molto devoto dei farisei. Fedeli zelanti e pieni di fede, niente affatto bigotti come a volte rischiamo di immaginarli, i farisei cercavano di vivere con grande scrupolo ogni piccola norma della Legge scritta e di quella orale.

Convinti che solo nell’obbedienza ai comandi potevano essere graditi a Dio, impegnavano tutte le loro energie nel conoscere e rispettare i precetti del Signore.

La salvezza, però, era un premio riservato solo a coloro che rispettavano tutti i comandamenti del Signore e, perciò, escludeva la stragrande maggioranza del popolo, preoccupato a mettere insieme di che sfamarsi.

Ipocriti, cioè “con il volto nascosto da una maschera”, dice Gesù ai farisei di ieri e di oggi che filtrano il moscerino e ingoiano il cammello.

Gesù disse “Bene ha profetato Isaia di voi ipocriti, come sta scritto “…Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me“.

Egli infatti stigmatizzava tutti i gesti esteriori fatti dai Farisei, che mostravano solo ipocrisia e non vanivano dal cuore.

Un gesto, lo scroscio dell’acqua in un catino, le mani lavate fino ai gomiti, che sembrava far sì che le tradizioni degli antichi venivano osservate con scrupolo, E CHE FOSSERO IN SÉ BUONE.

Poco importa se quello scroscio annacquava il vino della MISERICORDIA DI DIO.

Poco importa se lavava le mani, rendendo ineccepibile L’ESTERNO “della coppa” ma lasciava il cuore avvolto nelle tenebre dell’orgoglio e della presunzione, rendendo l’interno “del calice” sporco ed impresentabile.

E nel cammino dei secoli le mani profumate DEI FARISEI DI TUTTI I TEMPI, puntano il dito, giudicano, dettano leggi umane E CANCELLANO PER SEMPRE LA LEGGE DIVINA.

Anche noi spesso ci accontentiamo dell’apparenza, copriamo le rughe dell’incoerenza L’UNGUENTO MALVAGIO DELLA NOSTRA INCAPACITA’ DI ESSERE SEGNO DELL’AMORE INFINITO DI DIO.

Perché facciamo sempre in modo che Dio sia SEMPRE sulle NOSTRE LABBRA, ma che, allo stesso tempo, sia lontano dal nostro cuore pieno del fango del peccato.

FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE (1844-1900), filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco, rivolgendosi ai cristiani, pare che abbia detto:

  • “Se la buona novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda all’autorità di questo libro: le vostre azioni dovrebbero rendere superflua la Bibbia perché voi stessi dovreste continuamente costituire la Bibbia nuova”.

Forse non abbiamo ancora capito che la buona novella consiste proprio nel fatto che Gesù si è rivolto ad altre mani, HA RIFIUTATO LE MANI PULITE DELL’APPARIRE e ha scelto quelle sporche dei suoi discepoli.

Ha scelto quelle mani nodose, che conoscono il ruvido legno dei remi, le corde taglienti di reti tirate con fatica sulla barca, durante quelle buie notti fredde e gelide, in cui essi andavano a pesca, per cercare di sopravvivere:

  • le mani sporche di Giuda, il traditore,
  • di Pietro che rinnega per tre volte il suo Signore,
  • degli altri discepoli che lasciano solo Gesù nell’ora del dolore, che scappano davanti a coloro che stanno arrestando il Maestro.
  • Sono le mie mani sporche di tanti tradimenti.

PER QUESTE MANI L’ACQUA NON SERVE, SOLO IL TOCCO DELLA MISERICORDIA DIVINA LE PUÒ PURIFICARE.

Gesù infatti, non si lavava le mani in modo rituale. O meglio, in qualche modo se le lavava. Ma non lo faceva alla maniera ebraica, che serviva a dimostrare ai propri contemporanei DI ESSERE PERCIÒ STESSO “APPOSTO“, essendosi “PURIFICATI DALLA SPORCIZIA, SIMBOLO DEL MALE“.

E COSI’ EVITAVANO DI INSEGNARE CHE UN GESTO ESTERNO AL CUORE, non ha la capacità di pulire e lavare il cuore, le nostre intenzioni, le ragioni del nostro agire.

E proprio in questo senso acquista importanza il precetto circa L’ONORE DA DARE AL PADRE E ALLA MADRE. Perché la tradizione della purità il buon giovane ebreo la imparava fra le mura di casa, nella sequela dei genitori: come era possibile che questo precetto della purità potesse addirittura diventare motivo di mancanza di rispetto?

Ecco un grande insegnamento! Si imparano i precetti per portare rispetto, NON PER ESSERE CONSIDERATI PURI O BRAVI. Sennò con quei precetti alla fine si condanna e non si è più capaci né di rispetto né di amore. Accade ancora anche oggi. Noi pensiamo che i cristiani ne siano immuni. Ma Gesù ci dice: ONORATEMI CON IL CUORE! CIOÈ INNAMORATEVI DI ME, E DA QUESTO AMORE NASCERÀ IN VOI IL VERO MODO DI VIVERE LA VITA DA FIGLI DI DIO.

Come abbiamo visto è proprio l’ipocrisia a snervare il Maestro. E in particolare, l’ipocrisia delle persone religiose, di coloro che pensano di essere a posto con Dio, e che, dall’alto delle loro fragili sicurezze, si mettono a sindacare sulla fede degli altri.

Gesù vive con intelligenza ed equilibrio le norme, distinguendo quelle che provengono da Dio da quelle che sono frutto dell’abitudine e della tradizione umana.

Riconduce all’essenziale ogni norma, sapendo bene che Dio l’ha voluta per il bene dell’uomo e per la sua maggiore libertà, non per una soffocante prigionia spirituale.

Perché l’interesse di Gesù è rivolto al modo di pensare degli scribi e dei farisei che possono culturalmente attirare i ragionamenti dei discepoli, che, in questa fase ancora arida della loro formazione, sono ancora di fragile comprensione.

E gli scribi e i farisei continuano ad annacquare regole e interpretazioni, svilendo il dettato della Parola fino ad annullarla, con il risultato di incidere profondamente nel culto individuale che ognuno deve rendere al Signore.

Dalla lettura dei testi biblici si evince chiaramente che la freschezza della Parola è venuta meno a causa di tutti quegli intoppi e di tutti quei lacci inseriti dagli esperti religiosi.

È questa la via di satana. Per cui non c’è da stupirsi, se chiunque si ritenga investito da esseri supremi, continui ancora oggi a perpetrare tali insegnamenti e a compiere atti di manipolazione delle Scritture.

Papa Francesco, nella “EVANGELII GAUDIUM” al n.93 ci mette in guardia da questo pericolo, che ancora oggi incombe:

  • “No alla mondanità spirituale. La mondanità spirituale, che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa, consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana ed il benessere personale. È quello che il Signore rimproverava ai Farisei: «E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?» (Gv 5,44). Si tratta di un modo sottile di cercare «i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo» (Fil 2,21). Assume molte forme, a seconda del tipo di persona e della condizione nella quale si insinua. Dal momento che è legata alla ricerca dell’apparenza, non sempre si accompagna con peccati pubblici, e all’esterno tutto appare corretto. Ma se invadesse la Chiesa, «sarebbe infinitamente più disastrosa di qualunque altra mondanità semplicemente morale».”

Ma allora qual è la saggezza e l’intelligenza da osservare e da mettere in pratica per avere la vita?

Mantenersi fedeli a Dio, al Signore”. Il Signore non chiede dei comportamenti ma un atteggiamento di cuore: la fedeltà al suo amore, lo sforzo a questa fedeltà.

Essere fedeli a Dio che è vicino a noi ogni qual volta lo invochiamo. Gesù accusa farisei e scribi di osservare e di mettere in pratica tanti comportamenti esteriori, tante leggi che sono precetti di uomini, MA DI NON ESSERE FEDELI A QUEL DIO CHE È VICINO AD OGNI UOMO, CHE ABITA IL CUORE STESSO DELL’UOMO.

Trascurando il comandamento di Dio, cioè, rimanere fedeli con tutte le forze alla sua fedeltà, si osservano leggi e norme che sono tradizione degli uomini e non di Dio.

Un cuore fedele a Dio è un cuore puro e niente di tutto ciò che è fuori di lui può renderlo impuro.

Un frate teologo, Padre Raniero Cantalamessa, ha detto:

  • “Nel brano evangelico Gesù colpisce alla radice la tendenza di dare più importanza ai gesti e ai riti esteriori che alle disposizioni del cuore. Oggi però possiamo cogliere in quella pagina di Vangelo un insegnamento di ordine non solo individuale, ma anche sociale e collettivo. Ci indigniamo vedendo immagini di uccelli marini che escono dalle acque inquinate da chiazze di petrolio, ricoperti di catrame e incapaci di volare, ma non facciamo altrettanto per i nostri bambini precocemente viziati e spenti.”

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!