07 settembre 2024 sabato 22’ settimana p.a. B – LUCA 6,1-5 “Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?”

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 6,1-5

+ Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

Mediti…AMO

Le Legge è per l’uomo e non viceversa, ma l’uomo quando capirà questa disarmante verità che lo rende libero?

Gli scribi e i farisei, erano convinti di essere i depositari di tutte le verità e i custodi e interpreti autentici della Legge, e guardavano con crescente diffidenza Gesù e i suoi Apostoli e, con occhio indagatore, cercando ogni pretesto per coglierli in fallo e poi accusarli e screditarli presso il popolo.

Quando Dio chiese al popolo di Israele di osservare il sabato, e lo fece in una forma particolarmente solenne, non impose un peso, ma diede un dono, perché la legge di Dio non è una imposizione MA UNA GRAZIA, UN AIUTO PARTICOLARE DATO A CHI SI AMA IN UN MODO SPECIALE.

Ma noi non abbiamo compreso che il dono, però, è inferiore al donatore.

E non abbiamo compreso che, noi uomini siamo capaci, se non stiamo attenti ai doni e non ne comprendiamo il profondo significato, di svilire il dono, FACENDOLO DIVENTARE SUPERIORE AL SUO DONATORE.

PER NOI CRISTIANI IL PRECETTO DOMENICALE È UN DONO.

L’idea di dedicare quel giorno in un modo particolare alla centralità dell’Eucaristia e a ringraziare Dio attraverso il riposo e il carattere festivo non vuol dire imporre, ma invitare a considerare che tutto ciò che esiste è un dono di Dio per noi, affinché ce ne prendiamo cura, cosa che possiamo fare solo se lo consideriamo con gratitudine.

ALLO STESSO TEMPO, QUANDO QUESTO MONDO PASSERÀ, CHI RIMARRÀ È IL SIGNORE, NOSTRO VERO RIPOSO, NON LA DOMENICA, PERCHÉ LA DOMENICA È AL SERVIZIO DEL SIGNORE…. QUESTO È IL SUO SIGNIFICATO.

Dio invita i farisei a non nascondersi dietro i precetti, per quanto siano importanti, e poi non vivere ciò che è fondamentale, ciò che riassume tutta la legge: amare Dio con tutto il cuore e amare il prossimo come se stesso.

Se uno ama Dio con tutto il cuore, vivrà con gioia il precetto del sabato o della domenica, e ne comprenderà il senso.

Gesù si rivolge anche a noi attraverso queste controversie e ci chiede di amare sinceramente ciò che pratichiamo.

Non dobbiamo essere osservanti solo dell’esterno, ma siamo chiamati ad amare sinceramente, perché amare così significa coinvolgerci con tutta la nostra persona nell’oggetto del nostro amore, per metterci al suo servizio, secondo l’invito del Signore “…non sono venuto per essere servito, ma per servire” (Mt 20, 28).

L’ultimo pretesto lo colgono quando i discepoli, passando per i campi, con le messi già biondeggiante, raccolgono delle spighe di grano e ne mangiano il frutto.

Occasione ghiottissima, per una accusa contro il Signore «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?»

Ma Gesù confuta l’accusa ricorrendo alla stessa fonte biblica da cui i farisei hanno tratto i motivi dell’accusa «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».

Gli occhi di tutti erano puntati sulla Sua Persona, durante la sua vita terrena.

I più ne traevano motivo di ammirazione per quanto egli andava annunciando e testimoniando, mentre i soliti scribi e farisei cercavano invece di coglierlo in fallo per poterlo accusare.

Purtroppo la loro mente era ripiena di false interpretazioni sulla Legge, non solo, ma se ne sentivano immeritatamente, unici e gelosi, custodi.

Ma vivevano una forma di religiosità solo esteriore ed ipocrita, e preoccupandosi solo di minuzie, tralasciavano l’essenziale.

La Scrittura dice “…filtravano il moscerino e ingoiavano il cammello”.

Gesù stigmatizza ripetutamente il loro comportamento. definendolo sepolcri imbiancati e guide cieche.

Ignoravano la novità di Cristo, ignoravano la libertà che egli vuole dare ai suoi, non volevano riconoscere che egli è Dio, IL MESSIA TANTO ATTESO ED ORA RIFIUTATO E CONTESTATO.

Ma vorrei meditare con voi anche questa frase pronunziata da Gesù “…il Figlio dell’uomo è Signore del sabato” e ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

In quanto pienamente dipendente dalla volontà del Padre, Cristo è pienamente indipendente da ogni istituzione, sia pure divina come il sabato, da ogni male, compreso il peccato.

Nella sua adesione alla volontà del Padre, suo “cibo”, Gesù trova la fonte della perfezione e della libertà, prerogativa essenziale dell’uomo.

Perché la vera ragione di ogni asservimento, di ogni schiavitù si situa nel cuore dell’uomo piuttosto che nel contesto della sua esistenza.

Egli è venuto a liberare proprio il cuore dell’uomo.

L’uomo trova la sua libertà solo se aderisce, come Gesù, alla volontà del Padre, perché aderire alla volontà del Padre significa amare Dio, gli altri e se stessi con il cuore libero di Dio.

Libertà, amore e volontà del Padre sono complementari e sono per l’uomo la sola fonte di vera gioia, così come lo furono per Gesù, che non esitò a lasciare che i suoi discepoli cogliessero e sfregassero le spighe di grano nonostante fosse sabato, sapendo che il loro cuore era fisso in Dio.

È la sola cosa che conti, è il solo comandamento che libera perché è il comandamento dell’amore.

È terribile essere privi della vista degli occhi del corpo, MA È DI GRAN LUNGA PEGGIORE LA SITUAZIONE DI CHI CADE NELLA CECITÀ DELL’ANIMA.

I puri di cuore vedono Dio e percepiscono la sua divina presenza.

Mentre I CIECHI NELL’ANIMA sono capaci di rinnegare anche l’evidenza dei fatti, per restare aggrappati al proprio misero orgoglio.

Ma stiamo bene attenti a non puntare il dito..

Perché senza il dono della Fede saremmo ciechi anche noi. Ringraziamo Dio per tutti i suoi doni, e perché ci ha liberati dai lacci della Legge per aprirci all’amore, che supera ogni timore e ci congiunge direttamente a Dio.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!