«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo MARCO 7,1-13
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore
Mediti…AMO
C’È UNA RELIGIOSITÀ DELLE LABBRA – chiarisce una volta per tutte il Signore Gesù – E UNA RELIGIOSITÀ DEL CUORE.
La prima è di facciata, fatta di parole, intrisa di doppiezza, CHE FA DI OGNUNO DI NOI, UN SEPOLCRO IMBIANCATO, BELLO FUORI E MARCIO DENTRO.
LA SECONDA INVECE È PURA MANIFESTAZIONE D’AMORE E SGORGA DA UN CUORE SEMPLICE CHE ACCOGLIE LA PAROLA DI DIO E LA METTE IN PRATICA.
CHI LA VIVE non dice con ostentazione “Signore, Signore…” rimanendo però serrato nel proprio egoismo, ma CERCA E COMPIE SEMPRE IN TUTTO LA VOLONTÀ DI DIO.
Fratelli e Sorelle, allora viene spontaneo chiederci, che cosa ci preserva dal pericolo di cadere in questa ipocrisia?
Dicono i Padri “l’essere abitati dal desiderio di assomigliare al Signore“, cioè “l’essere discepoli di Cristo e il ricevere forma da ciò che in Lui vediamo o da Lui ascoltiamo” (San Basilio).
IN UNA PAROLA, LA FAMILIARITÀ CON IL VANGELO E IL PRIMATO DELLA CARITÀ.
Purtroppo vediamo nella pagina del vangelo di oggi, come gli uomini sono abili nel rifiutare il Comandamento di Dio per obbedire alle Tradizioni inventate da loro. Ieri come oggi.
Le forme di integralismo religioso hanno operato in modo definitivo questa scissione e, dimenticando il volto d’amore di Dio, vivono di abluzioni, riti, regolamenti che invadono l’esperienza umana in ogni sua espressione.
Gli obblighi riguardo al vestirsi, al mangiare, alla gestione del tempo libero, ma anche delle relazioni sono indicatori pericolosi che permettono a quella scissione di intaccare ragione e sentimenti.
“La Tradizione degli Antichi” trasmetteva queste norme che dovevano essere osservate dalla gente, se voleva avere la purezza richiesta dalla legge.
E l’osservanza della legge era un aspetto molto serio per la gente di quel tempo. Essi credevano fermamente credevano che una persona impura non potesse ricevere la benedizione promessa da Dio ad Abramo.
Le norme sulla purezza erano insegnate per aprire il cammino fino a Dio, fonte di pace.
In realtà, invece di essere fonte di pace, le norme costituivano una prigione, una schiavitù.
E, per i poveri era praticamente impossibile osservare le centinaia di norme, di tradizioni e di leggi. Per questo erano considerati persone ignoranti e maledette che non conoscevano la legge (Gv 7,49).
E questo rendeva impossibile che loro potessero scoprire UN DIO CHE È AMORE, LA BELLEZZA DI AMARE IN LUI ANCHE I NEMICI, DI VEDERE IL VOLTO SUO IN OGNI CREATURA E LA POSSIBILITÀ DI VIVERE UN CULTO SPIRITUALE.
Paolo di Tarso scriverà ai cristiani di Roma, accoratamente “… io vi esorto, dunque, per la misericordia di Dio a offrire i vostri corpi come sacrificio, vivente, santo, gradito a Dio: è questo il vostro culto spirituale” (Rm.12,2).
E, a quel tempo, questo culto che si stacca dalla fede e dalla vita e diventa espressione sterile, fedele solo alla legge e agli interessi degli uomini, ha spesso suscitato l’ira di Gesù. Come continua a suscitarla ancora oggi, il nostro vuoto atteggiamento cristiano che mostra una FEDE CHE SOPRAVVIVE AL MARGINE DELLA PERIFERIA DEL CRISTIANESIMO
Mai come oggi trovano cittadinanza tra noi le parole del Profeta Isaia:
“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.” (Is 29,13).
Tornando ai contemporanei di Gesù vediamo che i Farisei, insistendo nelle norme di purezza, SVUOTAVANO DEL CONTENUTO I COMANDAMENTI DELLA LEGGE DI DIO.
Comandamenti di Dio e tradizioni degli uomini devono essere tenuti sempre distinti:
- i comandamenti di Dio hanno valore perenne e universale e quindi sono immutabili;
- le tradizioni degli uomini sono provvisorie e quindi possono, e spesso devono, essere cambiate. Di conseguenza il cristiano, e più in generale l’uomo onesto e intelligente, si rinnova in continuità ed è disponibile alle riforme e al progresso.
Gesù rifiuta la distinzione giudaica tra puro e impuro, tra una sfera religiosa separata, in cui Dio è presente, e una sfera ordinaria, quotidiana, in cui Dio è assente.
Non ci si purifica dalla vita quotidiana cercando Dio altrove, fuori dalla vita di tutti i giorni, ma al contrario ci si deve purificare dal peccato che è dentro di noi.
Gesù contesta la distinzione allora ritenuta sicura e indiscutibile: l’ebreo è puro e tutti gli altri sono impuri.
La questione del puro e dell’impuro ha avuto una grande importanza nei primi tempi della Chiesa, soprattutto per la partecipazione alla stessa mensa tra giudei e pagani (Gal 2,11-17).
Ci ritorna alla mente la voce che Pietro sentì nella visione di Ioppe “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano” (At 10,15).
Citando il quarto comandamento Gesù dimostra di accettare la forza vincolante della legge di Dio, ma rifiuta le tradizioni asfissianti e cavillose che contraddicono ai comandamenti del Signore più che aiutare a capirli e ad osservarli meglio.
E Gesù, per far comprendere il dramma, cita un esempio concreto. E lo fa per dimostrare che il precetto umano può condurre alla trasgressione del comandamento divino.
Il dovere di ONORARE IL PADRE E LA MADRE E DI ASSISTERE I GENITORI VECCHI E BISOGNOSI era stato affermato da un comandamento di Dio.
Ma anche mantenere un voto costituiva un dovere sacro. L’abuso di danneggiare i genitori col voto del korbàn era frequente al tempo di Gesù.
Gesù pone il comandamento dell’amore al di sopra dell’olocausto e degli altri sacrifici E NON PERMETTE DI TRASCURARE IL DOVERE VERSO I GENITORI NEMMENO CON LA SCUSA DI UN VOTO.
PERCHÉ SIA CHIARO CHE DIO NON VUOLE ESSERE AMATO E ONORATO A SPESE DELL’AMORE DEL PROSSIMO.
DIO È AMORE E VUOLE SOLO AMORE, QUELL’AMORE DEL PROSSIMO PER MEZZO DEL QUALE EGLI STESSO VIENE AMATO.
È il principio fondamentale posto alla base di tutta la nostra condotta: l’amore di Dio e del prossimo si inseriscono l’uno nell’altro indissolubilmente.
Invece i farisei insegnavano che la persona che offre al Tempio i suoi beni, non può usare questi beni per aiutare i più bisognosi.
Così, in nome della tradizione svuotavano del contenuto il quarto comandamento che dice di amare il padre e la madre.
Queste persone sembrano molto osservanti, ma in realtà lo erano solamente all’esterno, perché nel loro cuore, rimanevano lontani da Dio.
Al tempo di Gesù, la gente, nella sua saggezza, non era d’accordo con tutto ciò che si insegnava e sperava che, un giorno, il Messia venisse ad indicare un altro cammino per raggiungere la purezza.
E IN GESÙ QUESTA SPERANZA, QUESTO ANTICO SOGNO DEGLI UMILI, DIVENTA REALTÀ.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!