“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO “…1,7-11
+ In quel tempo, Giovanni proclamava «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore
Mediti…AMO
E con la solennità odierna, anche quest’anno il tempo di Natale è archiviato
Il Vangelo di oggi, ci fa fare un salto di trent’anni, rispetto a quello di ieri, e ci riporta sulle rive del fiume Giordano, dove troviamo Gesù ormai adulto, in fila con i peccatori, ad aspettare il suo turno, per farsi battezzare da Giovanni.
Torniamo per l’ultima volta ai guadi del Giordano e contempliamo Gesù che esce dall’acqua e vede lo Spirito Santo discendere su di lui come una colomba.
Non manca nessuno:
- il Figlio riceve il battesimo,
- il Padre parla
- e lo Spirito lo riveste di forza.
E di questa forza, Gesù avrà un gran bisogno, per resistere alle tentazioni di satana, nel deserto, dove lo stesso Spirito Santo lo avrebbe spinto violentemente, appena ricevuto il battesimo.
E, se ci sono pagine straordinarie e difficili nei vangeli, quella in cui si racconta il battesimo di Gesù è una di esse.
Le azioni si incrociano con le parole e le parole con la Parola: è la testimonianza del Padre che rivela in Gesù il proprio Figlio (Mc 1,9-11)
Il Battesimo per i cristiani può essere considerato come una “porta” che conduce alla santità, perché rende partecipi della vita di Dio.
Quell’immersione nell’acqua del Giordano di Gesù è l’immagine dell’ingresso nel cuore di Dio, un Dio che condivide il percorso dell’umanità.
Così nel sacramento del Battesimo viene resa evidente la possibilità data all’uomo di vincere il male e di scegliere la via del bene, il cammino che porta alla vita piena.
Un cammino che si è realizzato pienamente in ognuno dei santi e dei beati ricordati dalla Chiesa: facendo spazio a Dio essi diventati dei ponti di riconciliazione tra il Signore e il mondo.
La festa di oggi, quindi, può essere vista come un’altra delle tante “lezioni” sulla santità che l’anno liturgico offre ai credenti.
E l’evangelista Marco racconta il battesimo di Gesù con la sua abituale sobrietà.
Non ha parlato (e non parlerà) della nascita di Gesù, e nemmeno della sua infanzia.
PER LUI, TUTTO HA INIZIO COL BATTESIMO DI GESÙ.
- 10 “E subito, salendo dall’acqua, vide i cieli squarciarsi e lo Spirito come colomba scendere verso di lui”.
Il battesimo è introdotto con un “e subito“, intercalare tipico di Marco (che lo usa 42 volte nel vangelo, “euthys“, che corrisponde all’ebraico “ed ecco“).
Dopo il battesimo si verifica un’epifania: i cieli si aprono (riferimento a Is 63,19b) ossia DIO SI FA VICINO, SUPERANDO LA BARRIERA POSTA TRA CIELO E TERRA.
Ricordiamo che anche alla morte di Gesù (Mc 15,38) l’evangelista evidenzierà questo aspetto PARLANDO DELLO SCINDERSI DEL VELO NEL TEMPIO DI GERUSALEMME.
Per indicare lo Spirito si usa il simbolo della colomba, che ha diversi richiami nel testo biblico:
- nel Libro della Genesi ai capitoli 1,2 e 8,11, dopo il diluvio una colomba porta un ramo d’ulivo;
- in Osea 11,11 è simbolo di Israele;
- nel Cantico dei Cantici 1,15, sembra far riferimento al modo di agire dello Spirito (non è quindi una descrizione dell’aspetto dello Spirito).
Comunque, Fratelli e Sorelle, i pochi versetti dedicati alla missione di Giovanni richiamano e riassumono in breve la lunga attesa, da parte dell’umanità, della venuta del Salvatore.
La missione del Salvatore comincia con il far passare in secondo piano il precursore, il quale, potendo proporre soltanto un battesimo d’acqua, lascia il posto a colui che battezzerà nello Spirito Santo.
E il testo inizia a regalarci una serie bellissima di parallelismi:
- Comincia una nuova era, una creazione assolutamente nuova, nella quale IL CREATORE PRENDE IL POSTO DELLA CREATURA.
- Il Salvatore scende nel Giordano come un peccatore. MA IL GIUDICE DI QUESTO MONDO FA LA PARTE DI UN NUOVO ADAMO.
- Gesù esce dall’acqua e intraprende la propria missione, come all’inizio l’uomo fu plasmato dal fango, mentre un flutto risaliva dalla terra e bagnava la superficie del suolo (Gen 2,6).
- Gesù riceve lo Spirito Santo come già un tempo “.. soffiò nelle sue narici un alito di vita” (Gen 2,7).
- E Gesù, secondo Marco, diviene l’uomo nuovo, proprio come di Adamo si dice “…e l’uomo divenne un essere vivente” (Gen 2,7).
L’UMANITÀ RICOMINCIA ALLORA, NUOVAMENTE, COL BATTESIMO DI GESÙ, E DOVRÀ PASSARE ATTRAVERSO L’ESPERIENZA DELLA MORTE PER ENTRARE NELLA GLORIA DELLA RISURREZIONE.
Ed è la stessa umanità che deve, e dovrà ancora, trasformarsi lentamente in ogni uomo, per arrivare al giorno in cui “…vedrà il Figlio dell’uomo venire sulle nubi… Ed egli… riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo” (Mc 13,26-27).
Solo DA QUEL MOMENTO, NON CI SARÀ PIÙ BATTESIMO (At 21,23-27).
Ma, tornando al testo vediamo che lo Spirito si manifesta subito in Gesù.
Ma prima lo stesso Signore si mette in fila con i peccatori per ricevere, come tutti, il battesimo di Giovanni.
Questa scena la conosciamo così bene, che rischiamo di non accorgerci che, umanamente, chi è più grande, più potente, viene riconosciuto come tale e si aspetta questo riconoscimento.
Qui avviane il contrario: il Figlio di Dio, che è Dio e che compare qui per la prima volta nel racconto di Marco, si presenta come un qualunque sconosciuto peccatore, fa la fila, si immerge nell’acqua del Giordano come tutti e come tutti riceve quel battesimo che era per il perdono dei peccati.
Questi è il nostro Dio!
Come drà magistralmente Paolo di Tarso “…Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore” (1Cor 5,21).
Davanti al nostro peccato, il Figlio amatissimo da DIO Creatore, si fa nostro fratello, diventa solidale con noi, PERCHE’ HA UN OBIETTIVO: VUOLE FARCI COME LUI.
Vuole che anche noi diventiamo FIGLI AMATI DA DIO…
Questa è la comunione che Dio ci dona in Cristo: Egli viene da Nazaret di Galilea, luogo malfamato, sta con noi peccatori, non ci lascia soli nel nostro stato di miseria, prende anche il nostro limite, la nostra umanità, e la salva…
E la salvezza che ci dona fa dei nostri limiti, IL LUOGO, della comunione con Lui e tra noi.
E ricordiamo, Fratelli e Sorelle, quelle meravigliose parole della profezia di Isaia. Dio ha squarciato i cieli per essere il “Dio con noi”, così che anche noi possiamo sentire il Padre che ci chiama figli e che ci dice “Tu mi piaci, anche in te mi compiaccio”.
La troviamo in Isaia 63,7-9:
- “7Voglio ricordare i benefici del Signore, le glorie del Signore, quanto egli ha fatto per noi. Egli è grande in bontà per la casa di Israele. Egli ci trattò secondo il suo amore, secondo la grandezza della sua misericordia. 8 Disse: «Certo, essi sono il mio popolo, figli che non deluderanno» e fu per loro un salvatore 9 in tutte le angosce. Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di sé, in tutti i giorni del passato.”.
Fratelli e Sorelle, questa domenica, in cui ricordiamo il Battesimo del Signore, è anche l’ultimo giorno del tempo di Natale.
Da domani inizia perciò il tempo detto “ordinario”, o più precisamente “per annum”.
Ma è proprio nell’ordinario, nel quotidiano, che il Signore si manifesta nella nostra vita.
E il quotidiano è il tempo in cui la Parola di Dio si incarna, lievita, produce, ora il trenta, ora il sessanta, ora il cento.
La quotidianità è anche IL LUOGO, ove esercitiamo il nostro LIBERO ARBITRIO.
Ma SEMPRE, E’ TEMPO DI GRAZIA, proprio perché, COL MISTERO DELL’INCARNAZIONE ABBIAMO PIENA CONSAPEVOLEZZA DELLA PRESENZA DI DIO: IL NOSTRO DIO È CON NOI, OGGI, OGNI GIORNO.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!