06 settembre 2024 venerdì 22’ settimana p.a. B – LUCA 5,33-39 “Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo LUCA 5,33-39

+ In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”» Parola del Signore

Mediti…AMO

La novità del Regno è imperiosa, dinamica, folgorante. Come immaginare di sovrapporla alle vecchie abitudini religiose?

Il Signore Gesù con la sua venuta tra noi e con l’annuncio del suo vangelo instaura il suo Regno tra noi.

È un annuncio di novità e di gioia perché si sta attuando un piano di liberazione e di salvezza, disegnato da Dio stesso.

Egli viene a sciogliere i lacci del peccato, viene a liberare gli oppressi, viene a ridare la libertà ai prigionieri, viene a stabilire con tutti noi un nuovo patto di alleanza, basato non più sulla costrizione e sulla paura, ma solo sull’amore.

Per questo Gesù si paragona ad uno sposo, innamorato dell’umanità, con cui vuole celebrare le sue nozze.

È tempo di gaudio e di gioia perciò e non di digiuno e di penitenza.

Tutti sono invitati alle nozze di Cristo, ed essere invitato alle nozze, essere ammesso al banchetto nuziale, è la vocazione dell’uomo, è la condizione in cui viene a trovarsi il battezzato.

Perché Dio “ha pensato”, nel suo amore, di aprire la porta a tutti coloro che vogliono partecipare al banchetto delle nozze di suo Figlio con l’umanità.

A Cana, il Figlio di Dio celebra ciò che la sua Incarnazione significa e realizza: le nozze di Dio avvengono con l’umanità tutta e con ogni singolo uomo.

Nell’Eucaristia, in cui viviamo una ora con Cristo, si ha il banchetto sempre aperto, a cui ogni uomo è invitato, il banchetto in cui Cristo Sposo, è con ogni uomo.

Solo allora tutto si rinnova, se teniamo però presente che Dio non ha strappato un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio.

 

E, il segno della toppa presa dal vestito nuovo per metterla sul vecchio ci fa comprendere come non ha senso rattoppare la nostra povera Fede, ma occorre un cambiamento radicale, altrimenti tutto si strappa e si ottiene nient’altro che uno strappo peggiore.

Purtroppo troppo spesso la nostra Fede è fatta di toppe di novità appoggiate e ricucite sul nostro vecchio vestito che indossiamo da sempre, e del quale non ci vogliamo liberare.

Ecco allora che l’uomo è invitato a bere il vino nuovo della Nuova Alleanza.

Si realizza quindi l’antica profezia di Isaia (Is 25,6.9):

“Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande, per tutti i popoli… Rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza”.

Fratelli e Sorelle, la festa di nozze è la nuova creazione che Gesù compie.

Il tempo della redenzione è quello della gioia, della letizia.

Sottolineiamo quest’ultimo aspetto, che purtroppo oggi sembra malamente compreso.

La gioia cristiana è nella sostanza e nella forma completamente differente dall’allegria, da uno stato euforico psicologico, dalla spensieratezza.

Spesso si sente, anche in tante omelie, che si deve essere allegri perché Gesù è risorto e la nostra vita è una festa: vero, ma la nostra vita è pure sottomessa alla contingenza con tutto ciò che questa comporta in affanni e frustrazioni.

Nell’esistenza cristiana, dobbiamo imparare, nella quotidianità del credere, a convogliare tutto ciò che ci tormenta, ed anche la nostra stessa allegria, in un’altra dimensione che è quella della speranza di Lui, che rinnoverà radicalmente ogni cosa, ogni situazione e tutti gli esseri.

La religione diffusa dalle autorità religiose era come un vestito vecchio.

Non bisogna voler combinare la novità portata da Gesù con vecchie usanze.

O l’uno, o l’altro!

Il vino nuovo che Gesù porta fa scoppiare l’otre vecchio.

E’ necessario saper separare le due cose.

Molto probabilmente, Luca riporta queste parole di Gesù per orientare le comunità degli anni 80.

C’era un gruppo di giudei cristiani che volevano ridurre la novità di Gesù al giudaismo di prima.

GESÙ NON È CONTRO CIÒ CHE È “ANTICO”, MA NON VUOLE CHE L’ANTICO SI IMPONGA SUL NUOVO, IMPEDENDOGLI DI MANIFESTARSI.

Sarebbe come se la chiesa cattolica riducesse il messaggio del Concilio Vaticano II alla chiesa prima del concilio, come oggi molte persone sembrano voler fare.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!