06 aprile 2024 SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA – MARCO 16,9-15 “Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 16,9-15

+ Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

L’ascensione del Signore non separa Gesù dalla vita dei credenti, ma il Signore si inserisce nella loro esistenza potenziandola con una forza, con un’energia ancora più grande di quella che prima potevano aver conosciuto.

In questo contesto, il Vangelo di Marco termina con 16,1-8, con il famoso “…là lo vedrete…”.

Ma il secondo Evangelo si era chiuso in maniera troppo brusca, con le donne che il giorno delle risurrezione erano fuggite piene di spavento, senza dire niente a nessuno.

Per questa ragione UN DISCEPOLO dell’evangelista si era sentito in dovere di aggiungere qualche versetto, fornendo un riassunto delle apparizioni del risorto conosciute da tutta la comunità.

E aggiungendo una frase finale che è un capolavoro: i discepoli sono invitati ad andare in tutto il mondo ad annunciare il vangelo. Per farlo sono loro per primi a dover superare l’incredulità, a dover affrontare i propri dubbi…

E si è realizzata così, con i versetti 9-20, “…la chiusa più lunga di Marco”.

Essa manca nei manoscritti più antichi ed autorevoli ed è ritenuta dagli studiosi un’aggiunta successiva (attorno all’inizio del II secolo) per colmare una conclusione un po’ secca ed improvvisa dello stesso vangelo (“la chiusa breve”: 16,1-8).

Tuttavia la Chiesa li ha accolti nel canone delle Scritture e ci assicura della loro ispirazione, ragion per cui NOI LI LEGGIAMO COME PAROLA DI DIO.

Il loro ignoto autore ci fornisce qui un prezioso riassunto di quanto ci trasmettono gli altri tre vangeli sulle apparizioni di Gesù (probabilmente risalendo a fonti orali da loro indipendenti).

Per cui, all’esame dell’epoca, come se il testo citato fosse insufficiente per completare il Vangelo di Marco, gli si sono date parecchie conclusioni, di cui la tradizione cristiana ha riportato solo quella odierna (Mc.9-15).

Questo finale differisce troppo dal resto del libro, per provenire dallo stesso autore.

Certamente i cristiani della prima generazione hanno voluto completare l’opera con un riassunto delle apparizioni di Gesù Cristo, ed una presentazione d’insieme della missione affidata alla Chiesa dal suo Sposo.

Sembra che si siano ispirati a l’ultimo capitolo di Matteo (28,18-20), di Luca (24,10-23) e di Giovanni (20,11-23) e all’inizio del Libro degli Atti degli Apostoli (1,4-14).

L’insieme ricavato costituisce una bella pagina dottrinale sulla missione della Chiesa.

Vediamo la sua realizzazione:

  • dapprima increduli, come viene espresso per ben tre volte (vv.11.13.14), i discepoli ricevono IL DONO DELLA FEDE;
  • Gesù Cristo li invita a proclamare dappertutto il gioioso messaggio della salvezza;
  • Il Risorto è con loro in tutto l’universo e segue ogni loro attività, e lo farà fino alla fine dei secoli;
  • E concede al credente di compiere dei segni, doni diversi che caratterizzano la vita della Chiesa primitiva (1 Cor-12), e manifestano la potenza dello Spirito Santo;
  • Reintegrato nella Gloria Divina presso il PADRE, il SIGNORE è presente e agisce nell’azione missionaria dei discepoli e della Chiesa;
  • Questo fatto viene messo in risalto con una frase stupenda, unica nel Nuovo Testamento “…allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme a loro e confermava la Parola con i prodigi che l’accompagnavano”.

La Parola non è credibile, non è veritiera, se non è accompagnata da Segni, quali: l’amore, il perdono e la condivisione.

Comunque, tenendo conto di ciò che ho premesso, il Vangelo di san Marco termina con una catechesi sulla fiducia che meritano gli undici apostoli, la cui testimonianza è il fondamento della fede della Chiesa: Gesù stesso li ha chiamati per andare dalla Galilea a Gerusalemme.

Dopo il Venerdì santo, delusi e senza speranza, restano in città. Maria di Magdala che – secondo questo racconto, che fa fede – è stata la prima alla quale il Signore è apparso, spiega loro di che cosa l’ha incaricata il Cristo risuscitato.

I due discepoli che il Signore accompagna lungo il cammino verso Emmaus rientrano a Gerusalemme. Tuttavia, essi non li ascoltano, né credono loro.

Né la testimonianza della donna, né quella dei due discepoli fa uscire gli apostoli dalla loro afflizione e dai loro lamenti.

Per cui Gesù appare agli undici discepoli e li riprende perché non hanno creduto alle persone che lo avevano visto risorto.

Di nuovo, Marco si riferisce alla resistenza dei discepoli nel credere nella testimonianza di coloro che hanno sperimentato la risurrezione di Gesù.

Perché?

Gli apostoli hanno dimenticato le parole di Gesù, gli accenni alla croce, l’annuncio velato alla resurrezione.

Vivono la morte come un evento definitivo, un passaggio che non prevede alcun ritorno, sono schiacciati dal dolore, la tristezza ha invaso il loro cuore, non sanno guardare oltre.

Maria annunciava la vita nuova ma essi non si lasciano smuovere, sono come impietriti, la croce ha soffocato ogni speranza. La donna parla di futuro ma essi restano prigionieri del passato.

Per questo non presero in considerazione quelle parole, non diedero alcun credito alla testimonianza di Maria: “…ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero” (16,11).

Una chiusura radicale.

Un rifiuto apparentemente senza dubbi.

Probabilmente il secondo evangelista vuole insegnar loro alcune cose:

  • In primo luogo che la fede in Gesù passa attraverso la fede nelle persone che ne danno testimonianza.
  • In secondo luogo, che nessuno si deve scoraggiare, quando il dubbio o l’incredulità nascono nel cuore.
  • In terzo luogo, per ribattere le critiche di coloro che dicevano che il cristiano è ingenuo e accetta senza critica qualsiasi notizia, poiché gli undici ebbero molta difficoltà ad accettare la verità della risurrezione.

Ed è soltanto quando Gesù stesso è vicino a loro e rimprovera loro la mancanza di fiducia nella parola dei suoi testimoni, che i loro cuori e i loro occhi si aprono.

Vedendolo, capiscono che il vangelo di Dio che Gesù aveva predicato, e che diventa la loro missione, ha un avvenire senza fine.

Capiscono che la loro missione comprende “il mondo intero”, ovvero “la creazione intera”, cioè tutta la comunità dei viventi.

Concludo regalandovi le parole del compianto Papa Benedetto XVI, pronunziate nel Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, il 24 novembre 2012:

  1. «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15); «fate discepoli i popoli tutti», dice il Signore (Mt 28,19). Con queste parole Gesù invia gli Apostoli a tutte le creature, perché giunga dovunque l’azione salvifica di Dio. Ma se guardiamo al momento dell’ascensione di Gesù al Cielo, narrata negli Atti degli Apostoli, vediamo che i discepoli sono ancora chiusi nella loro visione, pensano alla restaurazione di un nuovo regno davidico, e domandano al Signore: «è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?» (At 1,6). E come risponde Gesù? Risponde aprendo i loro orizzonti e donando loro la promessa e un compito: promette che saranno ricolmi della potenza dello Spirito Santo e conferisce loro l’incarico di testimoniarlo in tutto il mondo oltrepassando i confini culturali e religiosi entro cui erano abituati a pensare e a vivere, per aprirsi al Regno universale di Dio. E agli inizi del cammino della Chiesa, gli Apostoli e i discepoli partono senza alcuna sicurezza umana, ma con l’unica forza dello Spirito Santo, del Vangelo e della fede. È il fermento che si sparge nel mondo, entra nelle diverse vicende e nei molteplici contesti culturali e sociali, ma rimane un’unica Chiesa. Intorno agli Apostoli fioriscono le comunità cristiane, ma esse sono «la» Chiesa, che, a Gerusalemme, ad Antiochia o a Roma, è sempre la stessa, una e universale. E quando gli Apostoli parlano di Chiesa, non parlano di una propria comunità, parlano della Chiesa di Cristo, e insistono su questa identità unica, universale e totale della Catholica, che si realizza in ogni Chiesa locale. La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica, riflette in se stessa la sorgente della sua vita e del suo cammino: l’unità e la comunione della Trinità”.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!