06.12.2023 – MERCOLEDI’ SAN NICOLA – MATTEO 15,29-37 “…prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo 15,29-37
+ In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Parola del Signore
Mediti…AMO
San Nicola di Myra, detto di Bari, è nato a Pàtara, Asia Minore (attuale Turchia), ca. 250, ed è morto a Mira, Asia Minore, ca. 326, è un santo miroblita.
La sua figura ha dato origine alla tradizione di San Nicolò, che passa nella notte tra il 5 e il 6 dicembre portando doni ai bambini.
Le sue reliquie sarebbero conservate, secondo la tradizione, nella basilica a lui dedicata e nella chiesa di San Nicolò a Venezia.
Proveniva da una famiglia nobile. Fu eletto vescovo per le sue doti di pietà e di carità molto evidenti sin da bambino.
FU CONSIDERATO SANTO ANCHE DA VIVO.
Durante la persecuzione di Diocleziano, pare sia stato imprigionato fino all’epoca dell’Editto di Costantino.
Fu nominato patrono di Bari, e la basilica che porta il suo nome è tuttora meta di infiniti pellegrinaggi.
SAN NICOLA È IL LEGGENDARIO SANTA CLAUS DEI PAESI ANGLOSASSONI, E IL NIKOLAUS DELLA GERMANIA CHE A NATALE PORTA I DONI A BAMBINI.
Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo a Costantinopoli gli furono dedicate 26 chiese), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Myra. Numerosi scritti in greco e in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d’Italia, allora soggetto a Bisanzio.
San Nicola è così diventato già nel Medioevo uno dei santi più popolari del cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.
Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.
Da questo episodio nasce il suo emblema, che è il bastone pastorale (simbolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d’oro) queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle.
Un’altra leggenda narra che Nicola, già vescovo, resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne.
Per questi episodi san Nicola è ritenuto un santo benefattore e protettore, specialmente dei bambini.
MA VENIAMO AL TESTO EVANGELICO ODIERNO.
In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là.
Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.
E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano.
E glorificava il Dio di Israele.
La presenza di Gesù è sempre un evento salvifico, sia dal punto di vista materiale, come avvenne ai suoi contemporanei, sia da quello spirituale, per noi che ci riceviamo la comunione.
È Dio che si fa uomo e viene a spiegarci che E’ AMORE, ma ANCHE CHE COSA E’ ESATTAMENTE, IL SUO AMORE.
Pieno di compassione, si fa carico dei problemi, e assume con forza e tenerezza le contraddizioni dell’uomo.
È il nostro Dio, che vede e conosce, che interviene e guarisce, che nutre e che sazia.
E LO FA NON DA SOLO, O IMPERANDO, COME QUEL TIRANNO CHE ABBIAMO SEMPRE RACCONTATO, MA COME PADRE AMOREVOLE CHE COINVOLGE L’UOMO, INSEGNANDOGLI A DIVENTARE PIÙ UOMO.
E ci fa capire che se andiamo da Gesù con umiltà, consci della nostra miseria, Egli ci risana mediante i Sacramenti, SOPRATTUTTO QUELLO DELLA PENITENZA E DELL’EUCARESTIA.
E COSÌ AVVIENE CHE POCHI PANI E POCHI PESCI DIVENTANO ALLORA MATERIA DI SALVEZZA, DI MIRACOLO, DI VITA.
L’ordine di Gesù di raccogliere anche i frammenti ci ricorda il dovere di curare le sfumature, il dettaglio, CON ATTENZIONE A QUELLE PICCOLE COSE, CHE POI SONO LE UNICHE CHE POSSIAMO OFFRIRE.
E in queste piccole cose, il Dio di Gesù Cristo, ci chiede di sfamare la folla, e ci affida il compito di sollevare il destino degli uomini, di metterci in gioco, di tirar fuori del nostro, che siamo abituati a custodire gelosamente.
Ma per far ciò bisogna avere FEDE, quella FEDE che ci è necessaria per crescere in santità, per essere riempiti dello Spirito Santo, in modo da essere zelanti nelle opere buone, frutto dello Spirito, necessarie per piacere a Dio.
Ma possiamo giungere a questo risultato solo se abbiamo Gesù Cristo al centro dei nostri pensieri e del nostro cuore.
E, per avere sempre più FEDE in Cristo, DOBBIAMO CONOSCERE SEMPRE DI PIÙ IL SUO CUORE.
E, più conosciamo il suo cuore, PIÙ FEDE POSSIAMO AVERE IN LUI, quella FEDE che ci serve per camminare vittoriosamente e con gioia nel combattimento quotidfiano, spirituale, in cui ci troviamo a camminare.
Ma vediamo anche il testo da un’altra angolazione.
“Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati”: IN QUESTE PAROLE VEDIAMO L’ICONA, SUGGESTIVA E DRAMMATICA, DELL’UMANITÀ, L’IMMAGINE DI UNA CREAZIONE FERITA DAL PECCATO, PRIVA DELLA LUCE CHE DIO HA DONATO ALL’UOMO, PERCHE’ QUESTA LUCE, È COME NASCOSTA SOTTO LE PIAGHE DELLA SOFFERENZA E DEL DOLORE.
Fratelli e Sorelle, se leggiamo con attenzione il testo, scopriamo che, nella folla che accorre numerosa, vi sono SANI E MALATI.
Ma -Deo Gratias- sono i SANI che portano I MALATI: ICONA DI QUELLA CONDIVISIONE DIVINA CHE ACCOMPAGNA IL CAMMINO DELLA STORIA.
La sofferenza a volte si presenta come un groviglio di strade senza uscita.
Ma, NON IN QUESTA STUPENDA E MERAVIGLIOSA SCENA EVANGELICA, che È ATTRAVERSATA DA UNA LUCE, CHE EMANA DA QUELLA FOLLA CHE SI RECA DA GESÙ, PERCHÉ, SA MOLTO BENE, DI POTER BUSSARE ALLA PORTA DELLA DIVINA MISERICORDIA:
- “li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì”.
Gesù è quindi l’icona di un Dio che guarda tutti e ciascuno con infinita compassione.
Per questo agisce con l’autorità che riceve dal Padre e manifesta così che il vero potere, l’unico potere che Dio a dato all’uomo, È QUELLO DI GUARIRE, CIOÈ LIBERARE L’UOMO DAL MALE CHE ASSEDIA IL CORPO E SOFFOCA LO SPIRITO.
È QUESTO IL POTERE CHE IL SIGNORE GESÙ CRISTO, HA CONSEGNATO ALLA SUA CHIESA.
Ed è questo il potere che noi dobbiamo esercitare.
Bene lo aveva capito la carmelitana SANTA TERESA di LISIEUX, detta di GESU’ BAMBINO, patrona delle Missioni, che prima di morire ha detto “…passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra”.
Ha scritto l’Apologista e Martire S. Giustino, nella sua opera “Prima Apologia” 67, 5-6
- «La distribuzione e la partecipazione all’eucaristia raggiunge ciascuno, in quanto la si manda, per mezzo dei diaconi, ai non presenti. Chi è ricco e anche volenteroso, ciascuno liberamente, dà ciò che si raccoglie e viene consegnato al presidente, il quale se ne serve per soccorrere sia gli orfani che le vedove, sia gli ammalati che quelli altrimenti bisognosi, sia i carcerati che i forestieri di passaggio: per dirla in breve egli si prende cura di tutti coloro che si trovano nel bisogno»
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!