06.05.2023 SABATO 4 SETTIMANA DI PASQUA – GIOVANNI 14,7-14 “Chi ha visto me, ha visto il Padre”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 14,7-14

+ In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

l testo del vangelo di oggi è la continuazione di quello di ieri. Tommaso aveva chiesto “Signore, non sappiamo dove vai. Come possiamo conoscere la via?

Gesù risponde “Io sono la via, la verità e la vita! Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscete anche il Padre. Fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”.

Questa è la prima frase del vangelo di oggi. Gesù parla sempre del Padre, perché era la vita del Padre che appariva in tutto ciò che diceva e faceva.

Questo riferimento costante al Padre provoca la domanda di Filippo, che chiede “Mostraci il Padre e ci basta“.

La domanda di Filippo esprime il desiderio che appartiene ad ogni uomo “…Tutta la terra desidera il tuo Volto”, leggiamo in un’antifona liturgica, del sacerdote cattolico e teologo Luigi Giussani.

Apro una piccola parentesi e mi chiedo quanto sia importante avere qualcuno al quale consegnare le domande più profonde del cuore, quelle che mostrano i limiti oggettivi della ragione.

E quanto sia importante incontrare un educatore che non esalta il dubbio, come oggi si usa, o non invita genericamente a cercare ma accende la luce che rischiara il cammino.

Ma torniamo a Filippo. Egli non interroga la sua coscienza né rivolge la sua domanda alle stelle. Egli la pone a Gesù, chiede a Lui di indicargli la strada.

E questo era anche il desiderio dei discepoli, il desiderio di molte persone delle comunità del Discepolo Amato ed è il desiderio di molta gente oggi: come fa la gente per vedere il Padre di cui tanto parla Gesù?

La risposta di Gesù è molto bella ed è valida fino ad oggi “Filippo, da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto! Chi ha visto me ha visto il Padre“.

La gente non deve pensare che Dio è lontano da noi, distante e sconosciuto. Chi vuole sapere come e chi è Dio Padre, basta che guardi Gesù.

Lui lo ha rivelato nelle parole e nei gesti della sua vita “…il Padre è in me ed io sono nel Padre“.

Attraverso la sua obbedienza, Gesù si è identificato totalmente con il Padre. Lui faceva ogni momento ciò che il Padre gli mostrava di fare (Gv 5,30; 8,28-29.38).

Per questo, in Gesù tutto è rivelazione del Padre e i segni o le opere che compie, sono le opere del Padre.

Per questo in Gesù e per Gesù, Dio sta in mezzo a noi.

Gesù, quindi, ci svela il volto del Padre. Non abbiamo bisogno di cercare altrove o di interrogarci sulla natura di Dio: seguiamo gli insegnamenti del Maestro Gesù.

Egli parla di Dio come un Padre con verità perché lui e il Padre sono una cosa sola, perché in Gesù abita pienamente la divinità.

Ecco allora che il Dio sconosciuto e inaccessibile si è pienamente manifestato in Cristo.

Il Dio inaccessibile e lontano, che nessuno conosce, è venuto in mezzo a noi, ha preso il volto e il corpo di Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazareth.

Solo Lui può rispondere alla sete di verità che attraversa l’umanità di tutti i tempi e di tutti i luoghi.

La vita di Gesù, parole ed opere, riflette senza ombre la luce divina.

La storia in Lui tocca il suo culmine ma nello stesso tempo trova un nuovo inizio, come scriveva Giovanni Paolo II:

  • Gesù Cristo è il nuovo inizio di tutto: tutto in lui si ritrova, viene accolto e restituito al Creatore dal quale ha preso origine” (Tertio Millennio Adveniente, n.6).

E in questo nuovo inizio, ogni uomo è chiamato a riconoscere nel volto di Gesù, quello di Dio Padre ed a mostrarlo ai fratelli che incontra, nei gesti di carità che saprà realizzare.

È l’apostolo Giovanni quello che indica la strada “…nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi” (1Gv 4,12).

Per cui ogni gesto di carità diventerà quella luce che lascerà intravvedere qualcosa del mistero divino.

Gesù ci rivela il “Deus absconditus”, il Mistero di Dio, con la sua persona, le sue parole e i suoi gesti…

E qual è la dimensione profonda, costitutiva di questa rivelazione?

È l’amore incondizionato, è la compassione, l’attenzione, l’accoglienza, la premura, la cura, la guarigione, il perdono, la fiducia, l’incoraggiamento alle persone…

L’incontro con Gesù di Nazareth è l’incontro con Dio, un incontro da riscoprire e vivere in continuità, perché non diventi statico, istituzionale, definito in schemi religiosi; un incontro che coinvolge nell’attuare le parole e i gesti di Gesù nella nostra vita, nella storia.

Ma soprattutto nell’incontro con le persone, a cominciare da quelle da lui stesso indicate come sua incarnazione permanente nella storia: quelle che hanno fame e sete; che sono denudate di vestiti e di dignità; quelle ammalate e quelle carcerate, quelle immigrate…

Non si può credere nel Dio che non si vede quando si è indifferenti nei confronti dei fratelli che si incontrano.

Mistero e concretezza, terra e cielo, silenzio e parola, preghiera e azione, dubbio e affidamento, soprattutto affidamento: pare siano queste non solo le strade, ma i contenuti di una fede umile e sempre in ricerca.

Il compianto Papa Benedetto XVI’ nella sua Udienza generale del 16 gennaio 2013, ebbe a dire:

  • “«Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). In questa espressione si racchiude sinteticamente la novità del Nuovo Testamento, quella novità che è apparsa nella grotta di Betlemme: Dio si può vedere, Dio ha manifestato il suo volto, è visibile in Gesù Cristo…

Qualcosa di completamente nuovo avviene…con l’Incarnazione.

La ricerca del volto di Dio riceve una svolta inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere: è quello di Gesù, del Figlio di Dio che si fa uomo.

In Lui trova compimento il cammino di rivelazione di Dio iniziato con la chiamata di Abramo, Lui è la pienezza di questa rivelazione perché è il Figlio di Dio, è insieme «mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione” (Cost. dogm. Dei Verbum, 2), in Lui il contenuto della Rivelazione e il Rivelatore coincidono.

Gesù ci mostra il volto di Dio e ci fa conoscere il nome di Dio…

Il desiderio di conoscere Dio realmente, cioè di vedere il volto di Dio è insito in ogni uomo, anche negli atei.

E noi abbiamo forse inconsapevolmente questo desiderio di vedere semplicemente chi Egli è, che cosa è, chi è per noi.

Ma questo desiderio si realizza seguendo Cristo, così vediamo le spalle e vediamo infine anche Dio come amico, il suo volto nel volto di Cristo.

L’importante è che seguiamo Cristo non solo nel momento nel quale abbiamo bisogno e quando troviamo uno spazio nelle nostre occupazioni quotidiane, ma con la nostra vita in quanto tale.

L’intera esistenza nostra deve essere orientata all’incontro con Gesù Cristo all’amore verso di Lui; e, in essa, un posto centrale lo deve avere l’amore al prossimo, quell’amore che, alla luce del Crocifisso, ci fa riconoscere il volto di Gesù nel povero, nel debole, nel sofferente.

Ciò è possibile solo se il vero volto di Gesù ci è diventato familiare nell’ascolto della sua Parola, nel parlare interiormente, nell’entrare in questa Parola così che realmente lo incontriamo, e naturalmente nel Mistero dell’Eucaristia”.

E vorrei concludere con questo passo di Gesù “…se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli: conoscerete la verità”.

La parola odierna ci invita a metterci sotto lo sguardo di Cristo verità, immagine del Padre.

Come è possibile contemplare il volto del Padre se non rimanendo in ascolto del Maestro che ce lo rivela?

Quanto più rimaniamo in Cristo, nella sua amicizia, assumendo i suoi sentimenti di umiltà e di compassione per l’umanità, tanto più potremo conoscere il volto di Dio Padre di misericordia, lento all’ira e grande nell’amore.

Così potremo partecipare del privilegio di comunione col Padre nel Figlio, nel cui nome qualsiasi cosa chiederemo abbiamo speranza di ottenerla.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!