06.03.2024 – MERCOLEDI’ 3′ SETTIMANA DI QUARESIMA B – MARCO 5,17-19 “…non passerà un solo iota”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 5,17-19

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Siamo nel contesto del discorso della montagna, discorso che sorprende le l’autorità.

Gesù comunica loro con vigore le esigenze di una vita segnata dall’essere figli di Dio e dalla fraternità verso tutti.

Gesù partendo da Mosè che dona la Legge sul monte Sinai (Es 24,9), fa capire il precetto della legge ebraica.

E QUESTO LO FA DA MAESTRO, QUAL E’.

La sua posizione – seduta – ricorda l’atteggiamento del rabbi ebraico che interpreta la Scrittura ai suoi discepoli.

Gesù stesso aveva dato l’autorità di estrarre dal loro «tesoro cose nuove e cose antiche».

Il messaggio di Gesù in questo inizio si concentra sulla felicità in senso biblico, che pone l’uomo nel giusto rapporto con Dio e, di conseguenza, con la totalità della vita: una felicità legata alla realtà stessa del regno dei cieli. In una seconda parte viene sviluppato il tema della «giustizia» del regno dei cieli (5,17-7,12).

L’evangelista Matteo descrive per noi Gesù pienezza della legge perché egli è la parola definitiva del Padre (Eb 1,1).

Paolo ci dice che “chi ama il suo simile ha adempiuto la legge… Pieno compimento della legge è l’amore” (Rm 13,8-10).

Matteo è un ebreo e scrive il suo Vangelo per una comunità di ebrei che hanno seguito il maestro, ma che ancora sentono di appartenere profondamente al popolo ebraico.

Quando Gesù raccomanda di non trasgredire nessuna prescrizione della Legge si avverte la preoccupazione di Matteo che intravvede il rischio di rappresentare Gesù come uno che si contrappone all’esperienza di Israele.

Ma così non è, perchè Gesù, come dice espressamente, è venuto per portare a compimento o, meglio, per riportare all’origine, l’alleanza tra Dio e il suo popolo.

Affermando così, come i rabbi, che la Legge nessun uomo potrà cambiarla perché voluta da Dio e protetta da Dio.

Non un solo iòta passerà della Legge. Lo iòta è la lettera dell’alfabeto greco che sta per la lettera ebraica yod, il più piccolo dei caratteri ebraici.

Ma la Legge data da Dio costituisce un Patto che è stato stravolto aggiungendo, alle poche e chiare indicazioni di Dio, una selva infinita di prescrizioni e norme derivanti dalla tradizione umana.

Norme che Gesù contesterà pubblicamente nel durissimo discorso della montagna in cui difende a spada tratta l’intuizione originale di quelle parole.

Di questa NUOVA ED ETERNA ALLEANZA distingue quanto davvero proviene da Dio e quanti, furbescamente, è stato aggiunto dai devoti di ieri e di oggi.

E IL MAESTRO DI NÀZARETH, NON DISTRUGGE LA LEGGE, MA LA RICOLLOCA ALLA SUA ORIGINE, OVVERO NEL SOGNO DI DIO.

Amare significa anche indicare, sostenere, correggere ed è esattamente ciò che Dio fa con ciascuno di noi.

Ciò che propone il vangelo non è una gabbia di regole, e molti ancora vivono così la fede, ma neppure il caos dell’anarchia.

Quindi il Signore ci invita a seguire con estrema fedeltà la legge di Dio, cioè la sua volontà manifestata NELLA SUA PAROLA.

Perchè è venuto a compiere la legge antica: non solo riconosce ai precetti dell’Antico Testamento tutta la loro importanza, ma realizza nella sua persona ciò che i profeti avevano annunciato.

Gesù non è venuto ad abolire la legge, che in sè è buona, perchè comanda ciò che fa crescere la vita e vieta ciò che la diminuisce.

Il Figlio dell’Uomo non è venuto ad abolirla, perchè sarebbe stato come stravolgere il bene in male e viceversa.

Ma è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge dandole la possibilità di superarsi raggiungendone il fine.

Non abolisce quanto stabilito o promesso prima, ma “compie pienamente”.

Si tratta solo di capire che cosa significa questo «pieno compimento»?

Innanzitutto vuol dire realizzare.

E, in questo contesto, quello che anticamente era solo figura (sacrificio, tempio, popolo di Dio) ORA DIVENTA REALTÀ NELLA SUA PERSONA E NEL SUO CORPO, FISICO E MISTICO.

E dal momento della sua INCARNAZIONE, il suo sacrificio è un atto di amore supremo, IN CUI SACERDOTE E VITTIMA COINCIDONO E CHE SI COMPIE SULL’ALTARE DEL CUORE, COME ATTO DI SOMMA LIBERTÀ.

Non è più ripetibile, MA È RI-PRESENTABILE, perché essendo atto di amore perfetto non passa più.

Il tempio non è più un luogo terreno, ma è il suo corpo, che rimane sulla terra come la sua permanente presenza, il suo Corpo mistico, cioè misterioso.

Ma “compiere” vuol dire anche “adempire” tutte le promesse contenute nel messaggio profetico.

E questo è un compimento perfetto, che và ben al di là di ciò che DIO PADRE ha materialmente promesso, ma compie le promesse «al di là di ogni desiderio e di ogni merito».

L’ANTICO TESTAMENTO VA DUNQUE ACCOLTO E CUSTODITO CON ONORE.

E va interpretato alla luce del Nuovo, cioè alla luce della Persona di Gesù risorto e vivo e della sua Chiesa, e dopo averlo interpretato, deve essere TESTIMONIATO NELLA VITA QUOTIDIANA, cioè “compiuto” in ciascuno di noi.

È commovente leggere, dopo alcuni particolari del racconto della passione fatto da Giovanni, quali la tunica tirata a sorte, il colpo di lancia del centurione, queste parole “…Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura”.

Secondo l’Antica Alleanza, la legge data a Mosè è strettamente legata ai profeti che annunciano il Messia: non si tratta di un codice giuridico freddo e astratto, ma di comandamenti d’amore che Dio dà al suo popolo perché viva.

Secondo la Nuova Alleanza, i comandamenti di Gesù nel Vangelo non possono essere separati dalla sua presenza nella Chiesa e dallo Spirito Santo, che, diffuso nei nostri cuori, ci rende partecipi della vita stessa della Santa Trinità.

Fratelli e Sorelle, tutti coloro che brillarono di vivissima luce NELL’ANTICA LEGGE, splendettero proprio per aver tradotto in vita i suoi precetti.

Se questa legge fosse stata malvagia, oppure avesse avuto un autore diverso da Dio, Cristo, alla sua venuta, non l’avrebbe realizzata.

Se egli avesse accondisceso a compierla soltanto per attirare i giudei e non per mostrare l’identica origine e l’affinità tra l’antica e la nuova legge, perché allora non avrebbe cercato anche di perfezionare le leggi e i costumi dei gentili, per attrarli nello stesso modo?

Così è del tutto evidente che, se la legge antica ha cessato di salvare gli uomini, non è perché essa sia stata malvagia, ma perché è venuto il tempo in cui i precetti debbono essere più elevati.

Se l’antica è meno perfetta della nuova, ciò non significa che essa sia malvagia: se così fosse, nella sua condanna ricadrebbe ugualmente anche la seconda.

E, infatti, se si paragona la conoscenza che noi ora abbiamo della LEGGE NUOVA, con la conoscenza che possederemo nella vita futura, quella attuale risulta parziale e imperfetta e certamente scomparirà quando sopravverrà quella del cielo.

Quando sarà venuto ciò che è perfetto – dice Paolo di Tarso – sarà abolito ciò che è imperfetto (1Cor 13,10): questo accadde alla legge antica, quando giunse la nuova.

Ma per lo stesso motivo, non dovremo disprezzare la legge nuova, per il fatto, cioè, che essa deve cessare quando saremo nel cielo, perchè, ancora una volta, nell’eterno divenire «….ciò che è imperfetto sarà abolito».

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!