06.01.2024 SABATO EPIFANIA DEL SIGNORE – MATTEO 2,1-12 “…andate e informatevi accuratamente sul bambino”,
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perché io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 2,1-12
+ Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore
Mediti…AMO
Oggi è grandissima festa e mai ne penetreremo a sufficienza lo splendore: è l’Epifania del Signore.
Epifania è una parola che viene dal greco e vuol dire “manifestazione“.
In questo giorno celebriamo infatti la certezza che il Signore Dio manifesta il suo Amore ad ogni persona, cioè si fa vedere e conoscere agli uomini e alle donne di ogni parte del mondo.
Scriverà Paolo di Tarso, che “…si è manifestata la misericordia e l’amore di Dio per gli uomini”.
Questa è la Epifania che celebriamo: LA RIVELAZIONE DI DIO NELLA CARNE UMANA, CIOÈ LA RIVELAZIONE DELL’INTERESSE E DELL’AMORE DI DIO PER L’UOMO.
E la pericope evangelica odierna, ci offre il bel racconto del percorso dei magi, che vengono da lontano, perché vogliono cercare e accogliere, amare e adorare il Signore Gesù.
Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “…il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero.
L’evangelista si riferisce alla profezia di Balaam, nel libro dei Numeri, al capitolo 24, dove si legge “un astro sorge da Giacobbe”, una stella, “e uno scettro si eleva da Israele”.
Era la profezia con la quale si indicava prima il re Davide e che poi, era passata ad indicare il Messia, quindi l’evangelista vuol dire che questa è la stella che indica il segno divino della nascita del Messia.
E questa stella ha guidato questi tre uomini misteriosi, che vengono da lontano, al seguito di una stella, scrutando il cielo, nelle tiepide notti orientali.
Tre uomini che non hanno avuto paura di intraprendere un viaggio per terre ignote, perchè si erano arresi a un richiamo dell’Oltre.
Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero.
Ma dobbiamo anche ricordare che, nella notte di Natale Gesù si è manifestato ai pastori, uomini d’Israele, anche se tra i più disprezzati; furono loro i primi a portare un po’ di calore in quella fredda stalla di Betlemme.
Ora giungono i magi dal lontano Oriente e anch’essi possono vedere quel Bambino.
I pastori e i magi, molto diversi tra loro, hanno però una cosa in comune: IL CIELO.
I pastori non si mossero PERCHÉ ERANO BUONI, ma perché alzando gli occhi al cielo videro gli angeli, ascoltarono la loro voce ed obbedirono.
Così pure i magi.
Non lasciarono la loro terra per chissà quale strano desiderio.
Certo, speravano e attendevano un mondo diverso, più giusto, e per questo scrutavano il cielo: ed è per questo che vedendo una “stella“, fedelmente la seguirono.
Fratelli e Sorelle, Pastori e Magi, suggeriscono che per incontrare Gesù è necessario alzare lo sguardo da se stessi, e non restare incollati alle proprie sicurezze e alle proprie abitudini.
Ma occorre scrutare le parole e i segni che il Signore pone lungo il nostro cammino.
Per i magi, come del resto per i pastori, non fu tutto chiaro fin dall’inizio.
L’evangelista, non a caso nota che la stella, ad un certo punto scomparve.
Ma ci dice anche che, alla sua scomparsa, quei pellegrini non si persero d’animo, perchè, il loro desiderio di salvezza non era superficiale e neppure banale, e la stella aveva davvero toccato in profondità il loro cuore.
Ma dobbiamo anche sottolineare anche un altro particolare.
I Magi che vengono da oriente non sono definiti espressamente “re” dal Vangelo di Matteo.
È stata la tradizione e la riflessione successiva ad attribuire loro tale titolo regale.
Al di là dell’attendibilità storica della questione, la regalità dei Magi non è in primo piano nel mistero dell’Epifania: COLUI CHE VIENE ACCLAMATO RE, SUL TRONO IMPROVVISATO DI UNA CAPANNA, È SOLTANTO GESÙ.
A Gesù vengono donati i simboli della regalità, insieme divina e umana.
Soprattutto offrono a Gesù, la grande gioia di aver trovato il tesoro che la loro anima cercava da tempo.
Perchè essi sono veri sapienti e puri di cuore, per questo vedono Dio.
Sembrano anticipare quello che il piccolo Messia, divenuto adulto, proclamerà come meravigliosa Beatitudine “…beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.
Ecco allora che la regalità, resta invece per i Magi, l’apice di un curriculum tutto interiore, che inizia con quell’esperienza sconvolgente, che è la conversione, dal loro modo di vedere la regalità, all’immagine del Re che hanno visto su una mangiatoia.
Non era certo quello il re che, nella loro sapienza trapuntata di sogni, si aspettavano.
Da allora, durante il viaggio di ritorno a casa e per il resto della loro vita, non hanno fatto altro che abbassarsi di fronte a Dio, sempre più giù fino a rispecchiarsi in quel bambino, che appena nato, povero, inerme, già governava il mondo.
Tanto che, Matteo aggiunge nel suo Vangelo “…entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”.
Fratelli e Sorelle, dobbiamo capire che, il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo.
- “Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio“(Is 60,4).
La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la storia della fede di ognuno di noi.
Dio ha squarciato i cieli ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, perchè gli uomini potessero provare la gioia del vedere il Cristo di Dio, dell’adorarlo e dell’offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio.
La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di darsi a Dio.
- “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”.
Fratelli e Sorelle, certamente il Signore non è avaro di segni: QUANDO I MAGI LASCIARONO GERUSALEMME, LA STELLA RICOMPARVE, “ed essi provarono una grandissima gioia”, nota l’evangelista.
A noi, che ci autocondanniamo ad essere guide di noi stessi, e a sentirci adulti e indipendenti ad ogni costo, VIENE RUBATA LA GIOIA DI AVERE LA “STELLA”.
Ma è ovvio che troviamo anche un sollievo nel vedere una stella, ovvero nel sentirsi guidati e non abbandonati a se stessi e al proprio destino.
La corsa sfrenata verso l’autosufficienza, la testarda convinzione di credere solo a se stessi, non portano consolazione, MA SOLO TIMORE E PAURA, DUREZZA E TRISTEZZA.
I magi ci esortano a riscoprire la gioia di dipendere da quella stella, che è Cristo, che è anzitutto il Vangelo, la Parola del Signore, come dice il salmo:
- “La Tua parola è lampada ai miei passi e luce sul mio cammino”(Salmo 119).
La luce del Vangelo ci conduce verso quel Bambino, ma senza vedere, senza leggere, senza seguire la stella del Vangelo, non è possibile incontrare Gesù.
I magi terminarono il loro viaggio quando la stella si fermò e “videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono“.
E, in questo episodio, non c’è solo il significato di Cristo, ma anche quello della Chiesa.
La pagina dei Magi è una solenne dichiarazione di missionarietà e di universalismo.
Questa è la Epifania che celebriamo: LA RIVELAZIONE DI DIO NELLA CARNE UMANA, CIOÈ LA RIVELAZIONE DELL’INTERESSE E DELL’AMORE DI DIO PER L’UOMO.
Infatti, in questa pericope, vediamo il racconto del percorso dei magi, che vengono da lontano, perché vogliono cercare e accogliere, amare e adorare il Signore Gesù.
E il loro lungo viaggio, la loro ricerca instancabile, la conversione del loro cuore sono realtà che parlano di noi e ci riportano alla conclusione dell’intero Evangelo “…andate e istruite tutte le genti…” (Mt. 28,18-20 “18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»”).
Fratelli e Sorelle, mai dobbiamo dimenticare che noi possiamo vedere la stella nella Dottrina e nei Sacramenti della Chiesa, nei segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme, costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore.
Un Padre della Chiesa, SANT’IRENEO Vescovo di Lione, ha scritto:
- “Quale novità ha portato il Figlio di Dio, venendo nel mondo? Ha portato ogni novità, portando se stesso”
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!