05.12.2023 – MARTEDI’ 1^ SETTIMANA DI AVVENTO B C– LUCA 10,21-24 “…Ti rendo lode o Padre”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 10,21-24
+ In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore
Mediti…AMO
Proseguendo nel cammino della nostra preparazione alla nascita del Signore, la Chiesa ci propone un Vangelo nel quale Luca ci riporta una preghiera di Gesù piuttosto rara.
Egli, infatti, è l’Evangelista più attento a cogliere il Maestro in preghiera, ma non ci riporta quasi mai i contenuti di essa.
Qui è una di quelle rare volte che veniamo a conoscerli.
Si tratta di una preghiera esultante di gioia e di lode in presa diretta con il Padre.
Per questo dai Padri della Chiesa antica essa veniva chiamata anche IUBILUM, cioè grido di giubilo.
Il rabbì di Nazareth sapeva per diretta conoscenza di causa che quelli che avrebbero dovuto riconoscere il Messia con più facilità – gli scribi e i dottori della Legge (i dotti e i sapienti del suo tempo) – non erano riusciti nell’impresa.
Al contrario, egli fa notare, sono in realtà i piccoli, i poveri, i semplici (come i suoi discepoli) a capire chi è Gesù e a seguirlo.
E Gesù, inondato dal gaudio dello Spirito, loda suo Padre per aver scelto i piccoli, A CUI RIVELARE IL SUO MISTERO D’AMORE, nascondendo i misteri del regno di Dio ai sapienti e ai dotti.
Iniziando il nostro cammino in questo Avvento, che ancora una volta il Signore ci concede, è particolarmente importante rinnovare il nostro stupore dinanzi al Messia che ci porta la salvezza: Dio viene in mezzo a noi e ci chiama a fare parte della sua famiglia.
Ecco allora che scoprire la Sua presenza nella nostra storia e nella nostra vita personale richiede l’apertura del cuore all’Amore, alla Fiducia in Dio, che non ci abbandona mai e vuole essere vicino a ciascuno di noi.
Facendosi bambino, Dio si presenta a noi come una creatura da amare, da rispettare e da accogliere.
E solo ricevendo Dio nella forma di un indifeso bambino, noi saremo capaci poi di aprirci anche all’amore delle creature umane, soprattutto di quelle più povere e deboli.
All’inizio il testo può richiamare la nostra attenzione perché Gesù si compiace del fatto che suo Padre non abbia mostrato queste cose “ai sapienti e ai dotti”.
La preferenza che Dio ha per i piccoli, ci dice che, solo nella misura in cui ci facciamo così anche noi, il Signore potrà parlare al nostro cuore.
Chi basta a se stesso, non lascia spazio sufficiente ad ospitare LA PAROLA DI UN DIO CHE SI RIVOLGE SOLO A CHI GLI LASCIA CAMPO E PREPARA IL TERRENO, A CHI È DOCILE E SA ASCOLTARE CON UN CUORE CONFIDENTE.
E, i piccoli sono quelli che lasciano che Dio gli parli, non si preoccupano per nulla di sé, ma si affidano completamente ai loro genitori, così come la sapienza ci porta a stimare e gustare unicamente Dio.
Solo i piccoli possono esultare benedicendo Dio. Solo loro, infatti, riconoscono le grandi opere di Dio e non se ne appropriano.
Gesù fa parte del popolo dei piccoli che riconosce a Dio l’origine di ogni bene “…tutto mi è stato dato dal Padre mio” (Lc 10,22a).
Gesù vede i piccoli, i disprezzati, per la loro inconsistenza economica, culturale e religiosa, diventare primi, destinatari della rivelazione del Padre, i suoi confidenti ed esulta.
Il Signore rende lode al Padre perché rivela le grandi realtà a coloro che sono umili e non presumono della loro intelligenza, ma hanno sempre la mente e il cuore aperti al mistero divino.
E’ SOLO LA FEDE AIUTA LA NOSTRA INTELLIGENZA A NON CHIUDERCI NEL NOSTRO MONDO TERRENO E MATERIALE, E CHE CI APRE ALLE INFINITE ALTEZZE E AGLI IMMENSI SPAZI DEL MONDO SPIRITUALE.
E ci fa capire che solo Gesù è l’unica via per arrivare al Padre e solo Lui può condurre l’uomo alla verità e alla gioia di stare con Dio per sempre.
Accettare il mistero divino non significa sminuire la propria intelligenza, ma significa accettare LA PRESENZA DEL DIVINO NELLA NOSTRA VITA, E LASCIARE CHE LA LUCE DIVINA SI RIVERBERI NELLA NOSTRA MENTE E LA ILLUMINI IN PIENEZZA.
Accogliere la Parola di Dio significa, allo tempo, mettersi all’ascolto e realizzare il messaggio evangelico.
È la gioia del Magnificat, di vedere gli schiacciati rimessi in piedi, gli affamati colmati… e i ricchi, i sazi rimandati a mani vuote, perché imparando la povertà possano anch’essi lasciarsi colmare da Dio.
Nel Vangelo, IL POVERO NON È COLUI CHE DIO COLMA PERCHÉ POSSA GIUNGERE AL LIVELLO DEL RICCO.
MA È PIUTTOSTO IL RICCO CHE È CHIAMATO A RAGGIUNGERE IL LIVELLO DEL POVERO;.
Non è l’ignorante che il sapiente deve istruire, ma il maestro da cui il preteso sapiente può imparare.
Non è l’impotente cui il potente trasmette un po’ di potere ma è la vera forza di cambiamento del mondo, da cui il potente può imparare la vera efficacia trasformatrice della storia.
Invece, quelli che faticano ad essere bambini, che considerano più interessante il loro parlare, le proprie impressioni e i propri punti di vista, chiudono irrimediabilmente il proprio cuore alla venuta del Signore.
E COSÌ NON RIESCONO A CAPIRE CHE GESÙ È IL SOLO VERO, PERFETTO PONTE, ATTRAVERSO IL QUALE:
- DIO SCENDE CON LA SUA GRAZIA, VERITÀ, SPIRITO SANTO SULLA TERRA
- E LA TERRA GIUNGE AL CIELO REDENTA, ELEVATA, SANTIFICATA.
Senza questo unico e solo ponte, CIELO E TERRA NON POSSONO COMUNICARE la vera salvezza dell’uomo.
PURTROPPO, DOVE CRISTO NON REGNA, NEANCHE LA SALVEZZA REGNA.
Questa FEDE urge che oggi diventi cuore, mente, desiderio, volontà, spirito, anima, corpo di ogni discepolo di Gesù, in modo che LUI poi diventi vero albero di fede per ogni altro uomo.
SE IL DISCEPOLO NON INDOSSA QUESTA PURISSIMA FEDE, LA SUA MISSIONE SULLA TERRA E’ VANA.
Il regno di Dio che si realizza nel tempo e che si completerà alla fine dei tempi capovolgerà i valori e le realtà umane, favorendo soprattutto i poveri di Dio, cioè chi è convinto della propria pochezza e nullità e che si lascia colmare dalla sapienza di Dio.
Gli umili e i semplici sono in comunicazione con Dio, e Gesù ci assicura che essi «vedranno Dio».
Fratelli e Sorelle, l’avvento è allora il tempo che ci fa prendere consapevolezza dell’immenso dono che abbiamo ricevuto, della gioia che portiamo nel cuore, del bene che ci è stato donato.
Un bene ricevuto e che ancora possiamo ricevere, un dono che cresce anno per anno, di luce in luce, DI GRAZIA IN GRAZIA.
E ricordiamoci sempre che non è complicato conoscere Dio.
È RICHIESTO SOLO UN CUORE TRASPARENTE E UMILE, UN CUORE CHE SAPPIA PORSI CON STUPORE DINANZI AL MISTERO DELLA VITA.
Beati noi che abbiamo conosciuto il Signore Gesù, il vero, il solo, l’unico Rivelatore del Padre.
L’UNICO, IL SOLO, IL VERO DATORE DELLA SUA GRAZIA E VERITÀ.
La salvezza sta in questa accoglienza di Cristo, quale unico Mediatore tra il Padre e l’intera umanità.
E chi accoglie questa verità, conosce Dio.
Ma chi non l’accoglie, mai potrà conoscere il Signore, perchè conoscerà e adorerà un falso Dio e un falso Signore.
E, miserabile tra oi miserabili, costruirà una falsa umanità.
Beati noi, invece, che abbiamo visto la presenza di Cristo nel manifestarsi dei giorni.
Beati noi che crediamo senza avere visto!
Una teologa, biblista, austriaca, vivente, IRMTRAUD FISCHER, docente di Antico Testamento alla Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Graz e presso la Facoltà valdese di teologia di Roma, ha scritto:
- “La meraviglia per l’infinita bellezza della tua opera, Signore, mi slarga gli occhi; con lo sguardo spalancato alla novità di un bambino mi affido alle tue mani. Ti vedo in ogni angolo della mia vita, tutto è un ricamo prezioso intessuto dalle tue mani sapienti. Ogni piccolo punto contribuisce alla splendida lavorazione del ricco tessuto della mia esistenza.”
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!