«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 10,1-12
+ In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore
Mediti…AMO
Quando Luca ricorda e racconta questa pagina del suo vangelo, ha davanti a sé la fervente missione dei primi cristiani che andavano di città in città nel bacino del Mediterraneo, annunciando con un certo successo la buona notizia.
SÌ, È IL KÝRIOS, IL SIGNORE CHE AGISCE CON POTENZA, per questo anche nel racconto l’evangelista designa Gesù appunto con questo titolo.
Il nostro brano è posto all’interno del viaggio verso Gerusalemme, ed è strettamente legato all’invio dei Dodici, che Gesù ha compiuto in Luca 9,1-6.
E l’invio dei Dodici era prefigurazione dell’invio degli apostoli al popolo di Israele.
MENTRE L’INVIO DEI 70/72 PREFIGURA LA MISSIONE UNIVERSALE DI TUTTA LA CHIESA.
Questa prospettiva universale della missione può essere colta grazie alla presenza nel brano di alcuni elementi caratteristici:
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l’immagine della messe abbondante (v. 2): nell’Antico Testamento è immagine del giudizio finale di Dio su tutti i popoli.
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il ricordo delle città di Sodoma (v. 12), città simbolo dei pagani.
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il numero simbolico di 70 o 72. Da dove viene questo numero? Può riferirsi a Gn 10: l’elenco dei popoli, la discendenza dei figli di Noè. Il loro numero (70 per la Bibbia masoretica, 72 per la Bibbia dei LXX) simbolizza il mondo pagano. Oppure può provenire da Nm 11,24-30: Jahvè ha dato lo spirito profetico ai 70 anziani scelti da Mosè, ma anche a due uomini che erano rimasti nell’accampamento, in totale dunque 72 uomini.
Ma veniamo al versetto che riporta la prima frase pronunziata da Gesù: “…la messe è molta, ma gli operai sono pochi“.
Se consideriamo che gli uomini sulla Terra sono circa otto miliardi, è chiaro che per una messe così abbondante gli operai sono davvero pochi, specialmente se pensiamo ai sacerdoti.
DOBBIAMO DUNQUE PREGARE IL SIGNORE DI MANDARE OPERAI NELLA SUA MESSE, PREGARLO PERCHÉ ILLUMINI LA STRADA A COLORO CHE EGLI CHIAMA E DIA LORO LA FORZA DI RISPONDERE.
Questa affermazione si trova pari pari in Matteo 10,37, risale quindi alla fonte che Matteo e Luca avevano in comune (fonte detta Q).
L’immagine della messe numerosa o matura è utilizzata dai profeti e dall’ambiente apocalittico per parlare del giudizio finale verso tutte le nazioni (Gl 4,13) o di Israele (Is 27,12): giorno di salvezza, giorno temibile.
Anche Gesù parla del giorno del giudizio come di una mietitura quando spiega la parabola della zizzania (Mt 13,36-43).
In questo brano di Luca però le messi mature indicano una nuova prospettiva: RAPPRESENTANO IL GRANDE CAMPO DELLA MISSIONE UNIVERSALE: I POPOLI NUMEROSI AI QUALI PORTARE IL VANGELO, IN OPPOSIZIONE AL NUMERO SEMPRE ESIGUO DEGLI EVANGELIZZATORI.
PERÒ LA LORO MISSIONE RIMANE PUR SEMPRE UN «AFFARE» DI DIO: MEDIANTE LA LORO PREGHIERA I DISCEPOLI VENGONO COINVOLTI IN QUESTO AFFARE, ANNUNCIARE LA SALVEZZA A TUTTI.
Ma vorrei fermarmi anche su un altro argomento che ritengo sia fondamentale affrontare prima di parlare della pericope evangelica odierna.
PERCHÉ DI CIO’ CHE LEGGEREMO nel LIBRO DEL PROFETA NEEMIA (Ne 8,1-4.5-6.7-12), che io amo in modo particolare, ci viene indicato ciò che dovremmo fare noi che siamo chiamati a “spezzare” LA PAROLA DI DIO.
E al contempo, dal canto opposto, ci fa vedere COME DOVREBBE ESSERE ACCOLTA LA PAROLA CHE DIO CI RIVOLGE, DAGLI UOMINI CHE ASCOLTANO.
E, mi sembra, DI TUTTO CIO’ NOI OGGI NE ABBIAMO ESTREMO BISOGNO.
È un brano da tener sempre presente, nel quale si dice che al ritorno dall’esilio, nel corso di una grandiosa cerimonia, veniva portata a conoscenza del popolo, che non vi era stato educato, LA LEGGE DEL SIGNORE.
LE DIFFICOLTÀ NON ERANO POCHE, SOPRATTUTTO QUELLA DELLA LINGUA, PERCHÉ NEGLI ANNI DI ESILIO ESSI AVEVANO PARLATO ARAMAICO E LA LEGGE DI MOSÈ È SCRITTA IN EBRAICO.
Era quindi necessario non solo leggere, ma tradurre e trovare un sistema per rendere la legge intelligibile al popolo.
Ed ecco come si procedeva:
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“I leviti spiegavano la legge al popolo… Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura”.
Questo riempiva la gente di commozione e di gioia:
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“Tutto il popolo partì per far festa, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate”.
Ed è proprio così: QUANDO C’È UN CONTATTO DIRETTO CON LA PAROLA DEL SIGNORE, ESSA DIVENTA MOTIVO DI FESTA, DI LETIZIA E DI VITA PER TUTTO IL POPOLO.
E ci insegna quindi che ogni Ministro della Chiesa, meditando e insegnando le Scritture, ha il dovere di rendere possibile questa festa, questa vita, questa gioia.
E DEVE FARLO PREPARANDO LA PREDICAZIONE, SPIEGANDO BENE LA PAROLA DI DIO, AFFINCHÉ LA PREDICAZIONE POSSA ESSERE PIÙ FEDELE A QUESTA DIVINA PAROLA E PERCIÒ PIÙ FRUTTUOSA.
In questo modo contribuiscono all’istruzione del popolo, alla sua gioia, al suo carattere veramente cristiano.
“La gioia del Signore è la vostra forza” dice il Profeta Neemia al popolo di Dio.
È il congedo che io uso sempre, ogni volta che prendo parte alla Celebrazione Eucaristica.
LA FORZA E LA GIOIA VENGONO DALLA PAROLA DI DIO CHE È NUTRIMENTO E LUCE, LA COSA PIÙ PREZIOSA, LA PIÙ GRANDE CONSOLAZIONE CHE ABBIAMO SULLA TERRA.
MAI DOBBIAMO DIMENTICARE CHE GESÙ CHIAMA ANCHE TUTTI I BATTEZZATI AD ANNUNCIARE IL VANGELO, A FARSI CARICO DELL’ANNUNCIO, A PRENDERSI A CUORE IL SERVIZIO ALLA PAROLA.
Noi sappiamo bene che le nostre comunità languono per assenza di missionarietà, le chiese si svuotano non perché la gente è cambiata o perché il Vangelo non perfora i cuori, MA PERCHÉ LE NOSTRE PAROLE SONO STANCHE E RIPETITIVE, LONTANE DALLA REALTÀ CHE LA GENTE VIVE QUOTIDIANAMENTE.
Se solo ascoltassimo lo Spirito e diventassimo testimoni del Signore.
Non eroi, né maestri, che ce ne sono a iosa, ma DIVENTASSIMO TESTIMONI, STUPENDI COMPAGNI DI VIAGGIO CHE HANNO QUALCOSA DA DIRE, CHE PORTANO IN SE’ UNA NOTIZIA SCONVOLGENTE, CAPACE DI TRAVOLGERE GLI ASSETTI DEL MONDO.
Il mondo grida di sete di pienezza e noi cristiani, SE DAVVERO FOSSIMO TRASFORMATI DALL’INCONTRO CON CRISTO, davvero avremmo un MESSAGGIO DIROMPENTE DA GRIDARE SUI TETTI DELLE CASE E ALLE PORTE DELLA CITTÀ.
Purtroppo troppo spesso SIAMO VUOTI ANNUNZIATORI DI UNA PAROLA ALLA QUALE NON CREDIAMO E CHE, DI CONSEGUENZA, NON CI HA TRASFORMATO.
Fratelli e Sorelle, fa luce e brilla solo chi è illuminato, e scalda i cuori solo chi brucia, perché la PAROLA DI DIO passa attraverso le nostre parole.
E l’Annuncio passa attraverso i nostri discorsi.
La Luce passa, nonostante tutto, attraverso le nostre opere.
E non dobbiamo neanche dimenticare che LA CHIESA ESISTE SOLO IN FUNZIONE DI CRISTO, SOLO PER ANNUNCIARE IL VANGELO IN ATTESA CHE IL SIGNORE TORNI NELLA PIENEZZA DEI TEMPI.
Diceva bene il Servo di Dio, don DIVO BARSOTTI (1914-2006 – Sacerdote fondatore della COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO):
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“Mi basta che vi sia uno solo che crede perché tutto sia fatto; perché basta che tu dia la possibilità allo Spirito Santo di entrare in te, di vivere in te. E’ come aprire una diga dove premono milioni e milioni di ettolitri d’acqua. Basta una piccola fessura e l’acqua ha una tale potenza da rovesciare tutto, anche muraglie di larghezza… tutto, la forza dell’acqua! Così la mia speranza in Dio, così la mia fede in Dio deve avere la capacità di rompere e spazzare via ogni tristezza, ogni scoraggiamento, ogni avvenimento, Egli mi ama! Dobbiamo cantare, ricordare dal mattino alla sera e non basta, anche di notte bisogna cantare: Dio ci ama!”
ALLORA FIDIAMOCI DI DIO… LUI VERRÀ IN NOSTRO SOCCORSO E OGNI OSTACOLO SARÀ RIMOSSO.
Ce lo ricordava Sant’Agostino “...ebbene, perché avrebbero dovuto temere d’andare tra i lupi coloro con cui c’era l’Agnello che ha vinto il lupo?”
Ha detto PETER ANDREW MARSHALL, un attore cinematografico britannico (1957 – 1986), protagonista della serie televisiva ORZOWEI, il figlio della savana, tratta dall’omonimo romanzo, dell’indimenticabile, grande Alberto Manzi:
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“La misura di una vita ben spesa non sta in quanto è durata ma in quanto si è donato”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!