… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 14,15-16.23-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore
Mediti…AMO
La liturgia di domenica scorsa si snodava tutta intorno alla figura del Cristo che avvolto da una nube ascendeva al cielo.
Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.731):
- “Il giorno di Pentecoste, al termine delle sette settimane pasquali, la pasqua di Cristo si compi nell’effusione dello Spirito Santo, che è manifestato, donato e comunicato come Persona divina: dalla sua pienezza Cristo Signore effonde a profusione lo Spirito”.
In effetti, il Mistero pasquale – la passione, morte e risurrezione di Cristo e la sua ascensione al Cielo – trova il suo compimento nella potente effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti insieme con Maria, la Madre del Signore e gli altri discepoli.
La Pentecoste è perciò la pienezza della Pasqua, ed è l’ultima tappa della storia della salvezza che porta a compimento il grande progetto di Dio Padre sull’umanità attraverso il dono dello Spirito Santo.
E allora possiamo certamente dire che la Pentecoste è la libertà del pensiero e il volo del sogno dello spirito.
È la fine di un’epoca di schiavitù e l’alba di una nuova libertà.
La Chiesa viene alla luce e continua l’opera di Gesù per mezzo dello Spirito attraverso l’Eucaristia, la Parola, i sacramenti, la preghiera e la vita cristiana.
Questa strana parola (Pentecoste), proviene dal greco antico “pentekosté”.
Per gli antichi cinquanta era il numero della pienezza di un tempo.
Mosè (nel 1500 a.C.) aveva stabilito numerose feste da celebrare durante tutto l’anno.
La Pasqua ebraica fu la prima dell’anno ebraico.
Gesù era stato crocifisso proprio nel giorno di Pasqua. Il momento della Sua morte era esattamente quello in cui venivano sacrificati gli agnelli della Pasqua ebraica, ed è stato inteso come un segno.
La seconda festa era quella delle primizie e la Legge di Mosè stabiliva che doveva essere celebrata il sabato della Pasqua, cioè “il giorno dopo” (di domenica).
Gesù è risorto domenica, quindi la Sua risurrezione coincide perfettamente con la festa delle primizie.
La risurrezione di Gesù avviene esattamente mentre si celebravano le “Primizie”, era dunque una promessa che la nostra risurrezione sarebbe avvenuta in seguito (per tutti coloro che si fidano di Lui).
La Sua risurrezione è letteralmente una “primizia”, proprio come il nome della festa profetizzata.
50 giorni dopo la domenica delle “Primizie” gli ebrei celebravano la Pentecoste (“Pente” sta per 50. Fu anche chiamato FESTA DELLE SETTIMANE per la sua ricorrenza di sette settimane dopo la Pasqua).
Gli ebrei celebravano già la Pentecoste da ormai 1500 anni, quando accadde la Pentecoste di cui ci racconta il Libro degli Atti, al capitolo 2.
La ragione per cui c’erano persone da tutto il mondo che ascoltarono il messaggio di Pietro quel giorno a Gerusalemme era che si trovavano riuniti per celebrare la Pentecoste dell’Antico Testamento.
Oggi gli ebrei continuano a celebrare la Pentecoste e la chiamano Shavuot.
Ma già al tempo di Gesù gli Ebrei avevano aggiunto alla festa di Pentecoste anche la MEMORIA DEL DONO DELLA LEGGE FATTO DA DIO AL SUO POPOLO, che, secondo i calcoli interni alla Bibbia, avvenne cinquanta giorni dopo la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto.
SU QUESTA MEMORIA EBRAICA, CINQUANTA GIORNI DOPO LA RESURREZIONE DI GESÙ, SI È INNESTATA LA PENTECOSTE CRISTIANA PER FARE MEMORIA DEL DONO DELLO SPIRITO SANTO.
La Pentecoste, dunque, è centrale nell’esperienza cristiana.
Il discepolo di Gesù è animato interiormente dallo Spirito santo perché è lo Spirito che guida la sua vita, che parla al suo cuore, che rende possibile una vita che va oltre la Legge.
Cristo siede ora alla destra del Padre, ma continua la sua missione nella Chiesa attraverso lo Spirito.
TUTTA LA LITURGIA ODIERNA CI PRESENTA IL PADRE CHE EFFONDE SULLA SUA CHIESA, SINO AI CONFINI DELLA TERRA, I DONI DELLO SPIRITO SANTO, CHE È IL SOLO CHE PUÒ ESSERE IL TRAMITE FRA DIO E L’UOMO.
Bellissima l’immagine dei discepoli, uomini di Galilea, che alzano lo sguardo al cielo e sono sbalorditi perché non vedono più il Cristo: solo lo Spirito farà loro capire, che la presenza di Cristo nel mondo, SARÀ ORMAI PERENNE.
Lo Spirito Santo è annunciato negli ultimi giorni della vita di Gesù sulla terra, perché è il continuatore della presenza del Padre e del Figlio tra gli uomini.
LO SPIRITO SANTO È LA FONTE DELL’AMORE STESSO CHE ANIMAVA IL FIGLIO, E CHE PASSA ORA AD ANIMARE E SOSTENERE GLI UOMINI CHE LO HANNO ACCOLTO.
La liturgia di questa domenica non vuole tanto essere la celebrazione di una festa che gli ebrei celebravano cinquanta giorni dopo la Pasqua (che inizialmente rappresentava l’offerta delle primizie agricole, in segno di riconoscenza al Signore per la novità del ciclo della vita. Dalla Pasqua ebraica, quando era iniziata la raccolta del “primo covone“, fino alla Pentecoste che chiudeva il tempo di mietitura si contano 50 giorni, da cui il termine Pentecoste), MA QUELLA DEL MISTERO DELLA MORTE E RISURREZIONE DI CRISTO CHE È SEMPRE PRESENTE NELLA CHIESA PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO CHE AGISCE COSTANTEMENTE IN ESSA.
Quello Spirito Santo che ci aiuta, ci illumina, ci rende idonei a intelligere la Parola di Dio ed a metterla in pratica ogni giorno.
Gesù ha comunicato la Parola di Dio lungo la sua vita, attraverso i gesti, attraverso i discorsi, ma poi ha comunicato lo Spirito di Dio.
GESÙ È LO SPAZIO STORICO DOVE LA PAROLA E LO SPIRITO DI DIO SONO COMUNICATI.
Lo Spirito Santo infatti sarà presente in esaudimento della invocazione di Cristo e in prosecuzione della sua opera volta alla santificazione: “il Padre lo manderà nel mio nome”.
La garanzia di verità delle loro decisioni risiede nell’assistenza dello Spirito Santo, il quale “insegna” e “ricorda tutto ciò che Cristo ha già detto”.
COSÌ È COSTITUITA LA NUOVA GERUSALEMME, CHE SUPERA L’ANTICA SION: RINNOVATO IL FONDAMENTO, RESA PIÙ DIRETTA ED EFFICACE LA PRESENZA DI DIO.
Quello stesso Spirito Santo, che mette in condizione, coloro che lo ricevono, di essere “figli adottivi” di Dio, e per questo possiamo chiamarlo Padre.
Senza lo Spirito non è possibile comprendere la persona di Gesù così come senza il Cristo non è possibile conoscere il Padre.
LA CHIESA È SACRAMENTO DI CRISTO COSÌ COME CRISTO È SACRAMENTO DEL PADRE.
Oggi quindi, i cristiani, celebrano il dono dello Spirito che nella sua infinita bontà Dio continua a elargire a tutti, attraverso il Battesimo, la Cresima e tutti gli altri Sacramenti.
A tutti, come ricorda Paolo scrivendo ai cristiani di Roma, nella Lettera ai Romani, al capitolo 8,8-17.
La presenza dello Spirito Santo nella Chiesa, è fondamentale, e per questo le sacre Scritture ne parlano ripetutamente.
Domenica scorsa, prima di ascendere al cielo, Gesù aveva raccomandato agli apostoli di restare a Gerusalemme sino a quando non avessero ricevuto lo Spirito.
Ma già in precedenza il Signore l’aveva annunciato e spiegato.
Gesù chiama lo Spirito con un nome che dichiara il suo ruolo presso gli uomini “Paràclito”, che significa amico, consigliere, difensore, consolatore.
Aggiunge poi che lo Spirito È DONO DEL PADRE, dato all’uomo su richiesta di Gesù, per i suoi meriti: IL SUO DONO È DUNQUE UN FRUTTO DELLA PASQUA.
E poi Gesù chiarisce i ruoli che lo Spirito svolge: insegnare e ricordare.
I vangeli, le lettere di Paolo e insomma tutto il Nuovo Testamento, raccoglie quanto i primi cristiani, sotto la guida dello Spirito Santo, ricordavano e avevano capito delle parole e dell’opera di Gesù.
Ma la comprensione delle ricchezze di ciò che Gesù ha detto ed ha fatto, non potrà mai dirsi conclusa, perché quelle ricchezze:
- sono infinite e dunque inesauribili,
- ed hanno un valore perenne, per cui prendono sempre nuova luce col mutare delle situazioni nei secoli.
In altri termini: ogni uomo è unico, è irripetibile, ha qualcosa di esclusivamente suo, che va certamente illuminato dalla Parola di Dio.
Dio ha parlato una volta per sempre, in Cristo Signore.
Ora sta allo Spirito Santo guidare e far recepire il messaggio nel modo giusto.
Certamente, ci si può chiedere come si può comprendere quale sia la volontà di Dio nelle diverse circostanze. La risposta non manca:
- IL PRIMATO È DELLA COSCIENZA, che sa capire e valutare e decidere tanto più e meglio QUANTO PIÙ E MEGLIO CONOSCE L’IMMUTABILE PAROLA DI DIO (da qui la necessità per i cristiani di “vivere con la Bibbia in mano”, senza mai cadere nell’errore di presumere di conoscerla “abbastanza”).
- Nella sua bontà Gesù ha predisposto un aiuto vivente e perenne, che ci metterà in grado di “leggere” la Bibbia come si conviene “…Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi guiderà alla verità tutta intera”.
E questo perché lo Spirito Santo ha il compito di risvegliare la memoria, ricordare le parole di Gesù.
Il Maestro ha già comunicato tutto quello che intendeva affidare al cuore e alla memoria degli Apostoli.
CON CRISTO, VERBO INCARNATO, SI È CHIUSA LA RIVELAZIONE.
La Terza Persona della Santissima Trinità, farà ricordare agli uomini che camminano nel tempo, gli insegnamenti di Gesù nelle diverse circostanze concrete della vita, affinché li mettano in pratica.
È proprio ciò che avviene ancora oggi nella Chiesa, guidata dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo, perché possa portare a tutti il dono della salvezza, cioè l’amore e la misericordia di Dio.
Ma vorrei sottolineare che, purtroppo, il popolo cristiano ha una buona conoscenza delle prime due persone della Trinità Santissima:
- IL PADRE
- E IL FIGLIO.
Ma non ne ha affatto della Terza Persona della Trinità Santissima: LO SPIRITO SANTO.
NONOSTANTE LA SUA AZIONE, PUR ESSENDO MISTERIOSA E INTERIORE, NON SIA MENO REALE E NECESSARIA.
Fratelli e Sorelle, mai dobbiamo dimenticare che il mistero di Gesù Cristo non può compiersi nella Chiesa e in nessuno di noi, se non nello Spirito.
Le persone però, non sanno che rispondere alla domanda “chi è lo Spirito Santo”, perché non Lo conoscono, non ne hanno esperienza, non Lo hanno mai vissuto.
Papa Francesco ha detto, delle parole che mi addolorano e mi fanno allo stesso tempo tremare “…LO SPIRITO SANTO È IL GRANDE DIMENTICATO DELLA NOSTRA VITA. IO AVREI VOGLIA DI DOMANDARVI – MA NON LO FARÒ! -: QUANTI DI VOI PREGATE LO SPIRITO SANTO? NON ALZATE LA MANO… E’ IL GRANDE DIMENTICATO, IL GRANDE DIMENTICATO! E LUI È IL DONO, IL DONO CHE CI DÀ LA PACE, CHE CI INSEGNA AD AMARE E CHE CI RIEMPIE DI GIOIA”.
Eppure LUI, lo Spirito Santo è quel vento gagliardo della prima Pentecoste, che non si è ancora fermato e che continua a santificare la vita degli uomini, a rinnovare la Chiesa, a consolare e confortare e prefigurare una nuova primavera: la primavera dello Spirito e della Chiesa.
Un grande Papa, Montini, che molti di noi hanno conosciuto e amato, noto come PAOLO VI’, ha detto:
“La Pentecoste è una festa che non finisce mai, dura ancora, durerà sempre…
Come se un grande fuoco fosse stato acceso.
Come un’esplosione di grida e di gioia. Mai una festa fu così inebriante, così esaltante”.
E continuava:
«Grande ora è questa che offre ai fedeli la sorte di concepire la vita cattolica come una dignità e una fortuna, come una nobiltà e una vocazione …
Grande ora è questa che sveglia la coscienza cristiana dall’assopimento consuetudinario e indolente …
Grande ora è questa, che non ammette che uno possa dirsi cristiano e conduca una vita moralmente molle e indolente …
Grande è questa che fa dei giovani, degli uomini, delle donne, degli infermi, anime ardenti e vive per il cristianesimo …
Grande ora è questa in cui la Pentecoste invade di Spirito Santo il corpo Mistico di Cristo e gli dà un rinato senso profetico …»
Questo stesso Papa ha scritto questa stupenda preghiera sullo Spirito Santo:
“Spirito, Spirito Santo,
Tu sei l’animatore e il santificatore della Chiesa,
suo respiro divino, il vento delle sue vele, suo principio unificatore,
sua sorgente interiore di luce e di forza, suo sostegno e suo consolatore,
sua sorgente di carismi e di canti, sua pace e suo gaudio,
suo pegno e preludio di vita beata ed eterna.
La Chiesa ha bisogno di una perenne Pentecoste,
ha bisogno di fuoco nel cuore, di parola sulle labbra, di profezia nello sguardo.
Amen.”
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!