05.02.2023 DOMENICA 5 P.A. A – MATTEO 5,13-16 “Voi siete la luce del mondo”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

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Dal Vangelo secondo MATTEO 5,13-16

n quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Alcune domande affollano la mia mente in questa domenica.

Essere il sale della terra: siamo abbastanza fiduciosi per credere al carattere contagioso della bontà? O ci accontentiamo di temere il potere contagioso del male?

Un pizzico di sale basta a dare gusto a tutto un piatto.

Ognuno di noi, anche se si sente isolato, ha la fortuna di poter cambiare il clima che lo circonda! Gesù sa che possiamo farlo, infatti dice “…voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”.

Ma, veramente, Fratelli e Sorelle, lo siamo?

Nei rituali antichi di benedizione anteriori al Concilio Vaticano II, l’acqua veniva “esorcizzata” assieme al sale, per acquisire una particolare condizione di purificazione e di carattere utile nella lotta contro il maligno.

Ancora adesso, nel rituale della benedizione dell’acqua, vi è una formula alternativa, grazie alla quale il sacerdote, senza proferir parola, aggiunge all’acqua un po’ di sale.

Evidentemente queste usanze liturgiche si ispirano particolarmente al testo di 2Re 2, 19 – 22, nel quale Eliseo purifica l’acqua sorgiva dalla sterilità e dall’amarezza che rendeva infruttuosa la terra.

Il sale assume quindi nella Bibbia, anche in altri versi, la funzione di purificazione e altrove viene identificato come elemento irrinunciabile, di cui le massaie non possono fare a meno e del quale si deve sempre conservare almeno una piccola riserva.

Il Libro del Siracide, al capitolo 39, 26 afferma che “le cose di prima necessità per la vita dell’uomo sono: acqua, fuoco, ferro e sale.”

Ben conoscono gli Israeliti, sicuramente meglio di noi, l’utilità e il simbolismo del sale, che è un mezzo per conservare gli alimenti (specialmente il pesce, in Palestina). Infatti preserva dalla corruzione, dalla degenerazione.

Essi conoscevano nell’Antico Testamento che il termine “alleanza di sale”, significava “alleanza che dura in eterno”.

Fino agli anni del Concilio Vaticano II, il sale era visto anche COME SIMBOLO DELLA SAPIENZA.

Ragion per cui, nella celebrazione battesimale, si metteva del sale nella bocca del battezzato e di diceva “…RICEVI IL SALE DELLA SAPIENZA“.

Per misura igienica oggi questo elemento del rito è stato tolto.

Si comprende allora perché Matteo metta in bocca al Signore Gesù questa similitudine: COME IL SALE È NECESSARIO E IN PARTE INDISPENSABILE, COSÌ È NECESSARIO CHE LA VITA CRISTIANA SIA COERENTE E IMMEDIATAMENTE APPORTATRICE DI SPERANZA PER TUTTI.

Usando immagini della vita di ogni giorno, con parole semplici e dirette, Gesù fa sapere qual è la missione e la ragion d’essere di una comunità cristiana: essere come il sale.

In quel tempo, con il caldo che faceva, la gente e gli animali avevano bisogno di consumare molto sale.

Il sale, consegnato dal fornitore in grandi blocchi nella piazza pubblica, era consumato dalla gente.

Ciò che rimaneva, cadeva in terra, diventava inutile, perché perdeva il suo sapore “…Non serve più a nulla, salvo essere gettato via e calpestato dagli uomini”.

Gesù evoca questa usanza per chiarire ai suoi discepoli E A NOI, la missione che siamo chiamati a svolgere.

Non dimentichiamo mai come la presenza del sale sia di fondamentale importanza in tutte le case e come esso è altresì sia capace di purificazione. ESSO CONSERVA LE COSE, DISTRIBUENDO A CIÒ CON CUI ENTRA IN CONTATTO, UNA MINIMA ETERNITÀ DISCIOLTA NEL CIBO.

Ma come il sale non esiste per sé (ma acquista valore quanto è utilizzato, perché serve unicamente per dare sapore al cibo), ecco allora che esso, SIMBOLICAMENTE INVITA ALLA RELAZIONE UMANA, CHE DOBBIAMO RIVESTIRE DELLA GRAZIA DI DIO, perché abbia un sapore eterno “…il sapore del sale”.

Così, metaforicamente, il cristiano che vive “cum grano salis” non può vivere senza regalare ai fratelli che incontra sulla sua strada, la sua testimonianza indispensabile.

Egli è chiamato a non deve perdere “sapore“, ma dovrà insaporire tutto il mondo con la sua presenza e con il lavorio della sua costante testimonianza sull’Amore di Dio.

Forse, alla pari del sale che agisce silente nella massa della pasta, il cristiano non verrà notato e probabilmente neppure esaltato da chi gli sta attorno.

Ma sarà appunto l’amore, l’umiltà e il silenzio con cui si adopera, che saranno garanti dell’efficacia della sua azione nel cosmo.

Essere sale nel mondo non è e non può essere solo una bella teoria, ma questo sale DEVE CONDIRE LE NOSTRE OPERE BUONE, CHE SONO IL SEGNO DELLA PRESENZA DI DIO.

E quali siano queste opere buone lo indica Isaia al capitolo 58,7-10, dove dice “…dividere il pane con l’affamato… introdurre in casa i miseri… vestire uno che vedi nudo“.

Opere che saranno buone, se il cristiano “…toglierà di mezzo l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirà il suo cuore all’affamato, se sazierà l’afflitto di cuore“.

E Isaia conclude, dicendo con forza, ai credenti in Dio “…allora la tua luce sorgerà come l’aurora… brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio“.

In altre parole, la luce del cristiano illumina davvero il mondo e il suo sale dà veramente sapore al mondo solo nella misura in cui il suo cammino di testimonianza si adorna di opere buone, concrete.

Di opere di bene, di solidarietà umana, di azioni che cambino il mondo, per renderlo migliore.

Non si è cristiani senza impegno operoso.

Allo stesso modo dobbiamo sempre ricordarci che non si è con Dio se non si è, allo stesso tempo, affianco all’umanità sofferente e bisognosa.

Così faceva Gesù, che non si accontentava di annunciare il Regno di Dio con la predicazione del Vangelo, ma lo RENDEVA PRESENTE MANIFESTANDO L’AMORE DI DIO, con il suo impegno di curare i malati, di consolare gli afflitti e i sofferenti.

E quanto detto ci autorizza a dire che IL SEMPLICE ANNUNCIO VERBALE DEL VANGELO È INSUFFICIENTE.

In effetti, il Vangelo è la lieta notizia CHE DIO È AMORE E LA SUA SUPREMA MANIFESTAZIONE È “GESÙ CRISTO E QUESTI CROCIFISSO” (1 Cor.2,2).

AMARE, ALLORA, È TUTTO IL SIGNIFICATO DELLA VITA.

Di conseguenza, si è sale e luce quando il Vangelo non solo lo si annuncia, MA LO SI FA, ovvero LO SI PROCLAMA RENDENDO TESTIMONIANZA CON LA PROPRIA VITA CHE E’ UNA EVIDENZA DI AMORE. Si tratta di “gridare il Vangelo con la vita perché …soltanto l’amore è credibile” diceva un grande Santo, canonizzato il 15 maggio 2022 da Papa Francesco, Fratel CHARLES EUGÈNE DE FOUCAULD (1858-1916).

Quando la vita è trasformata dal Vangelo, diventa il Vangelo più convincente che tutti possono leggere e ascoltare. Nessuno, infatti, può sottrarsi alla luce e al sapore che emana dalla vita e dalle opere che i buoni cristiani realizzano.

Opere che, appunto, risplendono, incantano e attraggono, in quanto in esse si manifesta la “gloria” di Dio, qualcosa cioè di quell’amore che i cristiani ricevono dal Padre e con cui le compiono.

Sono spesso gesti -anche piccoli- che sono un capolavoro non solo di bontà ma di bellezza, perché vengono da certe persone che non è necessario che parlino, perché è sufficiente che esistano.

Diceva Santa ANJEZË GONXHE BOJAXHIU, PREMIO NOBEL PER LA PACE 1979, canonizzata da papa Francesco il 4 settembre 2016 “…la vostra vita grida più forte delle vostre parole” (Madre Teresa di Calcutta).

Nel terzo secolo d.C. aveva detto il santo Arcivescovo di Costantinopoli, GIOVANNI CRISOSTOMO:

Niente è più freddo del cristiano che non si cura della salvezza degli altri…. Se il lievito mescolato alla farina non porterà tutto a fermentazione, è davvero lievito? E che dire di un profumo che non investe quanti si accostano? Lo si chiamerà ancora profumo? E non dire “…non posso trascinare gli altri”, perché, se sarai cristiano, questo non potrà non accadere… .E’ più facile che il sole non scaldi e non brilli che un cristiano non risplenda… non può la luce di un cristiano restare nascosta; non può restare nascosta una fiaccola così splendente“.

Purtroppo, Fratelli e Sorelle, il dramma del nostro tempo, è proprio quello di un cristianesimo senza Cristo, di una religione senza fede e senza sale, di un culto senza celebrazione.

Siamo diventati luce sotto lo sgabello, sale senza sapore, E CI VERGOGNIAMO DI ESSERE TRASPARENZA DI DIO.

Stiamo sempre ben attenti a proporci agli altri con un cristianesimo “politicamente corretto” che non dia fastidio, che non vìoli i diritti di nessuno.

Eh già!

Perché TUTTE LE RELIGIONI PER NOI HANNO DIRITTI E CITTADINANZA, IL CRISTIANESIMO NON PIU’.

DOBBIAMO STARE BENE ATTENTI CHE IL CRISTIANESIMO, IN UN MODO O NELL’ALTRO, OFFENDE TUTTE LE ALTRE RELIGIONI (per la presenza del crocifisso, per ciò che insegna, per ciò che è).

Mai ci presentiamo come cristiani, anzi, ci vergogniamo, troppo spesso, di essere appartenenti ad una Chiesa che troppe volte presta il fianco a facili critiche ed ironie.

Fratelli e Sorelle, CHI AMA IN NOME DI DIO E NON SI VERGOGNA DI ESSERE CRISTIANO, mostra il dolce sapore della vita e chi manca dell’amore, e si vergogna della sua appartenenza, è insipido ed inutile.

PERCHÉ L’AMORE È IL VERO SAPORE E CARATTERIZZA LA VERA LUCE CHE TAGLIA LE TENEBRE AVENDO RAGIONE DI ESSE.

Fratelli e Sorelle, è sul piano delle “opere” quindi, che si decide la missione della Chiesa e dei cristiani.

Santamente e saggiamente amava ripetere Sant’Antonio da Lisbona“…cessino le parole, parlino le opere” [s. Antonio di Padova].

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!