04.12.2023 – LUNEDI’ 1^ SETTIMANA DAVVENTO B C – MATTEO 8,5-11 “…verrò….”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 8,5-11

+ In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Ma di quanti Avventi e di quanti Natali ancora dobbiamo celebrare perché veramente Cristo nasca in noi, e perchè, finalmente, ci convertiamo al suo Amore preveniente?

L’anno liturgico è come una spirale, che torna sullo stesso punto, ma ad un livello sempre più profondo.

E, SE ABBIAMO IL CORAGGIO DELLA FEDE E DELLO STUPORE, SE ABBIAMO IL CORAGGIO DI METTERCI IN GIOCO, ALLORA POSSIAMO DAVVERO VIVERE UNA VITA SEMPRE RINNOVATA, SEMPRE GUARITA NEL PROFONDO.

Fratelli e Sorelle, IL VERSETTO 8, LO SENTIAMO RIECHEGGIARE NELLA FORMULA LITURGICA CHE CI DISPONE A RICEVERE CRISTO NELL’EUCARESTIA «…SIGNORE, NON SONO DEGNO…».

E QUESTA FORMULA, È UNO DEGLI ELEMENTI CHE CI FA COMPRENDERE LA RELAZIONE FRA SACRA SCRITTURA E LITURGIA.

Infatti come è vero che la Sacra Scrittura fonda la Liturgia è altrettanto vero che LA SACRA SCRITTURA NASCE E SI SVILUPPA GRAZIE ALLA CELEBRAZIONE E QUINDI MEDIANTE LA LITURGIA.

Il tema che ci propone questa pagina evangelica, RIGUARDA L’APERTURA DELLA NOSTRA FEDE AL RICONOSCIMENTO DEL VERO DIO.

Il miracolo che ci viene raccontato, è in favore DI UN CENTURIONE PAGANO, ovvero di un escluso dal popolo di Dio., che non chiede esplicitamente la guarigione del suo servo, ma si limita ad un appello disperato e, insieme, confidente, di fronte al quale Gesù non può restare insensibile.

  • “Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente”.

NELLE SUE PAROLE, POSSIAMO INTRAVVEDERE TUTTA LA PARTECIPAZIONE EMOTIVA DI UN UOMO PIÙ ABITUATO A USARE LE ARMI CHE LE PAROLE, UN UOMO ALL’APPARENZA DURO E SEVERO CON SE STESSO E CON GLI ALTRI.

In questo caso, invece, si presenta nella veste di un uomo che soffre perché non può far nulla per guarire un suo servo gravemente ammalato.

Si tratta di un centurione, del comandante di una guarnigione militare, eppure si presenta come un umile cittadino, uno come gli altri. Non si reca da Gesù con l’arroganza dei potenti, MA CON L’UMILTÀ DEI POVERI. E LO CHIAMA “Kyrios” ovvero “SIGNORE” (8,6.7).

IN APPARENZA NON CHIEDE NULLA, SI LIMITA A RACCONTARE IL SUO DOLORE, NON SOLO IL DOLORE DEL SERVO, MA LA SUA PERSONALE SOFFERENZA.

Ed è così umile da non chiedere. Gesù ne rimane affascinato, tanto che, subito gli comunica la Sua decisione “..Io verrò e lo curerò”.

Ne fu ammirato perchè VEDE IN LUI UNO SGUARDO CHE POSSIEDE CHI SA SOFFERMARSI SULLA SOFFERENZA DEI FRATELLI, PER OCCUPARSI DI ESSI, SENZA PRECIPITAZIONE E CON DILIGENZA.

Il desiderio che il centurione ha di curare il suo servo e di farlo stare bene, lo inducono ad aprire il suo cuore al Signore.

In qualche modo egli dimostra la propria vulnerabilità, che sta nell’incapacità di poterlo curare da sé.

E di conseguenza la assoluta necessità di poter ricevere un miracolo da parte di Dio.

LA RISPOSTA DI GESÙ SORPRENDE IL CENTURIONE, POICHÉ NE SUPERA L’ASPETTATIVA. IL CENTURIONE, INFATTI, NON SI ASPETTAVA CHE GESÙ SI RECASSE A CASA SUA.

E, mirabilmente, questo pagano –che mostra di credere più di me, sicuramente– mostra un bel senso di rispetto, manifestazione concreta e cosciente della sua indegnità “…Signore, io non son degno che Tu entri nella mia casa…”.

E, continua dicendo “…di soltanto una sola PAROLA ed il mio servo sarà guarito“.

La coscienza di non poter far nulla s’intreccia con la fede in Colui che può tutto.

È un uomo che non conosce il Dio d’Israele eppure ha scoperto la chiave che apre la porta della vita perché riconosce in Gesù, Colui che può vestire di gioia i giorni terreni.

Fratelli e Sorelle, questo soldato CREDE che la PAROLA DI GESÙ È CAPACE DI GUARIRE.

OGNUNO DI VOI SI CHIEDERA’: MA DOVE GLI NASCE QUESTA FEDE COSI GRANDE?

Dalla sua esperienza professionale di comandante!

Perché quando un centurione da ordini, IL SOLDATO OBBEDISCE. DEVE OBBEDIRE!

Così CREDE di Gesù: basta che il Signore dica UNA PAROLA, e le cose OBBEDISCONO ALLA SUA PAROLA.

LA CERTEZZA DI QUESTO SOLDATO È CHE CREDE FERMAMENTE CHE LA PAROLA DI GESÙ RACCHIUDE IN SE’ UNA FORZA CREATRICE.

GESÙ RIMANE AMMIRATO ED ELOGIA LA FEDE DI QUESTO PAGANO CHE MOSTRA DI AVER COMPRESO CHE, LA FEDE, NON CONSISTE NELL’ACCETTARE, RIPETERE E DECORARE UNA DOTTRINA, MA NEL CREDERE E CONFIDARE NELLA PERSONA DI GESÙ.

Che meraviglia vedere tanta umiltà, in un uomo poi, CHE HA AUTORITÀ ED È ABITUATO A COMANDARE, come attesta di sè, egli stesso.

Questo povero soldato, ci dà prova di una FEDE che i Giudei non avevano dimostrato: tanto è che Gesù ce lo presenta come UN MEMBRO DEL NUOVO POPOLO DI DIO.

UN POPOLO CHE NON SARÀ PIÙ COSTITUITO DA QUELLI CHE APPARTENGONO AD UNA RAZZA, QUELLA DI «ABRAMO».

Chi, credendo di servire Dio, si fa servire da Lui o si serve di Lui, ha ricevuto invano la chiamata e, nel banchetto, DOVRÀ CEDERE IL POSTO AD ALTRI CHE SEMBRANO MENO PREPARATI.

Ecco allora, Fratelli e Sorelle, che l’esperienza straordinaria dell’incontro tra Gesù e il centurione, CI INVITA A RIFLETTERE SULL’ATTEGGIAMENTO CHE OGNUNO DI NOI DEVE VIVERE, PER POTER RICEVERE DALLA GRAZIA DI DIO, L’UMILTÀ.

Questa virtù, agli occhi del mondo può sembrare ASSURDA E DESUETA, UNA VIRTÙ CHE OGGI NON PUÒ ESSERE PIÙ VISSUTA, perché siamo trascinati dall’idea che per essere felici bisogna prevaricare sugli altri.

Invece, la virtù dell’umiltà è L’INGREDIENTE PRIVILEGIATO PER SENTIRE IL SIGNORE ACCANTO A NOI.

E, l’umiltà di questo povero, ma fiducioso centurione, di non sentirsi degno di ricevere Gesù nella propria casa, È IL PRESUPPOSTO CHE METTE IL SIGNORE IN CONDIZIONE DI ASCOLTARE LA SUA PREGHIERA.

Invece noi, nella nostra preghiera “pretendiamo” CHE SIA IL SIGNORE AD ASCOLTARCI, PER ASSECONDARE I NOSTRI DESIDERI.

L’umiltà, invece, ci insegna che nulla ci è dovuto, MA TUTTO È UN DONO: ecco perchè ripetiamo -purtroppo spesso “a papagallo” SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ!

Ecco allora che l’atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano sono così belli che la Chiesa ci fa ripetere il grido del suo cuore OGNI VOLTA CHE CELEBRIAMO L’EUCARISTIA.

Fratelli e Sorelle, questo centurione è l’immagine di un’umanità che, avendo consapevolezza dei propri limiti, È CAPACE DI ALZARE GLI OCCHI AL CIELO.

Noi sappiamo di non avere risorse sufficienti per affrontare e vincere il male che da ogni parte ci assedia.

Sappiamo che SOLO LA GRAZIA DEL PERDONO può liberarci dal male che ha preso dimora in noi.

Con la stessa umile fede di questo soldato oggi chiediamo di accogliere Gesù nella nostra casa.

Sappiamo che non è dignitosa, non come sarebbe necessario per il Figlio di Dio, ma sappiamo anche che sarà Lui, con la sua presenza, a rivestirla di luce.

E IMPARIAMO A GRIDARE AL CIELO, OGNI GIORNO “MARÀN -ATHÀ”, Signore, Vieni.

E vorrei concludere ricordandovi che la parola d’ordine di oggi è ‘FIDARSI’ della PAROLA DI DIO, SENZA DOMANDARE ALTRI ‘SEGNI’.

Perchè dobbiamo imparare a capire che il segno più bello È QUELLO DELLA FEDE IN DIO.

STA NEL POTER PREGARE, CON LA CERTEZZA DI ESSERE GIÀ STATI ASCOLTATI.

È affidarsi nella consapevolezza che se Dio dice di amarci non può mai agire contro l’amore, perché agirebbe contro se stesso.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!