04.06.2023 – DOMENICA SANTISSIMA TRINITA’ A – GIOVANNI 3,16-18 “Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.

<<Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 3,16-18

+ In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

La solennità della SANTISSIMA TRINITÀ ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste, quindi come festa del Signore. Fu introdotta soltanto nel 1334 da papa Giovanni XXII, mentre l’antica liturgia romana non la conosceva.

Ed essa si colloca come riflessione su tutto il mistero che negli altri tempi è celebrato nei suoi diversi momenti e aspetti, proponendo uno sguardo riconoscente al compimento del mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo.

La messa di questo giorno inizia con l’esaltazione del Dio Trinità “…perché grande è il suo amore per noi“.

Certamente dobbiamo ricordare che il mistero della Santissima Trinità È UN MISTERO. E come tale non può essere compreso. Ma non per questo è qualcosa d’irragionevole.

Nella dottrina cattolica ciò che è mistero è sì indimostrabile con la ragione, ma non è MAI irrazionale, ovvero non può essere in contraddizione con la ragione. Perché la ragione conduce all’unicità di Dio: DIO È ASSOLUTO E LOGICAMENTE NON POSSONO ESISTERE PIÙ ASSOLUTI.

Ebbene, la ragionevolezza del mistero della Trinità sta nel fatto che esso non afferma l’esistenza di tre dei, bensì di un solo Dio che però è in tre Persone uguali e distinte.

Infatti nel Simbolo della Fede si afferma «…Io credo in un solo Dio, in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo», QUALE È IL PADRE, TALE È IL FIGLIO E TALE È LO SPIRITO SANTO:

  • Increato è il Padre, increato è il Figlio, increato è lo Spirito Santo.
  • Onnipotente è il Padre, onnipotente è il Figlio, onnipotente è lo Spirito Santo.

Tuttavia non vi sono tre increati, tre assoluti, tre onnipotenti, ma un increato, un assoluto e un onnipotente. Ci soccorre per chiarire, il Simbolo di fede atanasiano:

  1. Dio e Signore è il Padre,
  2. Dio e Signore è il Figlio,
  3. Dio e Signore è lo Spirito Santo,
  4. tuttavia non vi sono tre dei e signori, ma un solo Dio, un solo Signore.

Per capire qualcosa della Trinità, ma senza la possibilità di esaurirne il mistero, si può utilizzare questa analogia.

La Sacra Scrittura dice che quando Dio creò l’uomo, lo creò “a sua immagine” (Genesi 1,27). Dunque, nell’uomo si trova una lontana ma comunque presente immagine della Santissima Trinità.

L’uomo possiede la mente e la mente genera il pensiero. Il pensiero, contemplato dalla mente, è amato, e così dal pensiero e dalla mente procede l’amore. Ora mente, pensiero, amore, sono tre cose ben distinte fra loro, ma assolutamente inseparabili l’una dall’altra, tanto che si può dire che siano nell’uomo una cosa sola.

NELLA TRINITÀ IL PADRE È MENTE, CHE DA TUTTA L’ETERNITÀ GENERA IL SUO PENSIERO PERFETTISSIMO (IL LOGOS).

IL PENSIERO, GENERATO ETERNAMENTE DAL PADRE, SUSSISTE, COME PERSONA DISTINTA, ED È LO SPIRITO SANTO.

Ma:

  • come la mente, il pensiero e l’amore sono nell’uomo tre cose distinte, ma assolutamente inseparabili,
  • così il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sebbene sussistano come persone distinte, sono però un Dio solo.

Fin qui cose che si conoscono, ma ciò di cui solitamente non si parla È IL FATTO CHE IL MISTERO DELLA TRINITÀ ESPRIME CHIARAMENTE QUANTO L’AMORE DEBBA ESSERE GIUDICATO DALLA VERITÀ. Vediamo in che senso.

Come abbiamo già avuto modo di dire, la Trinità è costituita dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.

Si dice DAL PADRE, DAL FIGLIO E DALLO SPIRITO SANTO. IL TUTTO IN UNA SUCCESSIONE LOGICA MA NON CRONOLOGICA.

Ciò vuol dire che:

  • SENZA IL FIGLIO NON CI SAREBBE LO SPIRITO SANTO
  • E SENZA IL PADRE NON CI SAREBBE IL FIGLIO.

Ma attenzione!!! Non è che il Padre abbia creato il Figlio e il Figlio abbia creato lo Spirito Santo. Perché, se così fosse, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero delle creature e ciò non è possibile! È DUNQUE UNA SUCCESSIONE LOGICA MA NON CRONOLOGICA NEL TEMPO.

Il Cristianesimo ortodosso (quello dei Russi, dei Serbi, dei Greci, per intenderci) è lontano dal Cattolicesimo, perché:

  • non solo perché non riconosce il Primato del Vescovo di Roma, ovvero il Papa,
  • ma anche perché, a proposito della Trinità, NON RICONOSCE LA DOTTRINA COSIDDETTA DEL FILIOQUE, OVVERO CHE LO SPIRITO SANTO PROCEDE DAL PADRE E DAL FIGLIO.

Infatti, secondo gli ortodossi, LO SPIRITO SANTO PROCEDE SOLO DAL PADRE.

Inutili pignolerie, direbbe qualcuno. E invece no, la questione è importantissima.

DIDATTICAMENTE SI ATTRIBUISCE:

  • AL PADRE L’AZIONE DELLA CREAZIONE,
  • AL FIGLIO QUELLA DELLA REDENZIONE,
  • ALLO SPIRITO SANTO QUELLA DELLA SANTIFICAZIONE.

Questo non vuol dire che nel momento della creazione il Padre agiva e il Figlio e lo Spirito Santo non partecipavano, oppure nella redenzione il Figlio agiva e il Padre e lo Spirito Santo erano assenti…

NELLA CREAZIONE HA AGITO TANTO IL PADRE, QUANTO IL FIGLIO, QUANTO LO SPIRITO SANTO E COSÌ NELLA REDENZIONE… MA METODOLOGICAMENTE SI DICE COSÌ:

  1. IL PADRE CREA,
  2. IL FIGLIO REDIME,
  3. LO SPIRITO SANTO SANTIFICA.

Il Figlio è chiamato anche Verbo (Parola) per indicare il fatto che è il Dio che si manifesta, che si comunica.

Il Figlio è anche il Logos, la Verità, mentre lo Spirito Santo è l’Amore. Ed ecco il punto nodale.

GIÀ IN DIO È PIENAMENTE RISPETTATA LA PROCESSIONE LOGICA VERITÀ-AMORE.

L’amore deve essere sempre giudicato dalla verità, altrimenti può diventare anche la cosa più terribile, tanto da divenire il contrario di sé.

Cerchiamo di chiarire, ricorrendo alla storia del mondo:

Perché Hitler e i suoi decisero di perseguitare gli Ebrei? La risposta può sembrare paradossale ma non lo è: per troppo “amore” nei confronti della razza ariana.

Perché Stalin decise di sterminare milioni e milioni di piccoli proprietari? Per troppo “amore” nei confronti dello Stato socialista.

Perché Robespierre decise di tagliare teste su teste? Per troppo “amore” nei confronti della Rivoluzione che sentiva minacciata.

Ecco cos’è l’amore sganciato dalla verità, uno degli errori più tipici dei nostri tempi, in cui MANCA TOTALMENTE LA VERITA’.

Bisognerebbe ritornare A MEDITARE SULLA NATURA DI DIO PER CAPIRE COME GIÀ NELLA SUA INTIMA NATURA È PRESENTE QUESTA VERITÀ, E CIOÈ CHE L’AMORE È VERO SE È CONFORME AL VERO.

Solo così si potrà anche capire perché mai la Chiesa Cattolica ha tenuto fermo sul punto del “Filioque”.

E vorrei chiudere regalandovi il pensiero di Sant’IGNAZIO DI LOYOLA, espresso in merito nei suoi “ESERCIZI SPIRITUALI”, dove, alle soglie della seconda settimana, ci suggerisce una contemplazione stupenda, a tre piani.

  • Il primo piano è costituito dal mondo, dove gli uomini offendono Dio, si dicono menzogne, si uccidono e costruiscono per sé l’inferno.
  • Il secondo piano è il cielo, dove le persone divine vedono il disastroso comportamento degli uomini e parlano tra di loro su come salvarli.
  • Il terzo piano è la stanzetta di Nazareth dove la Vergine Maria è in preghiera, a cui viene mandato l’angelo Gabriele.

La decisione di reagire al peccato con la redenzione nasce nel seno della Trinità ed è opera di tutte le divine Persone:

  1. Il Padre decide di mandare il Figlio,
  2. il Figlio obbedisce e si incarna,
  3. lo Spirito Santo opera il mistero di amore che si realizza nel seno di Maria, sosterrà Gesù fino alla morte e, con la potenza del suo amore vincerà la morte.

L’OSTACOLO PIÙ GRAVE È LA NOSTRA INCREDULITÀ.

L’incredulità è ribellione nei confronti della Luce e preferenza delle tenebre.

I ribelli si pongono loro stessi fuori dello spazio di salvezza disposto da Dio, disprezzano la sua eredità giudicandosi indegni della sua benedizione (Gen 25,29-34).

  • «Cristo è Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha “acquisito” questo diritto con la sua croce. Anche il Padre “ha rimesso ogni giudizio al Figlio” (Gv 5,22) [Gv 5,27 e Mt 25,31 e At 10,42 e At 17,31 e 2Tm 4,1].
  • Ora, il Figlio non è venuto per giudicare, ma per salvare [Gv 3,17] E PER DONARE LA VITA CHE È IN LUI [Gv 5,26].
  • È PER IL RIFIUTO DELLA GRAZIA NELLA VITA PRESENTE CHE OGNUNO SI GIUDICA GIÀ DA SE STESSO [Gv 3,18; Gv 12,48], RICEVE SECONDO LE SUE OPERE [1Cor 3,12-15] E PUÒ ANCHE CONDANNARSI PER L’ETERNITÀ RIFIUTANDO LO SPIRITO D’AMORE [Mt 12,32 e Eb 6,4-6 e Eb 10,26-31]»

E allora, Fratelli e Sorelle, camminiamo con gioia verso la luce: NON TEMIAMO CHE ESSA RIVELI TUTTE LE NOSTRE MISERIE.

PERCHÉ LA LUCE DI GESÙ È PIENA DI MISERICORDIA, DI PERDONO E DI UNA POTENZA TALE che fa sì che i peccati perdonati diventeranno quelle gemme splendenti della nostra corona regale, che ci sarà data in dono per tutta l’eternità.

C’è una distanza infinita tra IL CREATORE e la creatura, tra IL DIO SANTO e il mondo peccatore e ribelle.

EPPURE DIO HA TANTO AMATO IL MONDO, IN CRISTO, CON UN AMORE GRATUITO, IMMERITATO E TALMENTE ESAUSTIVO, CHE SUPERA CREATIVAMENTE TUTTO IL PECCATO DEL MONDO.

Si può dire che alla ribellione del mondo Dio ha risposto col dono di ciò che aveva di più caro: il suo proprio Figlio.

L’uso dell’articolo ‘il’, davanti a Figlio, mette in risalto il carattere eccezionale del dono del Padre e quindi della prova suprema del suo amore per i peccatori: NON SI TRATTA SOLO DI UN FIGLIO DI DIO TRA I TANTI, MA DEL SUO UNIGENITO FIGLIO.

DIO AMA SOLO COME LUI SA AMARE.

CON LA SUA CARITÀ ECCEZIONALE, CHE SI ESTENDE AL MONDO, ANCHE SE ESSO SI È ALLONTANATO DA LUI.

IL PADRE AMA I SUOI FIGLI PECCATORI IN UN MODO POSSIBILE SOLO A LUI, DONANDO PER ESSI IL FIGLIO SUO GESÙ.

Pertanto possiamo affermare che GESÙ CRISTO È LA MANO CHE DIO TENDE ALL’UOMO PERCHÉ L’UOMO POSSA VENIRE LIBERATO DALLA SUA CONDIZIONE DI PECCATORE.

Solo nell’accettazione dell’amore di Dio, l’uomo trova quella gioia e quel complesso di valori e sentimenti che Paolo di Tarso augura in conclusione alla sua seconda lettera ai Corinzi (2Cor 13,13 “…la GRAZIA del Signore Gesù Cristo, L’AMORE di Dio e la COMUNIONE dello Spirito Santo siano con tutti voi”).

Il saluto trinitario finale, che è l’augurio col quale in ogni celebrazione eucaristica attuale sono accolti i fedeli, attribuisce a ciascuna persona della Trinità i beni della salvezza; GRAZIA, AMORE E COMUNIONE (v.13).

Ed è questo un invito a mettere continuamente sotto il segno di Dio tutta la nostra esistenza umana e religiosa che si è iniziata, prosegue e si concluderà «…NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO».

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!