04.03.2024 – LUNEDI’ 3′ SETTIMANA DI QUARESIMA B – LUCA 4,24-30 “…ma Egli, passando in mezzo a loro se ne andò”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 4,24-30

+ In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Siamo ancora alle prime battute della predicazione di Gesù, dopo che l’evangelista si è dilungato a raccontarne l’infanzia.

Dopo il racconto dell’esperienza del deserto con le tentazioni, Gesù ci viene presentato nella sua terra, a nord di Gerusalemme, in Galilea, e qui il Maestro radunerà i suoi discepoli e amici più stretti, opererà i primi segni miracolosi e predicherà alle folle.

Ma noi sappiamo bene come finisce la storia.

Sappiamo bene che alla fine del suo cammino Gesù si ritroverà a Gerusalemme, il centro religioso ebraico, e da li salirà il Calvario portando la sua croce sulla quale morirà, rifiutato dal popolo e persino dai suoi stessi amici che lo tradiranno.

Tornando ora al racconto di Nàzareth, la città della sua famiglia e dove è cresciuto, Gesù sperimenta già da subito tutte le difficoltà della sua missione.

Sembra proprio che ci sia qui un anticipo della sua fine.

Infatti il Terzo Evangelista ci racconta come Gesù, dopo la sua predicazione, che stupisce e scandalizza, viene portato sul ciglio del monte di Nàzareth (una prefigurazione del Calvario?) e rischia la morte violenta, condannato DAL SUO POPOLO CHE NON LO COMPRENDE.

Il Signore però non ha paura della reazione irritata dei suoi concittadini, perchè ha detto la verità.

Ma questa verità è insopportabile per gli uditori, anche se confortata da esempi concreti, presi dalla storia di Israele, e Gesù cita due casi che tutti conoscevano, quello del generale lebbroso siriano Naaman, guarito dal profeta Eliseo e della vedova di Sarepta in Sidone che ospitò il profeta Elia.

Gesù, però, non teme la reazione dura dei suoi familiari ma, con decisione, continua il suo cammino.

E la vedova straniera di Zarepta di Sidone e Naaman il siro, sono li ad “accusare” gli israeliti e a dire loro quanto sono chiusi all’azione di Dio.

Qui Luca ci fa intravvedere, la loro ostilità e il loro odio, che finiranno per far morire Gesù sulla croce.

Essi sono nella sinagoga tutti i sabati ad ascoltare le antiche profezie e le promesse di Dio fatte agli antichi.

Ascoltano e pregano e danno, con devozione e con la massima adesione, esecuzione ai precetti e alle tradizioni religiose, ma poi, quando viene qualcuno che dice loro con autorità che quelle profezie si avverano, rimangono freddi e si chiudono.

Infatti si dice che “…erano meravigliati delle PAROLE DI GRAZIA che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?»”

I suoi concittadini sono incapaci di fare quel passo che ci fa andare dalla pratica religiosa ALLA FEDE, PERCHÈ SONO BLOCCATI DALLA PAURA DI DOVERSI DAVVERO CONVERTIRE.

Di scommettere fino in fondo la propria vita sulla Parola di Dio, o di dover riconoscere che hanno zone d’ombra dentro di sè che vanno illuminate e riconosciute.

La paura di fare i conti con i propri limiti e sbagli… E DI CREDERE DAVVERO CHE IL DIO ALTISSIMO, IL DIO DEGLI ESERCITI, È PRESENTE IN MEZZO A LORO, nel Figlio dell’Uomo.

Gesù sa bene tutto questo.

Dichiara che nessuno è profeta in patria, e va verso la passione con una suprema libertà: quando sarà giunta la sua ora, l’ora stabilita dal Padre, si consegnerà alle mani degli uomini, ma fino a quel momento tutta la sua preoccupazione sarà di salvare coloro che vorranno accoglierlo.

Questo episodio deve farci riflettere.

Dobbiamo chiederci se noi, che abbiamo la GRAZIA di essere stati BATTEZZATI, di appartenere forse ad una famiglia cristiana, ad una comunità cristiana, noi che viviamo in un paese ancora sensibile al Vangelo, abbiamo abbastanza umiltà e fede per accogliere Gesù?

Oppure siamo come i farisei, come quei giusti che ritengono di non avere bisogno di alcuna conversione?

Molto spesso, è la nostra pretesa sufficienza che impedisce a Dio di concederci la sua GRAZIA, perchè non ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di essere sempre purificati da Gesù, e non permettiamo allo Spirito Santo di “convincerci in quanto al peccato”, come spiega Giovanni Paolo II nella sua enciclica sullo Spirito Santo.

Solo lo Spirito Santo, dandosi a noi, può darci una giusta coscienza del nostro peccato, non per opprimerci, ma, al contrario, per aiutarci a ricevere il perdono da Gesù, la guarigione e la salvezza del corpo e dell’anima.

Fratelli e Sorelle, Gesù ci chiede di aprire il cuore per riuscire a VEDERE tutto il bene che Egli riesce a FAR BRILLARE NELLE PERSONE CHE CI STANNO ACCANTO e che, a volte, sono strumenti attraverso i quali Dio ci raggiunge.

Il mondo è zeppo di profezia, di indizi, di segni, di rimandi, ma è il nostro sguardo che non sa più stupirsi, che non sa più VEDERE IL BENE CHE C’E’ INTORNO A NOI.

  • “…ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

LA DESCRIZIONE FINALE CHE LUCA FA DEL COMPORTAMENTO DI GESÙ, INDICA CHE NEMMENO LA PAURA E LA VIOLENZA DEI NAZARETANI PUÒ FERMARE IL CAMMINO DI GESÙ E DEL SUO MESSAGGIO.

NEMMENO LA MORTE DI CROCE SARÀ CAPACE DI FERMARE LA PAROLA CHE CAMMINERA’ PER LE STRADE DELL’UMANITÀ FINO ALLA FINE DEI SECOLI.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!