03 settembre 2024 martedì SAN GREGORIO MAGNO – LUCA 4,31-37 “Io lo so chi tu sei: il santo di Dio!”
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 4,31-37
+ In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore
Mediti…AMO
Gregorio (Roma 540 – 12 marzo 604), già prefetto di Roma, divenne monaco e abate del monastero di sant’Andrea sul Celio.
Eletto papa, ricevette l’ordinazione episcopale il 3 settembre 590.
Nonostante la malferma salute, espletò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nella tutela delle popolazioni angariate dai barbari, nell’azione missionaria.
Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano.
Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletica e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo.
Ma veniamo al testo evangelico odierno.
Anche questa scena avviene in una sinagoga, questa volta a Cafarnao, dove Gesù, che è la PAROLA DI DIO VIVENTE, costringe il male a venire fuori, da un uomo posseduto dal demonio che aveva iniziato a gridare contro di lui.
Gesù non si era scomposto, non aveva aperto il tavolo del confronto, non aveva cercato di capirne le ragioni, perché Gesù sa bene che con il male non si dialoga.
Ma al male si risponde con un ordine imperativo “Taci, esci da costui!” (4, 35).
Ma facciamo bene attenzione, Fratelli e Sorelle, il Rabbì non parla all’uomo, ne’ condanna il peccatore che si ravvede, ma ORDINA al male che ha preso dimora in lui, DI USCIRE PER SEMPRE.
Così dovrebbe fare la Chiesa: non condannare mai l’uomo, ma combattere sempre il male che prende dimora nell’uomo.
E inoltre se la Chiesa condanna il peccatore, con questo “disprezzo e la conseguente chiusura” verso chi pecca, non fa altro che peggiorare la situazione, poichè “isola il peccatore e lo indurisce nel male” che il peccatore compie contro se stesso e contro la comunità.
INVECE DIO CONDANNA IL PECCATO, MA CERCA DI SALVARE IL PECCATORE, LO VA A CERCARE PER RIPORTARLO SULLA RETTA VIA”.
Chi non si è mai sentito cercato dalla misericordia di Dio, fa fatica a cogliere la straordinaria grandezza dei gesti e delle parole con cui Gesu’ si accosta a Zaccheo, e lo raggiunge con il suo “sguardo misericordioso”, come raggiunge ognuno di noi prima che noi stessi ci rendiamo conto di averne bisogno per essere salvati.
E mi piace pensare a come “l’accoglienza e l’attenzione di Gesù” nei confronti di Zaccheo, lo portino a un netto cambiamento di mentalità, poiché, in un attimo si rende conto di quanto e’ meschina una vita tutta presa dal denaro, da rubare agli altri, incurante di riceverne il loro disprezzo.
Avere il Signore lì, a casa sua, fa vedere a Zaccheo tutto con occhi diversi, perché ormai abita in lui anche con un po’ della tenerezza con cui Gesù lo ha guardato per primo.
E cambia anche il suo modo di vedere e di usare il denaro: al gesto “dell’arraffare”, si sostituisce quello del “donare” (ben si badi….4 volte tanto quanto rubato).
Incontrando l’Amore, Zaccheo scopre di essere amato “nonostante i suoi peccati” e “diventa capace di amare gli altri, facendo del denaro un segno di solidarietà e di comunione”.
Ma torniamo al nostro testo.
Leibniz, parafrasando Boezio, affermò “Si Deus est, unde malum? Si non est, unde bonum? ”
Karl Rahner rispondeva a questa obiezione, dicendo che il male «è la misteriosa possibilità, concessa da Dio alla creatura libera (mysterium iniquitatis), di dimenticare che la creazione ha avuto origine dalla bontà di Dio, [e che] è stata arricchita di significato dalla GRAZIA, di non ascoltare, all’interno della sua LIBERTÀ personale, il richiamo di colui che l’ha creata come suo libero partner e infine di ostinarsi in questa incongruenza, cioè nel male».
Definizione chiara, che non deve far dimenticare che dietro termini come «LIBERTÀ» e «GRAZIA» c’è un dibattito vastissimo, che, un giorno, ha avuto in Agostino, Vescovo di Ippona, un lungo discorso intorno alla sinergia tra LIBERO ARBITRIO, LIBERTÀ e GRAZIA.
Ed è bello vedere nei commenti dei presenti, che Gesù “parla come uno che ha autorità e potenza”.
Lo ha fatto in quella occasione, lo fa con noi, lo farà fino alla fine dei secoli.
E ANCHE A NOI PARLA IN PROFONDITÀ NELLA GRAZIA, A CIASCUNO IN MODO DIVERSO, ANCHE TRAMITE LO STESSO BRANO EVANGELICO, AD ESEMPIO, CHE ASCOLTIAMO OGNI GIORNO, OGNI DOMENICA.
E lo fa per aprirci il cuore alla vita, per liberarci gradualmente dalle ferite, dalle strutturazioni della mentalità, della cultura umana; come lo sono –ad esempio- le risposte che ci prefabbrichiamo, i falsi moralismi, i falsi precetti che leghiamo sulle spalle della povera gente, spesso, purtroppo, in nome di Dio.
Ma Dio ci parla –SEMPRE- e questo è un dono infinito, grazie al quale ogni giorno riempie la nostra vita con la SUA luce, il SUO amore, la SUA pace.
E attraverso questo SUO PARLARE AUTOREVOLE, DIO, NEL NOME DI CRISTO, PER LA POTENZA DELLO SPIRITO SANTO, suscita e rafforza, se già la possediamo, la nostra Fede e caccia i demoni che abitano la natura umana e ci libera dalle strutture di peccato.
Demoni che abitano anche il cuore del credente e del devoto, che entra nella sinagoga a pregare, che partecipa alle funzioni…
Così è anche per noi: quante volte non ascoltiamo una predica perché il tono del prete è noioso, o ci sta antipatico, o non fa quello che diciamo noi, o riteniamo che non sia degno, e rifiutiamo i suoi consigli, perché ci sono dati da una persona poco coerente.
Se ostacoliamo lo Spirito -che passa anche attraverso piccoli e inadeguati strumenti- NON VIVREMO MAI L’ESPERIENZA DI ESSERE LIBERATI DALLA POTENZA DELLA PAROLA…
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!